La Regione Piemonte ha stanziato 4 milioni e 252 mila euro per sostenere le aziende produttrici di vino, finanziando investimenti destinati alla creazione di punti vendita aziendali e sale di degustazione. Il bando, che prevede contributi per spese materiali e immateriali, punta a incentivare la commercializzazione diretta dei prodotti vitivinicoli, sia all’interno che all’esterno delle unità produttive di trasformazione e conservazione.
Sono ammissibili opere edili e impianti, acquisto immobili, attrezzature e strumenti informatici. “In generale, si tratta di una buona opportunità, perché nel caso delle micro e piccole medie imprese viene finanziato il 40 per cento della spesa ammissibile e il 20 per cento nel caso delle imprese intermedie”, spiega Pietro Busso, responsabile del Settore Finanza agevolata di Cia Agricoltori Italiani di Cuneo. “Va prestata attenzione ai requisiti di ammissione, con una preventiva valutazione caso per caso delle reali possibilità di intervento delle singole aziende, in modo da evitare successive difficoltà”.
Per partecipare al bando, le imprese devono essere iscritte all’anagrafe agricola del Piemonte, avere il fascicolo aziendale aggiornato, essere titolari di partita IVA, iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio e in regola con la dichiarazione di giacenza e vendemmia/produzione. Non possono accedere ai contributi le aziende soggette a esclusione dagli interventi di sostegno dell’Ocm vitivinicola e Ocm investimenti.
Possono beneficiare dei fondi imprenditori agricoli professionali, imprese agroindustriali, microimprese e piccole medie imprese, con meno di 750 dipendenti o un fatturato annuo inferiore a 200 milioni. Gli imprenditori agricoli devono inoltre dimostrare che almeno il 51 per cento delle uve trasformate provenga dai propri vigneti registrati nel fascicolo aziendale.
Tra le spese finanziabili rientrano costruzione, acquisto (fino al 30 per cento della spesa ammissibile), ristrutturazione e riattamento di fabbricati, acquisto di macchinari, impianti, elettrodomestici, arredi e attrezzature informatiche. “Nel caso di acquisto di immobili, il fabbricato deve subire una sostanziale ristrutturazione, non aver percepito contributi negli ultimi 10 anni e non essere già in possesso di altri soggetti collegati all’azienda o parenti”, precisa Busso. Le spese tecniche sono rimborsate fino a un massimo dell’8 per cento.
Non sono ammesse le spese per attrezzature destinate alla preparazione dei pasti, arredi artistici, demolizioni, trasporto, materiali di consumo, noleggi, leasing e opere provvisorie.
Le domande di aiuto potranno essere presentate fino al 30 aprile 2025.
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