Sono sulla carta partite le nuove regole per l’ISEE valide per il 2025: ciò nonostante non arrivano ancora le istruzioni dell’INPS sulla materia, e così le famiglie sono attanagliate da dubbi di ogni sorta.
A partire dal 5 marzo 2025, diventa effettivo il nuovo regolamento ISEE, che prevede l’esclusione dei titoli di Stato e dei buoni fruttiferi postali fino a un valore massimo di 50.000 euro. Tuttavia, nonostante l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, le istruzioni operative e i moduli aggiornati necessari per la presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) non sono ancora disponibili.
Infatti, secondo quanto previsto dal DPCM n. 13/2025, le amministrazioni coinvolte hanno 30 giorni di tempo per adeguarsi, utilizzando esclusivamente le risorse disponibili senza oneri aggiuntivi per lo Stato. Tuttavia, l’INPS sta ancora lavorando ad una circolare esplicativa che dovrebbe chiarire i passaggi da seguire.
La modifica, prevista dalla Legge di Bilancio approvata oltre un anno fa, avrebbe dovuto agevolare numerose famiglie riducendo l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e, di conseguenza, ampliando la platea di beneficiari delle misure di sostegno economico. Tuttavia, l’assenza di istruzioni precise rende ancora incerto l’effettivo impatto di questa novità.
L’ISEE rappresenta un parametro essenziale per l’accesso a numerosi sussidi e agevolazioni, tra cui l’assegno unico per i figli a carico. Ogni anno, nei primi mesi, le famiglie provvedono all’aggiornamento della propria DSU per ottenere un valore aggiornato dell’Indicatore, necessario per il calcolo corretto degli aiuti economici.
Previsti aumenti dell’assegno unico
Entro il 28 febbraio, ad esempio, si richiede il rinnovo dell’ISEE per garantire un’erogazione dell’assegno unico commisurata alla reale situazione economica del nucleo familiare: in assenza dell’aggiornamento, risulta temporaneamente riconosciuto l’importo minimo, con la possibilità di recuperare eventuali differenze solo entro il 30 giugno. Proprio in questo contesto, la mancata applicazione immediata delle nuove regole crea incertezza per i cittadini in attesa di chiarimenti.
Gli esperti del Senato hanno già stimato che la modifica dell’ISEE potrebbe tradursi in un lieve aumento degli importi mensili percepiti per il sostegno ai figli fino a 21 anni. A ciò si aggiunge l’introduzione del nuovo bonus bollette destinato ai nuclei con un ISEE inferiore a 25.000 euro, che prevede un contributo automatico di 200 euro per le spese di luce e gas.
Tuttavia, il riconoscimento del bonus avviene esclusivamente dopo la presentazione della DSU e, per chi non ha ancora aggiornato l’ISEE, la procedura di validazione può richiedere fino a quattro mesi. In questo scenario, il ritardo nella pubblicazione delle istruzioni INPS diventa un fattore critico: tempi lunghi nella definizione delle modalità di calcolo si traducono in attese più lunghe per le famiglie che necessitano di aiuti economici immediati.
Costi e coperture finanziarie: il nodo delle DSU successive
Un altro punto ancora da chiarire riguarda i costi dell’aggiornamento. Dal 1° ottobre 2023, infatti, le Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) successive alla prima presentata dallo stesso nucleo familiare non sono più gratuite, con un costo medio di circa 25 euro per pratica, in base ai tariffari stabiliti dalla Consulta dei CAF. Resta dunque da capire se l’aggiornamento dell’ISEE previsto dalla riforma sarà soggetto a pagamento oppure se verrà garantita la gratuità, considerando che si tratta di un adeguamento imposto da una norma nazionale entrata in vigore nel corso dell’anno. Per esentare i cittadini da questa spesa, tuttavia, servirebbe un’apposita copertura finanziaria, che al momento non risulta ancora stanziata.
Applicazione della nuova soglia ISEE per il 2025: senza istruzioni INPS criteri ancora incerti
Anche le modalità di applicazione della decurtazione fino a 50.000 euro sulle voci patrimoniali restano un interrogativo aperto. Non risulta ancora chiarito, infatti, se la soglia dovrà basarsi sull’ammontare complessivo detenuto dall’intero nucleo familiare oppure se si applicherà esclusivamente ai beni intestati al richiedente o, in alternativa, a uno solo dei componenti, individuato a discrezione della famiglia.
“Sono tutti aspetti che andranno chiariti nelle prossime settimane – sottolinea Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta nazionale dei Caf – anche perché ad aprile i nostri uffici saranno già alle prese con l’inizio della campagna fiscale dei 730 del 2025”. Un sovraccarico di lavoro che rischia di complicare ulteriormente le operazioni, rendendo ancora più necessario un intervento tempestivo da parte delle istituzioni per fornire risposte precise e definitive.
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