Rassegna stampa aumentata ESG/ 404


In questo numero: Clima, gli Usa escono dalla coalizione finanziaria dell’Onu- Disclosure, la Federazione Bancaria Europea spinge per un rinvio- Reporting, il Giappone pubblica standard allineati all’Issb- Dei, anche State Street rivede voto e engagement- Londra, migliora la qualità dell’aria- Emissioni, super-inquinatori nel mirino

La “Rassegna stampa aumentata ESG” di ETicaNews, è un resoconto di analisi e commenti, principalmente orientato a livello internazionale, che punta la lente su alcuni dei principali snodi dell’informazione sui temi di sostenibilità negli ultimi sette giorni. Dando la precedenza agli argomenti su cui l’attenzione di ETicaNews è costante.

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clima, usa FUORI da coalizione finanziaria onu

  • OGGETTO – Gli Stati Uniti si sono ritirati dalla Just Energy Transition Partnership, la coalizione globale per il finanziamento climatico lanciata dall’Onu nel 2021.
  • DATA – 6 marzo 2025
  • FONTE – US pulls out of flagship $45bn global climate finance coalition
  • PAROLE CHIAVE: Just Energy Transition Partnership, Onu, Stati Uniti, finanziamento, clima, combustibili fossili, Sudafrica, Indonesia, Vietnam

Gli Stati Uniti si sono ritirati dalla Just Energy Transition Partnership, una coalizione globale per il finanziamento climatico lanciata dall’Onu nel 2021. Il programma da 45 miliardi di dollari è stato creato per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad abbandonare i combustibili fossili e passare alle energie rinnovabili attraverso una combinazione di prestiti, sovvenzioni e finanziamenti privati. Il Jetp è stato progettato per incentivare quei Paesi a ridurre le emissioni in cambio di finanziamenti. La scorsa settimana gli Stati Uniti, che sono stati un membro fondamentale della coalizione, hanno inviato una lettera in cui annunciano il ritiro dopo l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump che impone di mettere l’America al primo posto negli accordi internazionali. L’ordine ha anche revocato il piano internazionale di finanziamento del clima degli Stati Uniti. Nello specifico, Washington si ritira dai programmi che ha avuto come principali beneficiari il Sudafrica, l’Indonesia e il Vietnam.

Disclosure, federazione bancaria europea spinge per rinvio

  • OGGETTO – La Federazione bancaria europea spinge per un rinvio a breve termine degli obblighi di disclosure sul clima per le banche finché è in corso la revisione delle normative Ue sulla finanza sostenibile
  • DATA – 6 marzo 2025
  • FONTE – European banks urge suspension of climate disclosures amid policy uncertainty
  • PAROLE CHIAVE: Federazione bancaria europea, disclosure, banche, Unione europea, normative, finanza sostenibile, Tassonomia, Csrd

La Federazione bancaria europea (Ebf) ha dichiarato che è necessario un rinvio a breve termine degli obblighi di disclosure sul clima, a causa delle incertezze politiche nell’Unione europea e a livello globale. Nell’Ue è infatti in corso una revisione su larga scala delle normative sulla finanza sostenibile con l’obiettivo di ridurre la burocrazia e aumentare la competitività. L’Ebf ha detto alla testata finanziaria Responsible Investor che l’esito della revisione potrebbe avere implicazioni significative per le banche, dati i legami tra le normative bancarie, la Tassonomia e la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) dell’Ue. Da quest’anno, le banche dovrebbero iniziare a segnalare i kpi di allineamento della Tassonomia e le emissioni Scope 3 e dovranno attingere alle disclosure delle società europee secondo la Csrd, che dovevano iniziare nel 2025, ma ora, nell’ambito della revisione, la Commissione europea ha proposto di ritardare di due anni.

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reporting, Giappone pubblica standard allineati issb

  • OGGETTO – Il Sustainability Standards Board del Giappone ha pubblicato la versione finale dei suoi standard di disclosure di sostenibilità
  • DATA – 6 marzo 2025
  • FONTE – Japan Releases Inaugural IFRS-Aligned Sustainability Reporting Standards
  • PAROLE CHIAVE: Sustainability Standards Board, Giappone, disclosure, standard, Issb, Fondazione Ifrs, reporting, Esg, clima, società quotate, Financial Accounting Standards Foundation

Il Sustainability Standards Board del Giappone (Ssbj) ha annunciato il rilascio della versione finale degli standard di disclosure di sostenibilità, allineati agli standard sviluppati dall’International Sustainability Standards Board (Issb) della Fondazione Ifrs. Il set giapponese include 3 standard, a differenza dei due dell’Issb: uno standard di disclosure della sostenibilità universale, uno basato sulle “Informazioni generali” e uno standard basato sulle “Informazioni relative al clima”. I nuovi standard costituiranno la base per la rendicontazione Esg e climatica obbligatoria per le società giapponesi quotate. La pubblicazione costituisce un passo significativo per il Giappone per avere requisiti di reporting allineati e comparabili a livello internazionale. Il Ssbj è stato costituito nel 2022 sotto la Financial Accounting Standards Foundation giapponese proprio al fine di sviluppare questi standard di rendicontazione di sostenibilità. La prima bozza era stata pubblicata nel marzo 2024.

