Il governo Meloni, con la Lega in prima linea, è al lavoro per il pieno riconoscimento del valore delle imprese balneari ai concessionari che dovessero perdere i bandi. Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha ricevuto ieri a Roma i rappresentanti delle associazioni di categoria, per illustrare i contenuti del provvedimento a cui stanno lavorando i suoi tecnici. La legge salva-Infrazioni approvata lo scorso novembre ha fissato il 30 giugno 2027 come termine ultimo per completare le procedure selettive e il Mit deve approvare entro il prossimo 31 marzo il decreto attuativo per le modalità di calcolo degli indennizzi ai titolari uscenti, che saranno a carico dei subentranti.
Come anticipato nei giorni scorsi da Mondo Balneare, l’idea al vaglio del ministero è consentire la rivalutazione dei beni, allo scopo di garantire degli indennizzi più elevati ai concessionari uscenti, rispetto ai soli investimenti non ammortizzati di cui si parla nel Salva-infrazioni. Tuttavia la posizione di Roma si scontra con quella di Bruxelles, che lo ritiene un vantaggio improprio al gestore uscente. Ma Salvini ieri ha ribadito ciò che aveva già detto mercoledì agli “Stati generali del turismo balneare” organizzati da Confcommercio: il governo italiano vuole riconoscere degli indennizzi dignitosi ai balneari e sta cercando di imporre la propria posizione sulla Commissione europea. È seguita la relazione da parte dei tecnici, che hanno illustrato come l’equa remunerazione ai concessionari uscenti sarebbe calcolata in base alla sommatoria del valore nominale iniziale degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, sia per i beni materiali che per quelli immateriali. Il decreto attuativo, hanno precisato i funzionari del Mit, conterrà anche l’adeguamento dei canoni demaniali.
A riferire gli intenti di Salvini è una nota diramata ieri dal Mit, al termine dell’incontro con le associazioni balneari: «Il diritto a un indennizzo è tra le novità più rilevanti del decreto legge Salva-infrazioni. Nel corso del tavolo consultivo sulle concessioni demaniali marittime, organizzato al Mit e presieduto dal ministro Matteo Salvini, è stato ribadito che il decreto sugli indennizzi dovrà essere adottato in piena coerenza con quanto previsto dal decreto legge Salva-infrazioni. L’indennizzo dovrà essere calcolato sugli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, a cui va aggiunta l’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. Sul tema sono pervenute dalla Commissione Ue stringenti osservazioni. È stato affrontato anche il tema della rideterminazione dei canoni per le concessioni: in caso di mancata adozione del decreto, gli importi saranno automaticamente aumentati del 10%. Il totale complessivo dei canoni riscossi nel 2024 per concessioni con finalità turistico-ricreative corrisponde a circa 84,4 milioni di euro».
L’incontro è servito per raccogliere i suggerimenti di tutte le associazioni di categoria, che saranno nuovamente convocate da Salvini tra dieci giorni, per presentare la versione finale del provvedimento. Soddisfazione è stata espressa da tutte le sigle presenti. Così Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti: «L’incontro col ministro Salvini e con lo staff del ministero delle infrastrutture e trasporti, che sta seguendo la questione del decreto sulle concessioni balneari, è stato sicuramente un passaggio di fondamentale importanza per il comparto: è infatti emersa con chiarezza la centralità del decreto per il futuro delle imprese balneari e la necessità di individuare criteri adeguati per quantificare l’indennizzo, elemento considerato prioritario da tutte le parti coinvolte. C’è massima condivisione sulla necessità di ristabilire un equilibrio in una normativa che finora ha deluso e mortificato il sistema turistico balneare italiano. Il ministro ha espresso la volontà di raccogliere suggerimenti e integrazioni nei prossimi giorni da parte delle associazioni di categoria. Come Fiba-Confesercenti abbiamo confermato la nostra piena disponibilità a collaborare per contribuire a una soluzione che tenga conto sia delle indicazioni europee sia delle esigenze dello Stato italiano e delle peculiarità del nostro territorio».
Sulla stessa linea Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio: «Esprimiamo apprezzamento per l’iniziativa del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, impegnato a costruire un indennizzo che corrisponda al valore effettivo dell’azienda che si dovesse cedere, al fine di evitare un indebito arricchimento e un contenzioso dannoso per tutti. Siamo invece indignati per l’irrituale intervento preventivo della Commissione europea, che tenta persino di svuotare la legge da essa stessa condivisa. La questione balneare merita un impegno straordinario del governo e dell’Unione europea per una corretta applicazione della direttiva Bolkestein e per evitare che venga distrutto quanto costruito in due secoli di storia da migliaia di famiglie di lavoratori che rischiano di perdere la propria azienda».
Mauro Della Valle, presidente di Confimprese Demaniali, auspica «una riforma organica in ambito demaniale, che è improcrastinabile e che può essere contenuta nel decreto attuativo sugli indennizzi ai concessionari balneari. Un testo unico che sintetizzi lo sciame di norme e il Codice della navigazione. Sicuramente la rotta della riforma è in un mare in tempesta, ma per fortuna la responsabilità del ministro Salvini guarda alla salvaguardia dell’identità italiana. Nonostante sia legittimo misurarsi con i possibili nuovi concorrenti, è doveroso e legittimo riconoscere il valore aziendale».
Da parte della politica, è arrivato il commento del deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi: «Quanto previsto nell’attuale normativa va letto e modulato nel senso di garantire che il risarcimento deve essere pari a quanto necessario per assicurare al concessionario uscente l’equa remunerazione degli investimenti effettuati per determinare il valore aziendale insistente sopra la superficie in concessione. Stiamo parlando di migliaia di piccole e medie imprese, a conduzione prevalentemente familiare, che rischiano di perdere l’attività economica nella quale hanno investito tutta loro vita e tutte le loro risorse. Sono convinto, pertanto, di un forte intervento dei nostri ministri contro una norma sulla concorrenza assolutamente dannosa per la nostra economia turistica, affinché si arrivi presto a un decreto sugli indennizzi in grado di soddisfare veramente le legittime aspettative degli operatori».
Infine, così in una nota il parlamentare della Lega Jacopo Morrone: «Bene il ministro Matteo Salvini, che con la concretezza e il buonsenso che lo contraddistinguono non abbandona la battaglia giustamente intrapresa dagli operatori balneari italiani sul tema dell’indennizzo, che dovrebbe corrispondere all’effettivo valore dell’azienda da cedere. La Lega non si è mai tirata indietro dalla battaglia a favore del settore del turismo costiero italiano: l’auspicio è che anche in ambito Ue, dove il nostro paese ha un ruolo importante, si trovino spazi per un confronto positivo che tenga conto delle peculiarità del nostro modello turistico balneare per non penalizzare soprattutto le piccole imprese familiari, che rappresentano l’asse portante dell’economia in molte regioni italiane e che da sempre garantiscono servizi di alta qualità».
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