Transizioni green e digitale, imprese frenate dal costo del denaro


Bologna. Rispetto a giugno 2022, prima della stretta monetaria, le micro, piccole e medie imprese (MPI) italiane hanno visto un incremento di 306 punti base del costo del credito. Secondo le ultime valutazioni disponibili, in Emilia-Romagna il tasso pagato dalle piccole imprese a giugno 2024 è dell’8,56%, superiore di 275 punti base rispetto al 5,82% delle imprese medio-grandi. Non a caso i prestiti alle piccole imprese in Emilia-Romagna risultano in calo da dicembre 2021.

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Le ricadute della politica monetaria su investimenti e mercato del credito delle imprese sono esaminate nel report del Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna “Le sfide del 2025 per credito e investimenti delle MPI” dal quale emerge un quadro dove, nonostante l’allentamento della stretta monetaria e l’inflazione in calo, il costo del credito per le imprese rimane sempre molto alto.

Amilcare Renzi, segretario Confartigianato Emilia Romagna

“Sulla base dell’incremento dei tassi di interesse sulle consistenze dei prestiti alle imprese della nostra regione pari a 333 punti base nel biennio giugno 2022 – giugno 2024, si stima per le imprese emiliano-romagnole un extra-costo dovuto ai maggiori oneri finanziari di 4.571 milioni di euro – sottolinea Amilcare Renzi, segretario Confartigianato Emilia Romagna -. Chiaramente il caro-tassi riduce la propensione ad investire. Dall’analisi delle oltre 700 risposte al sondaggio d’ascolto ‘Sostenibilità e innovazione a misura di MPI’ del nostro Centro studi, emerge che nel corso del 2024 due imprese su tre avevano almeno un investimento in programma (il 62,5%). Di queste il 48,6% ha realizzato tutti gli investimenti, il 26,3% ha ridotto gli investimenti previsti e il 25% ha rimandato o annullato gli investimenti. Tutto ciò rischia di frenare l’impegno delle nostre imprese ad affrontare le transizioni green e digitale, nonostante la forte propensione in questo senso”.

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Una sintesi dei dati

L’analisi del costo del credito a livello regionale evidenzia che a settembre 2024 (ultimo dato disponibile) il tasso di interesse bancario annuo effettivo (TAE) pagato dal totale delle imprese emiliano-romagnole si attesta al 5,98%, un livello ancora alto, nonostante sia il più basso rilevato tra le regioni, seguito da Lombardia (6,06%), Trentino-Alto Adige (6,12%) e Veneto (6,25%).

A livello settoriale a settembre 2024 costi del credito più elevati vengono sostenuti dalle imprese emiliano-romagnole delle Costruzioni (6,56%), superiore di 58 punti percentuali rispetto al totale imprese emiliano-romagnole – pur rimanendo la regione in cui le imprese del settore godono di un tasso più contenuto – segue il settore dei Servizi con un tasso del 6,20% in Emilia-Romagna, il secondo più basso dopo il 6,04% delle imprese dei Servizi lombarde. Il Manifatturiero è il settore con il tasso più contenuto, pari al 5,72% in Emilia-Romagna, secondo valore più basso dopo il 5,50% delle imprese manifatturiere del Trentino-Alto Adige.

L’Emilia-Romagna assorbe il 10,1% dello stock nazionale di prestiti alle piccole imprese a fine terzo trimestre 2024, dietro al 18,9% della Lombardia, equivalente al 10,1% del Veneto e superiore all’8,3% del Piemonte.



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