“Solo una tassa sul clima folle”


Dalle alluvioni ai terremoti, dalle frane alle inondazioni. Un’assicurazione contro il clima sempre più folle, una polizza obbligatoria che dovranno pagare le aziende, ma anche negozi, ristoranti e bar. Una rivoluzione, quella del governo, inserita nella legge di bilancio. Rivoluzione che, dopo una proroga, ha una scadenza ravvicinata. Entro il 31 marzo le aziende dovranno firmare, stipulare la polizza per i danni causati da eventi catastrofali. Le calamità naturali che sempre più spesso si verificano hanno collocato Ferrara e la nostra provincia nella fascia ad alto rischio, amara testa della classifica che prevede altre due categorie, fascia a rischio medio e basso. “E io pago”, protestano gli artigiani. Saranno le Pmi – piccole e medie imprese italiane – le protagoniste nel bene e nel male di questa legge. Che ha precisi paletti. Alle imprese inadempienti potrebbero esser negati contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario. Anche quelli previsti proprio per calamità e catastrofi.

“In questo momento un pasticcio”, denunciano Paolo Cirelli, e il segretario di Confartigianato, e Matteo Carion, direttore di Cna. Contro l’obbligo assicurativo forti le perplessità. “Insieme abbiamo chiesto a livello nazionale – sottolinea Cirelli con decisione – un’ulteriore proroga fino a dicembre. Quella che dovrebbe essere una misura a salvaguardia delle aziende rischia di diventare un boomerang. Non sappiamo quanto verrà a costare, è arrivato il disco verde ma non ci sono i decreti attuativi. Così è impossibile muoversi, parlare anche solo con le aziende, spiegare cosa sta succedendo. Chiediamo certezze perché non si crei il solito effetto a cascata, ovvero scaricare a valle, a chi produce le conseguenze del clima folle ma anche quelle di una mancata manutenzione. Non nascondiamoci dietro un dito, se fossero state fatte opere, se fosse stata fatta la manutenzione dei corsi d’acqua adesso non ci troveremmo a questo punto”. Come dire, non puntiamo il dito contro il cielo quando sulla terra ci sono ben precise responsabilità. Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Carion, direttore di Cna. “Con questa scadenza così ravvicinata non ci sono i tempi, tra l’altro mancano i decreti attuativi per intervenire”. Un’altra questione aperta, la nostra provincia nella fascia ad alto rischio. “Anche qui qualcuno ci deve spiegare qual é il criterio – riprende Carion –. Ferrara non è la Romagna, non abbiamo avuto tutti quei danni. In questo momento non riusciamo nemmeno a calcolare quali saranno i costi per le nostre aziende, costi che non saranno certo bassi”. Luigi Moretti è a capo di dell’agenzia assicurativa Unipol in Galleria Matteotti. “Sono nato come assicuratore a 360 gradi – spiega –. E posso dire, con un pizzico d’orgoglio, che sono stato tra i primi una ventina di anni fa a stipulare polizze per la grandine. Il decreto stabilisce l’obbligo dell’assicurazione da eventi catastrofali per pmi, bar, negozi. Stiamo parlando del 90% delle attività, ossatura del nostro tessuto ecomico”. Anche lui sottolinea il fattore tempo. “Quella scadenza è troppo ravvicinata, in un quadro di grande incertezza per le stesse compagnie assicurative”.

Patrizio Girotto è al timone del Centro del carrello (Confartigianato). Azienda storica, fondata nel 1979. E’ da sempre abituato a rimboccarsi le maniche, pane al pane, vino al vino. Schietto come le sue parole. “Perché in tutti questi anni non hanno realizzato le opere? Canali interrati, sponde che franano, alberi piantati dentro l’alveo del fiume. Stiamo pagando le conseguenze di una visione sbagliata, dell’assenza di manutenzioni. E adesso vogliono far pagare a noi la tassa sul clima. Questo è il senso della polizza obbligatoria”.



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