Nel corso del 2024, la produzione manifatturiera piemontese ha registrato una forte difficoltà del tessuto industriale, in netto contrasto con il trend positivo degli anni precedenti, quando si erano osservate crescite medie annue pari a +1,5% nel 2023 e +3,4% nel 2022. I settori che trascinano giù l’andamento sono i mezzi di trasporto, metalmeccanica e tessile. Ma ci sono anche note positive, in particolare sul settore alimentare, chimico e del legno.
È quanto emerso dal “L’indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, nata dalla collaborazione di Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo, UniCredit e Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali. I dati, che studiano l’ultimo trimestre del 2024 (ottobre-dicembre) hanno confermato la flessione dei trimestri precedenti, portando il risultato complessivo annuo al -0,8%. Un’allarmante battuta d’arresto causato soprattutto dai minori investimenti delle imprese ma anche dai calanti consumi delle famiglie.
Gian Paolo Coscia: «L’indagine congiunturale rivela una fase critica per l’industria piemontese, con una contrazione prolungata della produzione dovuta a fattori geopolitici e difficoltà settoriali. È necessario sostenere i settori in crisi con l’obiettivo di rilanciare l’economia piemontese, lavorando in sinergia con imprese e istituzioni».
I DATI
L’indagine ha coinvolto 1839 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91.604 addetti e un valore pari circa a 61,5 miliardi di euro di fatturato.
Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale si segnala un trend ancora debolmente positivo per le PMI. A trainare in negativo sono le grandi aziende (quelle con oltre 249 addetti): la loro grande contrazione significativa, -7,5% del quarto trimestre 2024 e -4,4% annuo, ha un peso rilevante sul fatturato complessivo.
Quello che si riscontra è una forte influenza sulla specializzazione settoriale, che guida anche una differenziazione provinciale. Da questo punto di vista, grazie alla positività del settore alimentare, Cuneo si distingue per un incremento dell’1,5%. Nel caso torinese, che registra una flessione -2,7%, risente molto della crisi dell’automotive, accompagnata dagli importanti cali della meccanica, elettronica e metalli.
In generale, infatti, il settore più negativo è quello legato ai mezzi di trasporto, che rispetto al 2023 ha registrato un calo del 9,2%. All’interno del comparto il dato più preoccupante riguarda la produzione di autoveicoli, calata di oltre 46 punti percentuali.
I COMMENTI
Paola Garibotti, regional manager UniCredit, ha affermato: «Le imprese e le pmi sono al centro della nostra strategia di crescita. Parlando con gli imprenditori, non ne esce un quadro così drastico. Il 2025 sarà un anno difficile ma portiamo anche dell’ottimismo a questo tavolo».
Andrea Perusin, direttore regionale di Intesa Sanpaolo: «Sosteniamo crescita e competitività delle imprese di ogni dimensione, puntando su sostenibilità, indipendenza energetica, innovazione e ricerca».
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