La ricostruzione dell’Ucraina, e l’importanza degli investimenti italiani


Sul futuro dell’Ucraina ci sono tanti dubbi e una certezza: l’Ucraina rinascerà più forte di prima. Non è facile retorica o propaganda, è un processo già in atto. A prescindere da come e quando si raggiungerà la fine del conflitto, Kyjiv in questi tre anni è cresciuta in termini di coesione sociale, capacità di difendersi, produzione tecnologica, relazioni internazionali e capacità di attrarre capitali. Chi ancora relegava il Paese all’immaginario delle decadenti ex repubbliche sovietiche, ha dovuto ricredersi. Per questo l’Ucraina sarà ricostruita e tornerà molto più forte di prima. A saperlo sono le forze imprenditoriali di tutta Europa, ma a fare da ponte per la rinascita ucraina sono le realtà costituite dai e dalle sei milioni di profughi.

La comunità Ucraina in Italia si è ben organizzata, come Linkiesta aveva raccontato alla fondazione del Congresso Nazionale, e dopo aver portato le proprie istanze già al Parlamento europeo, ha portato la sua voce anche alla Camera dei Deputati con la conferenza “Un ponte per la rinascita dell’Ucraina”. L’evento non è fine a sé stesso, ma si inserisce nel percorso di preparazione alla Ukraine Recovery Conference 2025, prevista per il prossimo luglio a Roma.

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Ci ritroviamo la mattina del 7 marzo presso la Sala Matteotti della Camera dei Deputati. Assimprenditori e il Congresso Nazionale delle Associazioni Ucraine in Italia hanno riunito i rappresentanti delle istituzioni italiane e ucraine, per discutere le opportunità di cooperazione e sviluppo economico tra i due Paesi. È importante sottolineare che la presenza delle istituzioni è fondamentale per agevolare i processi imprenditoriali, ma per tutta l’iniziativa si è parlato di investimenti e capitali privati.

Apre la discussione Luciano Ciocchetti di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, che ha ribadito l’impegno dell’Italia nel supportare la ricostruzione dell’Ucraina. «Non si tratta solo di solidarietà, ma di una strategia di sviluppo che rafforza i legami economici e diplomatici tra i nostri Paesi. L’Italia vuole essere un partner affidabile per l’Ucraina in questo percorso», ha dichiarato Ciocchetti. «E tutti ci auguriamo che si possa arrivare a una giusta pace, che rispetti gli interessi del popolo Ucraino».

Seguono due panel: il primo, moderato dall’avvocato Giuseppe Cavallaro, “Italia verso Ucraina”, in cui è stato affrontato il tema delle iniziative italiane per la ricostruzione, con particolare attenzione agli investimenti in infrastrutture critiche e alla creazione di partenariati tra imprese italiane e ucraine. Il presidente di Assimprenditori, Giuseppe Samà, ha sottolineato il valore strategico di questa cooperazione: «Questa conferenza è un punto di partenza per costruire un network solido tra le imprese italiane e l’Ucraina. Dobbiamo guardare oltre l’emergenza e investire in un futuro di crescita reciproca. Inglesi, tedeschi e francesi lo stanno già facendo e qualcuno dice che a noi italiani stanno restando le briciole. Va bene così, con le briciole abbiamo già fatto crescere questo paese, lo faremo anche con l’Ucraina». Samà ha sottolineato anche come questo per loro si sia tradotto in qualcosa di molto concreto: un fondo comune di investimento con altre realtà imprenditoriali, rivolto proprio alla ricostruzione Ucraina.

È stata la presidente del Congresso Nazionale delle Associazioni Ucraine in Italia, Lara Levchun, a evidenziare l’importanza cruciale della diaspora ucraina nel facilitare questo dialogo: «Le nostre comunità in Italia sono un ponte naturale tra i due Paesi. Il nostro obiettivo è trasformare questo legame in opportunità concrete di sviluppo». Gli ultimi dati parlano di circa quattrocentomila ucraini in Italia, con ottimi indicatori di occupazione e di integrazione socioeconomica soprattutto per le donne.

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Tra le istituzioni italiane Giuseppe Rubino, dirigente della Regione Puglia per lo sviluppo economico e per la cooperazione euro-mediterranea. La Puglia, storicamente terra di accoglienza rivolta ad est, sta lavorando a programmi di integrazione socio economica con i profughi Ucraini. Chissà che non possa diventare un modello per le altre regioni italiane.

Nel secondo panel, “Ucraina verso Italia”, i rappresentanti delle regioni ucraine hanno illustrato le opportunità commerciali e di investimento disponibili per le aziende italiane. Sono intervenuti Pavlo Zhurba, della regione di Termopoli, Ihor Pavlenko, della regione di Rivne, Anton Kozyriev, della regione di Zaporizhzhia e Oksana Kompaniets, della regione di Yuzhniy. L’attenzione si è focalizzata sulla manifattura, l’agricoltura, le energie rinnovabili, ma anche industria, trasporti e logistica.

Nella rassegna delle possibilità economiche dei diversi territori, la presentazione di Anton Kozyerv della città di Dniprdo Rudne, nella regione di Zaporizhzhia, fa davvero comprendere la forza e lo spirito ucraino. La sua città è stata occupata, la linea del fronte è proprio dove vive. Moltissimi suoi concittadini sono andati via, ma questo non li ferma. Sia a distanza, che in presenza, gli ucraini dell’oblast di Zaporizhia continuano a immaginare e investire per il loro futuro per «quando saranno liberati». Loro non si sono mai arresi, vogliono ricostruire e sanno che quando lo faranno quelle terre saranno ucraine. Se non si sono arresi loro, noi non abbiamo alcun diritto di farlo.



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