Sale il tasso sui mutui e cala la domanda di prestiti


Lo rileva l’Associazione bancaria italiana nel suo rapporto mensile. Il tasso medio passa dal 3,12% di gennaio al 3,17% di febbraio

A febbraio torna a salire il tasso medio sui mutui per l’acquisto di case, dopo la discesa degli ultimi mesi. Come rileva l’Associazione bancaria italiana nel suo rapporto mensile, si passa dal 3,12% di gennaio al 3,17%, mentre il livello rispetto a dicembre 2023 è sensibilmente più basso, quando si attestava al 4,42%. Al contempo, il rallentamento della crescita economica, contribuisce a deprimere la domanda di prestiti, e nel secondo mese dell’anno i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dello 0,6% rispetto a un anno prima, in lieve attenuazione rispetto al -0,7% del mese precedente.

Prestiti a imprese e famiglie

L’Abi osserva che a gennaio i prestiti alle imprese erano diminuiti dell’1,9% mentre quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,4%. Più in dettaglio, sul fronte delle nuove operazioni di finanziamento alle imprese il tasso medio è sceso al 3,98% dal 4,15% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023, mentre per quanto riguarda la raccolta bancaria a febbraio il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) è stato del 2,49%.

Tasso superiore a quello medio dell’area euro

A gennaio tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 2,66%; area dell’euro 2,55%). Rispetto a giugno 2022, ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 220 punti base. Inoltre il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a febbraio 2025 è stato del 3,16%, con un incremento di 185 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.

A febbraio infine il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato dello 0,82% (0,85% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente, che non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi, è lo 0,39% (0,41% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022). Lo spread sulle nuove operazioni (differenza tra tassi sui nuovi prestiti e nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a febbraio 2025 è di 180 punti base.

“Incertezza a livello geopolitico”

Il rapporto poi osserva un assestamento dei tassi di mercato nei primi giorni di marzo: i tassi a breve termine si sono stabilizzati o leggermente ridotti, mentre quelli a lungo termine hanno registrato un rialzo. Andamento che il vice direttore vicario dell’associazione, Gianfranco Torriero, ha attribuito a fattori come “l’incertezza a livello geopolitico”.

Per i tassi di mercato l’Abi rileva una stabilità nei primi 13 giorni di marzo del tasso Euribor a 3 mesi, in media al 2,52%. Il tasso lordo dei Bot a sei mesi è stato in media del 2,32% in calo di 9 punti base rispetto a febbraio (2,41%). Il tasso irs a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,64%, in aumento di 25 punti base rispetto a febbraio (2,39%), mentre il tasso lordo dei Btp a 10 anni è stato in media del 3,84% in aumento di 32 punti base rispetto a febbraio (3,52%).

A gennaio i crediti deteriorati netti, cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche, sono diminuiti a 30,5 miliardi di euro, da 32,1 miliardi di settembre 2024 e ai 30,5 miliardi a dicembre 2023. Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di circa 166 miliardi.

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