8 Marzo, riflessione e progresso in agricoltura

Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

“La Giornata internazionale della donna è, più che una festa, un’opportunità per riflettere sui progressi raggiunti e sulle sfide ancora presenti, specialmente in ambiti come l’agricoltura, dove persistono difficoltà legate alla parità di genere. Deve essere un’occasione per stimolare un cambiamento culturale, in un mondo agricolo che, seppur in evoluzione, resta ancora prevalentemente maschile”. Questo il messaggio di Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, a cui Paola Giovannini Pasti, presidente di Confagricoltura Donna FVG, si allinea sottolineando come il contributo delle donne sia sempre più significativo nello sviluppo del settore agricolo e nel miglioramento della sua sostenibilità. Secondo l’ultimo censimento generale in agricoltura, in Friuli Venezia Giulia sono 15.933 le aziende agricole, di cui 4.814 (circa il 30%) sono gestite da donne. Sebbene questo dato mostri una crescita, è evidente quanto sia ancora necessario promuovere politiche inclusive e valorizzare le competenze femminili. A livello nazionale, la situazione è simile: il 31,5% delle aziende agricole è condotto da donne, con un aumento della loro presenza soprattutto nel settore zootecnico (43%) e nelle imprese floricole (52%).. Questi numeri, però, non devono farci dimenticare le sfide quotidiane che le donne affrontano, come le difficoltà nell’accesso al credito, la scarsità di opportunità formative specifiche e gli stereotipi di genere che, troppo spesso, limitano le potenzialità del settore. “Nonostante i progressi, le donne incontrano ancora ostacoli significativi nel loro percorso, non solo in agricoltura ma anche nella vita quotidiana – sottolinea la Presidente Paola Giovannini Pasti – Per molte di loro, il lavoro in azienda si accompagna alla cura della famiglia, un impegno che spesso non è adeguatamente riconosciuto. È essenziale che le istituzioni e le imprese prendano coscienza di questo aspetto, e che venga garantito loro un maggiore supporto, anche in ambito europeo, per permettere una vera parità di opportunità”.