De&i, anche state street rivede voto e engagement

  • OGGETTO – State Street Global Advisors ha rivisto la sua policy di voto ed engagement per il 2025, rimuovendo tutte le indicazioni su come potrebbe votare sugli amministratori o sui temi legati alla diversità, equità e inclusione
  • DATA – 4 marzo 2025
  • FONTE – State Street cuts guidance on voting intentions from new engagement policy
  • PAROLE CHIAVE: State Street Global Advisors, policy, voto, engagement, diversità, equità e inclusione, Taskforce on Climate-related Financial Disclosure, pratiche retributive, Say on Climate, Sec

State Street Global Advisors ha rivisto la sua policy di voto ed engagement per il 2025, rimuovendo tutte le indicazioni su come potrebbe votare sugli amministratori o su determinate questioni, tra cui i temi legati alla diversità, equità e inclusione (De&i). Il gestore patrimoniale ha anche ridotto in modo significativo le aspettative per il board sui temi De&i e sul reporting allineato alla Taskforce on Climate-related Financial Disclosure. Rispetto alla policy del 2024 sono stati eliminati anche i riferimenti alle policy di voto sulle pratiche retributive dei vertici e sulle mozioni Say on Climate proposte dagli azionisti. È invece stata aggiunta la dichiarazione che State Street «non cerca di cambiare o influenzare alcuna società del portafoglio attraverso l’engagement». I cambiamenti arrivano dopo che la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha modificato le sue linee guida sulle regole di engagement, imponendo oneri di reporting significativi per i grandi azionisti.

londra, migliora la qualità dell’aria

  • OGGETTO – La qualità dell’aria di Londra è migliorata un anno dopo l’imposizione di nuove regole per restringere la circolazione dei veicoli più inquinanti
  • DATA – 7 marzo 2025
  • FONTE – London Air Quality Improves After Vehicle Restrictions Imposed
  • PAROLE CHIAVE: Londra, basse emissioni, inquinamento atmosferico, auto, Sadiq Khan, Greater London Authority

Secondo un rapporto pubblicato dall’ufficio del sindaco di Londra, la decisione di espandere la zona a basse emissioni ha portato a un minore inquinamento atmosferico senza influire sul numero di imprese o sulla spesa. Le regole per l’aria pulita, che impongono una multa di 180 sterline o una tassa giornaliera di 12,50 sterline a chiunque guidi un veicolo a benzina o diesel vecchio e inquinante, sono state introdotte per la prima volta nel 2019 nel centro di Londra e poi ampliate per coprire altre aree esterne nell’agosto 2023 dal sindaco laburista Sadiq Khan. La decisione era stata controversa a causa di una maggiore dipendenza da auto e furgoni di imprese e famiglie nella periferia. Tuttavia, secondo i dati della Greater London Authority, un anno dopo essere state attuate nell’area più ampia della City, le misure per limitare la guida dei veicoli più inquinanti hanno ridotto le emissioni di biossido di azoto e particolato fine, inquinanti nocivi per la salute, in tutta la città.

emissioni, super-inquinatori nel mirino

Un’analisi basata sui dati raccolti dal database Carbon Majors del think tank InfluenceMap ha rivelato che metà delle emissioni mondiali di carbonio provengono dai combustibili fossili prodotti da sole 36 aziende. Si tratta delle maggiori società produttrici di combustibili fossili, che nel 2023 hanno prodotto carbone, petrolio e gas responsabili di oltre 20 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2. Tra le 36 ci sono Saudi Aramco (che se fosse un Paese sarebbe il quarto più grande inquinatore al mondo), Coal India, ExxonMobil (che è responsabile delle stesse emissioni della Germania, il nono più grande inquinatore del mondo), Shell e molte società cinesi. Inoltre è emerso che la maggior parte delle 169 aziende nel database di Carbon Majors ha aumentato le proprie emissioni nel 2023. Secondo i ricercatori, i dati rafforzano la necessità di tenere conto del contributo delle società di combustibili fossili al riscaldamento globale. Versioni precedenti di questa relazione annuale sono state usate in cause legali contro società e investitori.

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