“L’Assessore allo Sviluppo Economico Francesco Cupparo -si legge in una nota- oggi a Roma al Tavolo Mimit sulla vertenza CallMat ha illustrato un progetto di massima predisposto dall’Assessorato Attività Produttive alla luce delle interlocuzioni, intercorse nel primo trimestre dell’anno, con altri Dipartimenti regionali (la Presidenza, l’Agenda Digitale, la Sanità) con TIM, con l‘azienda CallMat, con le Organizzazioni sindacali e Confindustria Basilicata. Quadro attuale occupati. I dipendenti CallMat nel sito di Matera sono 377; pochi hanno un contratto a tempo pieno, la maggior parte ha un “part time” variabile dal 75% al 50%. Per tale motivo, i 377 lavoratori corrispondono a 289 lavoratori in termini FTE (equivalenti full time). Si tratta di lavoratori domiciliati nella città di Matera e nella provincia di Matera, ed anche di alcuni lavoratori residenti nei vicini comuni della Puglia e della Campania. Costi. Il costo lordo annuo di questo personale attualmente ammonta a circa 8,576 milioni di euro. I costi stimati nel progetto di massima sono pari a circa 15 milioni di euro e tengono conto delle spese del personale, della locazione degli spazi e della logistica. La Regione si è sforzata di individuare le risorse finanziarie pari a 10 milioni di euro per coprire i 2/3 del progetto ed auspica che vi sia un cofinanziamento con fondi nazionali (pari a 1/3 del costo). A riguardo, dopo le interlocuzioni con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 13 marzo u.s. è stata formalizzata a detto Dipartimento la richiesta di cofinanziamento mettendo la stessa anche all’attenzione della Conferenza delle Regioni e, in particolare, della “Commissione per l’innovazione tecnologica e digitalizzazione”. Tempi. Il progetto potrebbe partire ad inizio ottobre 2025. E’ prevista una progettualità che parte a ottobre 2025 e durerà fino alla fine del 2027.” Il progetto – ha spiegato Cupparo – prevede tre direttrici: 1) La digitalizzazione e dematerializzazione degli archivi cartacei. La Regione Basilicata attualmente dispone di archivi cartacei conservati e gestiti da una società aggiudicataria del servizio di archiviazione. I fascicoli da digitalizzare corrispondono a circa 20 chilometri lineari. A questi dovranno aggiungersi una parte dei documenti delle aziende sanitarie ed ospedaliere di Potenza e Matera, corrispondenti a circa 30 chilometri. L’attività consisterà non solo nella mera scansione documentale, ma anche nella indicizzazione di questi documenti che costituisce il valore aggiunto dell’attività. Questa attività riguarderà circa 175 lavoratori FTE (dei 289). Sono noti i vantaggi di tale attività in termini di facilità di accesso e consultazione dei documenti tramite i sistemi informatizzati regionali; possibilità di elaborazione di statistiche utili ad informare la programmazione e l’azione amministrativa. Per l’attuazione di tale attività – ha detto l’Assessore – abbiamo verificato che la modalità attuativa più adeguata è quella prevista dal decreto PNRR (articolo 21 D.L. n. 19/2024), ossia avvalendoci dell’Istituto Poligrafico dello Stato. 2) La seconda direttrice sono i percorsi di formazione del personale impiegato da attivare sia prima dell’avvio dell’attività di digitalizzazione che nella fase iniziale della stessa. 3) Il terzo aspetto messo in campo con le aziende sanitarie della Basilicata è la rimodulazione del progetto relativo al servizio 116117, ossia il Numero Europeo Armonizzato-NEA per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassa intensità. Stiamo cercando di localizzare la centrale operativa del servizio, ossia l’infrastruttura tecnologica – ha riferito Cupparo – su Matera. Tale attività potrebbe coinvolgere circa 20/25 operatori di call center a servizio dell’operatore di telefonia aggiudicatario di detta attività. L’idea ovviamente è quella di prevedere l’attivazione di alcuni degli attuali lavoratori CallMat. A fronte dell’impegno assunto dalla Regione e delle ipotesi illustrate, l’assessore ha chiesto alcune garanzie a TIM, ossia di assicurare volumi tali da poter coinvolgere circa 114 lavoratori FTE fino alla fine del 2027. E’ noto che l’attività portata avanti dall’Istituto Poligrafico dello Stato, in base al decreto PNRR, prevede il coinvolgimento di altri operatori (Poste Italiane o TIM). Ed è noto che detti operatori, a loro volta, dovranno individuare soggetti qualificati in grado di svolgere le attività di digitalizzazione. A questo proposito fermo restando le prerogative di Poste o di TIM e la trasparenza delle procedure di affidamento, l’Assessore ha auspicato che sia esplorato ed assicurato il pieno coinvolgimento di imprese locali, ovviamente in possesso di adeguati requisiti. Apprezzamento è stato espresso da Mattia Losego, che al Mimit coordina il Tavolo di crisi, per l’impegno e la soluzione prospettati; i sindacati presenti al Tavolo hanno apprezzato lo sforzo della Regione ed anche il tempismo della proposta. Nei prossimi giorni la Regione avvierà le interlocuzioni con il Dipartimento per la trasformazione digitale per definire i dettagli della proposta progettuale che dovrà essere condivisa nella riunione della “Commissione per l’innovazione tecnologica e digitalizzazione” della Conferenza delle Regioni. Il tavolo della vertenza è stato aggiornato il 6 maggio sempre al Mimit.”
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