Come investire attraverso i PIR obbligazionari e azionari, esentasse


I PIR alternativi sono sofisticati e adatti a investitori con un patrimonio da investire di minimo 300mila euro e massimo 1,5 milioni di euro. Gli alternativi investono molto in segmenti illiquidi come le azioni dell’Euronext Growth Milan (EGM) o su titoli del tutto non quotati in Borsa.

Quali sono i benefici fiscali per chi investe nei PIR?

I PIR esentano completamente dal pagamento dell’aliquota del 26% sugli investimenti ed esentano dalle tasse di successione, se l’investimento è tenuto per almeno 5 anni.

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Quali sono i limiti di investimento nei PIR ordinari: minimo e massimo investibile

L’investitore accede a un PIR con un investimento minimo di 500 euro. Per garantirsi l’esenzione dalle tasse deve investire non oltre i 40mila euro all’anno su un solo PIR, e con un limite complessivo di 200mila euro.

Dunque i PIR sono anche autolimitanti nella somma massima investibile e questo naturalmente incentiva alla diversificazione in altri strumenti chi ha maggiori disponibilità di denaro da investire.

 

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Qual è il vincolo di detenzione di un PIR?

La normativa vigente impone al risparmiatore di mantenere l’investimento per 5 anni, al fine di non perdere i benefici fiscali previsti per i PIR in Italia.

Tuttavia, se gli strumenti finanziari inclusi in un PIR vengono venduti anticipatamente, non si perdono i benefici fiscali se entro 90 giorni si provvede a reinvestire la somma in strumenti finanziari equivalenti.

Investire in PIR obbligazionari o azionari?

Guardando ai PIR tradizionali, possiamo classificare i fondi PIR in azionari e obbligazionari. Nel corso del 2025, secondo le rilevazioni di Milano Finanza, i PIR obbligazionari vivono una fase di afflusso a danno dei PIR azionari.

Data la loro giovane costituzione, i rendimenti dei PIR obbligazionari presentano ancora uno storico molto risicato, tuttavia continuano a performare bene. Inoltre, il risparmiatore ha la possibilità di risparmiare completamente le tasse sui rendimenti anche dei Titoli di Stato.

Come noto i titoli sovrani sono tassati al 12,5%, ma attraverso un PIR obbligazionario si risparmia anche questa tassazione agevolata. Inoltre, i PIR obbligazionari investono in obbligazioni corporate di società italiane o europee con stabile impresa in Italia.

Quali sono i costi di un PIR?

Veniamo ai costi di gestione di un PIR, cioè quanto il gestore chiede all’investitore per occuparsi di gestire il fondo seguendo le norme italiane previste per lo strumento e per ottenere un suo guadagno.

Tendenzialmente i costi di gestione da pagare delle società di gestione si aggira tra lo 0,4% e l’1% annuo, che andrà sottratto alla performance del PIR, anche in caso di rendimento negativo.

Quali sono i rendimenti dei PIR?

Quando si investe in un PIR bisogna essere consapevoli che non vi è un rendimento minimo garantito. In particolare i PIR azionari possono anche maturare rendimenti negativi per più anni, anche consecutivi.

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I PIR obbligazionari non sono esenti dal rischio dell’emittente i bond, in particolare le obbligazioni corporate potrebbero non essere ripagate con la conseguenza di un impatto negativo sul fondo.

I PIR quanto sono sicuri?

Sotto il profilo normativo e della trasparenza, le società emittenti sono tenute a rispettare tutte le normative vigenti relative all’informativa sui rischi del prodotto di investimento, sulle sue caratteristiche e a informare l’investitore sull’andamento con aggiornamenti periodici.

Posso disinvestire anticipatamente da un PIR obbligazionario o azionario?

Sì, puoi disinvestire anticipatamente rispetto ai 5 anni previsti, tuttavia perderai i privilegi fiscali e sarai costretto a pagare le tasse.

Ricorda che disinvestire da un PIR non è tecnicamente così veloce come quando disinvesti da un singolo titolo azionario o da un ETF.

 

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Quali sono i rischi quando investo in un PIR?

Dal momento che non viene garantito un rendimento annuo, c’è il rischio del capitale. Infatti, dopo cinque anni potresti anche ritrovarti con un capitale inferiore rispetto a quello investito.

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Ciò è normale per uno strumento di investimento, poiché è quanto potrebbe accadere anche investendo per 5 anni sulle azioni Eni, o sulle azioni Moncler, ecc.

Posso fare il fai-da-te sui PIR per risparmiare le commissioni?

Sì, la normativa concede al risparmiatore di costituirsi un portafoglio di titoli PIR compliant (PIR conforme). Tuttavia bisognerà conoscere adeguatamente la normativa vigente, assicurarsi che non sopravvengano modifiche alla normativa tali da richiedere la modifica del portafoglio.

Si dovranno rispettare tutti i “pesi” previsti dalla normativa, poiché è sufficiente anche un solo parametro non rispettato per non rientrare nell’esenzione fiscale.

Alcuni riferimenti utili per investire efficacemente nei PIR

Di seguito i link ad alcune risorse web ufficiali da cui ricavare ulteriori informazioni utili a completare la comprensione dei PIR.

In definitiva

Investire sui PIR obbligazionari e azionari è interessante se desideri investire sull’Italia e farlo con una totale esenzione delle tasse quando fai la dichiarazione dei redditi, e in fase di successione.

Tuttavia dovrai tenere conto dell’alta concentrazione su un solo mercato, quello italiano, del tuo investimento e della necessità di tenere il capitale investito per 5 anni.

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