
Al Consiglio Europeo del 20 marzo è stato raggiunto un accordo parziale sulla proposta della Commissione Europea Rearm Europe – Readiness 2030. Le posizioni divergenti dei Paesi Membri non riguardano l’approccio generale bensì le questioni sull’indebitamento e la flessibilità di bilancio per finanziare l’aumento della spesa, e sui prestiti in merito ai criteri di eleggibilità e alla partecipazione di Paesi terzi. Le Conclusioni del Consiglio sottolineano la necessità di avviare urgentemente l’attivazione di strumenti per rafforzare le capacità, e di proseguire i lavori sulle opzioni di finanziamento. Su questo aspetto la Commissione è invitata a considerare la possibilità di utilizzare ulteriormente i programmi UE, ad esempio basandosi sull’esperienza dei Paesi Membri con InvestEU. La Presidente del Consiglio ha sottolineato che è stata accettata la richiesta di abbinare agli strumenti esistenti anche garanzie europee per stimolare capitali privati.
In precedenza, al Consiglio Economia e Finanza dell’11 marzo l’Italia ha avanzato l’idea di un sistema di garanzie europee di 16 miliardi ispirato dal meccanismo finanziario InvestEU, con l’obiettivo di attrarre capitali privati. L’effetto moltiplicatore di una garanzia pubblica con questo valore mobiliterebbe 200 miliardi € di investimenti privati in un periodo di 3 o 5 anni. Parimenti sono state sollevate criticità circa l’idea di una clausola di esenzione degli investimenti difesa dal Patto di Stabilità, in quanto i suoi effetti risulterebbero differenziati in funzione dei livelli di indebitamento pubblico e quindi dello spazio fiscale disponibile tra i 27 Paesi UE. In assenza di garanzie come il debito comune europeo o a nuovi prestiti nazionali si dovrebbero ridurre voci sociali prioritarie dei bilanci nazionali. Questa prospettiva non è considerata accettabile; da qui la ricerca di opzioni alternative con meccanismi di garanzie europee ex bilancio UE e BEI che siano “appealing” per gli investitori privati.
Una riflessione sul dossier InvestEU anche per la difesa può fornire elementi di comprensione e attenzione nell’attuale processo legislativo del dossier Rearm Europe. Nel 2019-2020 la CE, ECFIN – Commissario Gentiloni – anticipò il tema delle misure finanziarie per l’industria della difesa, avviando un dialogo innovativo con stakeholders pubblici e privati(Banche di Promozione Nazionale come la CDP di Paesi Membri, Ministeri del Tesoro, fondi di investimento, industrie della difesa. L’iniziativa dei workshops ECFIN “designing new financial instruments to support EDTIB within the MFF” riguardava modelli e modalità di impiego di strumenti equity e debito, poi estesi a fondi e strumenti europei specifici per sostenere le fasi del ciclo di vita di un sistema difesa, e focus sull’adattamento dei fondi BEI e alle garanzie InvestEU in vista del suo nuovo Regolamento.
Si ricorda che InvestEU è un meccanismo finanziario che si fonda su garanzie fornite dal bilancio UE per stimolare l’investimento privato. Coinvolge intermediari finanziari, con la BEI (Banca Europea degli Investimenti) come principale attore e le Banche Pubbliche Nazionali complementari, per fornire un portafoglio ad esempio di garanzie e investimenti in equity in alcune aree tematiche. L’effetto leva per mobilitare risorse aggiuntive sulla falsariga del Piano Juncker è stato indicato in 1:12 volte. È previsto lo “sviluppo dell’industria della difesa per contribuire all’autonomia strategica dell’UE, il sostegno alla catena di approvvigionamento di PMI e imprese a media capitalizzazione anche per le collaborazioni in EDF come spazio e cyber sicurezza, i settori duali disrupting, le infrastrutture per formazione e ricerca.”
Nel 2021, a seguito del deterioramento della situazione securitaria fu varato il Fondo InvestEU che include gli investimenti in settori strategici per la UE di EFSI (European Fund for Strategic Investment).
Tuttavia, il risultato non è stato all’altezza delle aspettative della CE e delle imprese per l’inflessibilità del Consiglio e di Berlino. InvestEU è stato ridimensionato in favore di Next Generation EU che prevede grants e loans, mentre InvestEU riguarda garanzie su prestiti delle Banche di Promozione Nazionale e della BEI. Il budget per le garanzie è stato ridotto da 74 a 26 Mld€. Non sono state accettate proposte per la nuova area “New Strategic European Investment Window” da 32 Mld€, dedicata ad aree chiave per l’autonomia UE, quali criticalinfrastructures (ad es. aerospazio, difesa, comunicazioni digitali, sensitive facilities), tecnologie digitali (es. AI, robotics, cybersecurity, advancedmaterials), ICT components and devices, criticaltechnologies(security, defense, space, dual-use). Queste attività sono state ridimensionate e incluse orizzontalmente nelle aree su cui è strutturato InvestEU.
Alcune istanze industriali sono state comunque recepite, come la necessità di specifici strumenti per la difesa non limitati alle PMI duali. Ma l’approccio innovativo per una modifica radicale del Fondo è rimasta lettera morte. Riguardava un’inversione di ruoli tra le Banche e la BEI, mirando a superare i noti vincoli BEI sull’eleggibilità dei progetti di difesa, prevedendo la preminenza (ruolo primario) o un ruolo autonomo per le Banche di Promozione Nazionale e un ruolo complementare alla BEI.
I prossimi sviluppi sono promettenti. All’inizio dell’anno la CE ha annunciato una riforma di InvestEU con una proposta di Regolamento sulle garanzie UE, mirato a obiettivi di maggiore efficienza e semplificazione nell’ambito del pacchetto legislativo Omnibus, prevedendo fondi supplementari per 2,5 miliardi. L’incremento della garanzia pubblica UE beneficerà tre Policy Areas, Clean Industrial Act, Competitiveness Compass, Investments for EU policy priorities, includendo “any potential new initiatives in priority areas such as defence industrial policy, including space assets, dual-use activities or military mobility.” La CE prevede che le risorse aggiuntive mobiliteranno 25 miliardi di investimenti pubblici e privati entro il 2027, e ulteriori 25 miliardi considerando l’efficientamento di InvestEU e combinazioni degli altri programmi di supporto a debito EFSI, CEF e InnovFin.
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