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Nell’indagine conoscitiva della Commissione ambiente l’evoluzione del quadro normativo, i benefici ambientali dei bonus, costi, le proposte per la riforma
La VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera ha approvato il 15 marzo 2025 il documento conclusivo relativo all’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia
In vista di un riordino del quadro normativo, nel documento la commissione ha esaminato il sistema dei bonus edilizi prendendo in considerazione le informazioni raccolte durante le audizioni e le più recenti evoluzioni normative italiane (Legge Di Bilancio 2025) ed europee (EPBD).
L’indagine – durata oltre un anno è mezzo – mostra come gli strumenti di incentivazione, attivi dal 2007, abbiano avuto un impatto positivo sull’efficienza energetica, con una particolare accelerazione a partire dall’introduzione del superbonus.
Il superbonus, tuttavia, ha riguardato solo il 3 per cento degli edifici (su 12 milioni) che necessiterebbero di interventi di efficientamento. In termini di costi, la riduzione di CO2 ottenuta col superbonus è costata circa 10 volte il valore di riferimento sul mercato ETS, anche a causa dell’aumento dei prezzi innescato dal picco di domanda in un arco temporale troppo ristretto, causando una distorsione del mercato di riferimento e uno shock dei prezzi.
Secondo quanto rilevato in un’audizione della Banca d’Italia nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia svolta presso la Commissione bilancio della Camera, i benefici ambientali del superbonus ripagherebbero i costi finanziari in circa quaranta anni sulla base di un’analisi costi-benefici che mette a confronto il costo con il valore monetario attualizzato della riduzione attesa delle emissioni di gas serra adottando un tasso di sconto di poco inferiore al 2 per cento e assegnando un peso relativamente maggiore
ai danni che si verificheranno nei paesi a basso reddito.
Allo stesso, gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 richiedono un ripensamento delle azioni per massimizzare l’efficacia degli interventi è la revisione del sistema di incentivi edilizi, allo scopo di renderlo più razionale ed efficiente, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di equilibrio della finanza pubblica.
A tal proposito, particolarmente importante è stata l’audizione del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica che ha definito le coordinate dell’attesa riforma dei bonus edilizi.
Essa dovrà avere una durata almeno decennale, prevederà diverse aliquote di detrazioni in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità. In particolare, dovrà essere indirizzata prevalentemente all’unità immobiliare soggetta all’obbligo della direttiva « case green » (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica ed edilizia residenziale); garantire aliquote distribuite in un massimo di 10 anni; ammettere la combinazione di più interventi; essere affiancata da
strumenti finanziari di supporto, ad esempio finanziamento a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento e cessione del credito, con condizioni di favore per le persone in condizione di povertà energetica.
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Sulla base delle conoscenze acquisite e delle proposte emerse nelle audizioni, con particolare riferimento all’impatto ambientale, si ritiene opportuno formulare le seguenti considerazioni per una revisione organica degli incentivi nel settore edilizio:
- Stabilità del quadro normativo: definire un sistema stabile per evitare distorsioni sui prezzi, garantire la sostenibilità nel tempo degli investimenti e tutelare famiglie e operatori economici;
- Razionalizzazione delle agevolazioni: evitare sovrapposizioni tra spese ammesse in più regimi di sostegno e incentivi ad interventi che sarebbero comunque realizzati anche senza agevolazioni;
- Semplificazione normativa e procedurale: la commissione propone di unificare le agevolazioni in un unico testo normativo e di semplificare gli adempimenti per i beneficiari, al fine di rendere le procedure più rapide ed efficienti;
- Modulazione delle aliquote e dei finanziamenti: è opportuno calibrare gli incentivi in base a diversi fattori, come la condizione economica dei beneficiari, la classe energetica dell’edificio e il risparmio energetico generato;
- Obiettivi climatici ed energetici: puntare al risparmio energetico, alla riduzione delle emissioni e all’incremento dell’autonomia energetica da fonti rinnovabili, incentivando la realizzazione di impianti solari ed eolici per l’autoconsumo e l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici;
- Incentivi per contesti edilizi e urbanistici più ampi: favorire interventi su interi condomini o quartieri per massimizzare l’impatto ambientale, sociale e di sicurezza;
- Qualità e innovazione nei materiali e nelle tecnologie: premiare l’uso di materiali ad alte prestazioni in termini di sostenibilità e riciclabilità, valutando anche il loro impatto complessivo nella riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici;
- Interventi per la riduzione del rischio sismico: affinare i criteri di valutazione per misurare con maggiore precisione l’impatto degli interventi di miglioramento sismico;
- Efficientamento degli edifici pubblici e sociali: finanziare il miglioramento della performance energetica di edifici pubblici e dell’edilizia residenziale sociale con un nuovo Conto termico;
- Qualificazione delle imprese edilizie: promuovere la qualificazione delle imprese che operano nel settore dell’efficientamento energetico, migliorando così la qualità degli interventi e la competitività del mercato;
- Monitoraggio degli effetti degli incentivi: prevedere un sistema di controllo periodico sulle misure di incentivazione, per valutarne l’efficacia, ottimizzare la spesa pubblica e accelerare il processo di efficientamento energetico, in linea con gli obiettivi del PNIEC.
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