Si è svolta questa mattina nella sala Mario Marino Guadalupi di Palazzo di Città a Brindisi la conferenza stampa sul bilancio dell’esperienza della candidatura a Capitale italiana della Cultura 2027, all’indomani della proclamazione ufficiale di Pordenone come città vincitrice. Nel corso dell’incontro, il sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna ha ripercorso il cammino della candidatura sottolineandone il valore e la portata progettuale, al di là dell’esito finale.
«Abbiamo sempre detto – ha sottolineato il sindaco Marchionna – che la nostra candidatura non era una competizione ma un’occasione per costruire un percorso culturale solido e stabile. Il titolo è andato a Pordenone, città alla quale rivolgiamo le nostre congratulazioni, ma Brindisi ha comunque vinto qualcosa di altrettanto importante: la certezza di poter investire nella conoscenza come motore di sviluppo. I progetti inseriti nel dossier troveranno realizzazione perché non sono pensati per un singolo evento ma per una trasformazione strutturale della nostra offerta culturale. Questa esperienza ci ha insegnato che la cultura non è un traguardo ma un processo e noi continueremo a lavorare per dare seguito a tutto ciò che abbiamo costruito. Lo sguardo al futuro deve appartenere a ogni parte del territorio, per questo chiederemo alle aziende che vorranno a investire di partecipare alla crescita attraverso forme di compensazione territoriale».
Il dossier ripercorre la storia e l’identità di Brindisi con uno sguardo rivolto al presente. L’on. Mauro D’Attis, deputato del territorio e vicepresidente della Commissione Antimafia, ha messo in risalto come il lavoro abbia riaffermato la capacità della città di essere non solo un luogo di accoglienza culturale, ma anche di produzione. «Brindisi – ha evidenziato l’on. D’Attis – ha ritrovato il piacere di puntare a un obiettivo di grande rilievo, riuscendo almeno una volta a superare le barriere dello scetticismo che tende a dipingere il domani con toni cupi. Numerose imprese guardano con interesse alla possibilità di investire sul nostro territorio, contribuendo con risorse e conoscenze. La sfida attuale consiste nel creare le condizioni ideali per garantire accoglienza e competenze, così da dar vita a un sistema produttivo in grado di sostenere e alimentare un circolo virtuoso tra cultura, economia e innovazione. Il percorso della candidatura ha avuto il pregio di avviare una discussione che si estende oltre il 2027, gettando le fondamenta per uno sviluppo solido e duraturo».
Nel corso della conferenza è anche emerso l’impegno del Ministero della Cultura a riconoscere il valore delle proposte presentate dalle città finaliste: il ministro Alessandro Giuli ha sottolineato l’importanza di sostenere le progettualità concorrenti anche attraverso strumenti dedicati che saranno definiti e comunicati nelle prossime settimane.
«La candidatura – ha aggiunto il Prefetto di Brindisi, dott. Luigi Carnevale – ha un valore che va ben oltre il titolo. Il termine “capitale” può essere declinato al femminile e al maschile. La flessione al femminile è sfumata, tuttavia rimane il capitale delle idee, dei progetti e degli uomini. La cultura è un investimento a lungo termine ed è necessario che il patrimonio progettuale costruito non rimanga sulla carta. Al centro del dossier c’è un’idea di città che continuerà a vivere, a svilupparsi e a produrre effetti. Per questo Brindisi 2027 è un’onda inesauribile già in viaggio verso il futuro».
A ribadire il valore di quanto realizzato, Chris Torch, direttore del progetto “Navigare il futuro”, il quale ha evidenziato come il percorso abbia generato una consapevolezza nuova nella città e nei suoi cittadini. «Abbiamo dimostrato – ha spiegato Torch – che Brindisi è in grado di immaginare il proprio futuro attraverso la cultura e strategie improntate al coinvolgimento della comunità. L’ascolto è stato sistematico e analitico. La candidatura ci ha permesso di tessere relazioni con istituzioni culturali nazionali e internazionali, di confrontarci con altre realtà, di definire progetti che hanno un respiro ben più ampio di un singolo anno di programmazione».
Alla conferenza è intervenuto anche Diego Caianiello, ex sindaco dei ragazzi, il quale ha voluto sottolineare il valore dell’esperienza e il significato che la candidatura ha avuto per i più giovani: «Quella di Brindisi non è una sconfitta – ha concluso -. Il vero traguardo è aver portato la candidatura nell’immaginario dei miei coetanei perché significa che i ragazzi della mia età iniziano a guardare al futuro della città e a riconoscere nella cultura un motore fondamentale per le generazioni che verranno. Questo percorso ha acceso una consapevolezza nuova dimostrando che il futuro di Brindisi è un tema che riguarda tutti, anche noi giovani».
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