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Non è ben chiaro che conseguenze avrà la discussa decisione dell’amministrazione di Donald Trump di smantellare il dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti. Sia perché non si sa se può effettivamente farlo in autonomia, dato che per legge avrebbe bisogno dell’approvazione del Congresso, sia perché il dipartimento – che esiste dal 1979 e impiega circa 4mila dipendenti – non ha poi grandi competenze.
Negli Stati Uniti le scuole pubbliche sono finanziate e governate a livello locale seguendo linee guida generali approvate dal Congresso. Nel 2022 il governo federale ha contribuito con fondi per 125 miliardi di dollari, che si limitavano a quasi il 14 per cento del totale.
Il dipartimento dell’Istruzione gestisce però diversi programmi di aiuti: da quelli per il finanziamento delle mense scolastiche, alla realizzazione di programmi nelle aree più povere del paese, o per finanziare strutture per studenti disabili. Ma soprattutto ha ancora un ruolo fondamentale nell’erogazione dei prestiti studenteschi, che negli Stati Uniti sono per molti l’unico modo per garantirsi un’istruzione universitaria a causa delle rette costosissime. Si occupa cioè di coordinare il complesso funzionamento di tutto il sistema dei prestiti, dall’erogazione alla riscossione, e con la sua chiusura si rischiano grossi problemi per decine di milioni di famiglie.
Quelli garantiti coi fondi federali, e dunque gestiti dal dipartimento, rappresentano il 92 per cento di tutti i prestiti studenteschi: solo l’8 per cento è fornito da istituti privati, come banche o società finanziarie. Ogni anno il dipartimento dell’Istruzione presta decine di miliardi di dollari a studenti e genitori, e supervisiona per conto del governo la riscossione di quasi 1.700 miliardi di dollari di prestiti in essere verso oltre 42 milioni di persone. Se il dipartimento chiudesse, dunque, non solo non si garantirebbe più l’erogazione corretta dei fondi, con conseguenze per chi non può permettersi di studiare oltre la scuola superiore, ma non sarebbe neanche più chiaro chi dovrebbe occuparsi di riscuotere i prestiti già erogati, con un danno per le casse dell’amministrazione centrale.
Una protesta davanti alla sede del dipartimento dell’Istruzione a Washington, il 20 marzo del 2025 (AP Photo/Jacquelyn Martin)
Questo meccanismo non può smettere di funzionare da un giorno all’altro, evidentemente, anche perché il programma di prestiti federali e tutti gli altri programmi coordinati dal dipartimento sono autorizzati dal Congresso: continuerebbero a esistere anche se Trump riuscisse a smantellare il dipartimento dell’Istruzione, e qualcuno dovrebbe comunque gestirli.
In passato il Partito Repubblicano aveva chiesto che a gestire i fondi federali per l’istruzione fosse il dipartimento del Tesoro, ma venerdì Trump ha detto che probabilmente potrebbe finire per occuparsene l’Agenzia per le piccole imprese, che tratta prestiti per l’imprenditoria e che però non ha personale qualificato per gestire i prestiti studenteschi.
Un’eventuale transizione, se effettivamente Trump riuscirà a chiudere il dipartimento, rischia di essere piuttosto caotica, e di creare inefficienze, ritardi e anche errori in tutto il sistema di erogazione e riscossione dei prestiti studenteschi. La materia del resto è molto tecnica e specifica: è peraltro possibile che qualsiasi agenzia erediterà la competenza si ritroverà a dover comunque assumere personale specializzato, o addirittura a riassumere parte degli attuali funzionari, che la conoscono già bene. Il che vanificherebbe il risparmio che Trump e i Repubblicani puntano a ottenere con la chiusura.
Trump ha detto che la chiusura del dipartimento dell’Istruzione sarebbe servita anche per togliergli la responsabilità dei programmi scolastici, perché a suo dire contribuiva attivamente alla diffusione della cosiddetta “cultura woke”. Ha promesso che sarebbero tornati i singoli stati a decidere cosa viene insegnato nelle scuole: in realtà è già così, e il dipartimento non se ne occupa in alcun modo.
– Leggi anche: Trump sta cercando di smantellare anche il dipartimento dell’Istruzione
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