SEQUESTRATI CREDITI D’IMPOSTA PER 10 MILIONI DI EURO


Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno proceduto a dare esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di una misura cautelare reale emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli, con cui, al termine di un’articolata indagine di polizia giudiziaria, delegata al Gruppo di Formia, guidato dal tenente colonnello Luigi Galluccio, e coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino, è stato disposto – ai sensi dell’art. 640-quater, 322-ter e 321 c.p.p. – il sequestro di falsi crediti di imposta, quantificati in oltre 10 milioni di euro. L’indagine è stata coordinata dal pubblico ministero Andrea Corvino.

L’attività d’indagine, che ha riguardato 9 soggetti di Roma, Tivoli, Cosenza, Torre Annunziata, Boscotrecase, Minturno, trae origine dall’analisi di rischio condotta nei riguardi di soggetti cosiddetti “monetizzatori”, nell’ambito della “cabina di regia” per il coordinamento a livello nazionale delle attività di contrasto alle frodi in materia di cessioni dei crediti di imposta del Nucleo Speciale Tutela Entrate e Repressione Frodi Fiscali di Roma.

Questi soggetti hanno creato il credito fittizio inserendo sulla piattaforma e hanno ceduto crediti a terzi soggetti e poi, tramite i prestanome, li hanno monetizzati con intermediari finanziari attraverso Poste Italiane. Parte del provento, tramite un soggetto di Minturno, è stato trasferito su conti correnti in Cina, sulla base di documentazione attraverso il bonifico. I finanziari hanno sequestrato sui cassetti fiscali e acquistati da intermediari che sono terzi ignari e persone offese. I soldi che sono andati in Cina viene ritenuto che le organizzazioni criminali hanno messo a disposizione i contanti in Italia: l’omologo cinese ha disponibilità finanziaria e mette a disposizione dell’omologo italiano. L’ombra di una organizzazione criminale cinese permea tutti gli accertamenti della Guardia di Finanza.

Tale attività di monitoraggio, sui crediti d’imposta introdotti anche per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici, ha consentito agli investigatori delle Fiamme Gialle di raccogliere elementi indiziari comprovanti l’esistenza di un sistema fraudolento finalizzato alla creazione di “Sismabonus” fittizi ed all’illecita monetizzazione degli stessi.

Siffatte iniziali risultanze investigative hanno costituito l’innesco all’avvio, sotto la direzione della Procura di Cassino, della seconda fase dell’attività d’indagine finalizzata alla ricostruzione dei vari passaggi dei crediti in questione, tra i vari soggetti nella veste, di volta in volta, di cedenti e/o cessionari.

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Dagli approfondimenti svolti è emerso come tali crediti fossero stati originati dal soggetto di Minturno in stato di detenzione carceraria e, successivamente, formalmente trasferiti, mediante plurime cessioni, a soggetti nullatenenti, irreperibili e/o gravati da precedenti penali vari (reati tributari, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, reati contro il patrimonio e/o contro la persona) ed imprese operanti nel settore edilizio dalle dimensioni imprenditoriali e dai livelli di operatività incoerenti con il valore commerciale dei lavori edilizi formalmente eseguiti, soprattutto in relazione ad opere così “invasive” e complesse come quelle antisismiche. Decisivi sono stati altresì i riscontri degli investigatori presso taluni condomìni, anche nella Capitale, che sarebbero stati interessati da tali interventi edilizi, per fotografare l’inesistenza dei cantieri, peraltro confermata anche dai condomini e dall’amministratore di condominio.

A conclusione degli accertamenti investigativi esperiti, suffragati da indagini tecniche, perquisizioni personali e domiciliari, assunzione di altre sommarie informazioni, esame e sviluppo delle segnalazioni di operazioni sospette, accertamenti bancari e patrimoniali, sono stati acquisiti circostanziati elementi probatori che hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un sistema fraudolento operante nel sud pontino e nella Regione Lazio, dedito alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – contestata la truffa aggravata – mediante i bonus edilizi.

In particolare, a seguito l’inserimento sulla piattaforma “Cessione Crediti” dell’Agenzia delle Entrate di comunicazioni di cessione di crediti in realtà inesistenti, veniva tratto in inganno il Fisco, causando un ingente danno patrimoniale, pari al valore nominale dei crediti e ottenendo un indebito profitto attraverso la loro successiva monetizzazione, anche mediante cessioni a terzi inconsapevoli.

I Finanzieri di Formia hanno ricostruito i proventi così ottenuti, in parte, anche trasferiti in Cina, come nel caso di un soggetto residente a Minturno, il quale nei mesi di novembre e dicembre del 2021, risulta aver bonificato, su rapporti accesi presso banche o intermediari finanziari con sede in territorio sinico, la somma complessiva di 2.285.489 euro, liquidità questa proveniente dall’incasso dei crediti d’imposta relativi all’agevolazione Sismabonus, qualificati inesistenti.

Sulla base degli elementi raccolti, con il provvedimento emesso, il Giudice per le indagini preliminari ha ordinato il sequestro dei crediti fiscali presso l’Agenzia delle Entrate, includendo, se necessario, anche quelli presenti nei cassetti fiscali di terzi titolari in buona fede, per un importo superiore a 10.000.000 euro.

L’operazione svolta – spiega una nota della Guardia di Finanza – testimonia e valorizza la connotazione di polizia economico-finanziaria investigativa della Guardia di Finanza, impegnata nel contrasto alle frodi in materia di crediti, e finalizzato a garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese attraverso un’efficace ed integrata azione repressiva e preventiva, basata sulla constatazione delle indebite compensazioni, sul sequestro preventivo dei crediti d’imposta fittizi e sulla segnalazione per la sospensione delle deleghe di pagamento contenenti falsi crediti d’imposta.

Al contempo, le attività del Corpo che mirano al recupero effettivo alle casse dello Stato delle somme illecitamente non dichiarate, confermano la grande attenzione delle Fiamme Gialle al contrasto delle più pervasive forme evasive, contribuendo a preservare la leale concorrenza tra le imprese e a promuovere prospettive di crescita sane del mercato del lavoro e della produzione, a tutela delle libertà economiche di tutti i cittadini e imprenditori onesti.





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