La Legge di Bilancio 2025 (legge 207/2024) ha introdotto importanti cambiamenti alla disciplina del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0, con novità significative che interessano sia i beni immateriali che quelli materiali. Ecco un’analisi dettagliata delle modifiche apportate.
Fine del credito d’imposta per beni immateriali 4.0
La novità più rilevante riguarda l’abolizione del comma 1058-ter dell’articolo 1 della legge 178/2020, che prevedeva un credito d’imposta del 10% per gli investimenti in beni immateriali 4.0 effettuati dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 (o fino al 30 giugno 2026 con il “termine lungo”).
Rimangono tuttavia salvi gli investimenti “prenotati” entro la fine del 2024, per i quali è prevista un’agevolazione pari al 15% del costo. Per beneficiarne, è necessario che entro il 31 dicembre 2024:
- l’ordine risulti accettato dal venditore
- sia stato effettuato il pagamento di acconti pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione
Tetto di spesa per i beni materiali 4.0
Per gli investimenti in beni materiali 4.0 realizzati dal 1° gennaio 2025, la legge introduce un limite massimo complessivo dell’agevolazione pari a 2,2 miliardi di euro. Al raggiungimento di questo tetto, le imprese non potranno più accedere al credito d’imposta.
A differenza di altre misure, non è previsto un riparto della dotazione finanziaria tra i beneficiari, ma una graduatoria basata sull’ordine cronologico di presentazione delle comunicazioni. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) trasmetterà all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese beneficiarie con l’ammontare del relativo credito utilizzabile in compensazione, seguendo l’ordine di ricezione delle comunicazioni.
È importante sottolineare che, una volta raggiunti i limiti di spesa previsti, il MIMIT ne darà immediata comunicazione sul proprio sito istituzionale e sospenderà l’invio delle richieste per la fruizione dell’agevolazione.
Misure del credito d’imposta per beni materiali 4.0
Le percentuali del credito d’imposta per investimenti in beni materiali 4.0 effettuati dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025 (o fino al 30 giugno 2026 con il “termine lungo”) restano invariate:
- 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 10% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro
- 5% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro
- 5% per “investimenti inclusi nel PNRR diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica” tra 10 e 50 milioni di euro
Queste percentuali si applicano secondo una logica per scaglioni. Ad esempio, per investimenti pari a 3 milioni di euro, il credito d’imposta sarà del 20% sui primi 2,5 milioni e del 10% sulla parte restante.
Modifiche alle comunicazioni al MIMIT
La legge di bilancio prevede anche modifiche agli obblighi di comunicazione al MIMIT. Un futuro decreto direttoriale apporterà le necessarie modifiche al modello di comunicazione attualmente in vigore, anche in relazione al contenuto, alle modalità e ai termini di invio.
A differenza dell’attuale sistema, che non prevede un termine perentorio per l’invio delle comunicazioni, è ragionevole attendersi l’introduzione di scadenze precise con il nuovo decreto.
Comunicazioni ex ante ed ex post
Vale la pena ricordare che, in seguito all’articolo 6 del D.L. 39/2024, per gli investimenti effettuati a partire dal 30 marzo 2024 è necessario inviare due comunicazioni al MIMIT: una prima dell’investimento (ex ante) e una dopo la sua realizzazione (ex post).
L’interpello n. 260 del 16 dicembre 2024 ha confermato la necessità di entrambe le comunicazioni, precisando che attualmente non è previsto un termine perentorio per il loro invio e che, pertanto, non si applica l’istituto della remissione in bonis. Tali comunicazioni costituiscono un presupposto per la fruizione del credito d’imposta.
Le imprese interessate dovranno quindi prestare particolare attenzione alle nuove regole e scadenze per non perdere l’opportunità di beneficiare delle agevolazioni ancora disponibili.
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