26 Marzo 2025
Non solo BTP & Co., anche prestiti banche in pericolo


Un nuovo attenti a Lagarde e ai falchi della BCE sui tassi, ma anche sulla fine dei bazooka monetari pro BTP e bond dell’area euro, è stato lanciato da Piero Cipollone, esponente del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.

Cipollone è noto per essere voce dovish dell’istituzione, così come Fabio Panetta, governatore di Bankitalia e membro del Consiglio direttivo dell’Eurotower: in particolare, quest’ultimo ha rimarcato spesso come il processo disinflazionistico dell’area euro stia andando avanti e come, di conseguenza, non ci sia alcuna necessità di continuare a sacrificare la crescita del PIL del blocco in nome di percezioni di minacce inflazionistiche molto probabilmente esagerate e non corrispondenti alla realtà dei fatti.

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Diversi gli appelli che sono stati lanciati più volte sia da Cipollone che da Panetta in tal senso, ogni volta bocciati tuttavia dagli esponenti falchi della BCE, in primis dal falco austriaco, che ha fatto sentire più volte la sua voce hawkish.

Piero Cipollone è tornato a parlare di tassi, ma anche della decisione dell’Eurotower di staccare la spina ai programmi che finora hanno blindato il valore dei Titoli di Stato dell’area euro, in particolare di quelli delle economie più indebitate del blocco, dunque dei BTP, così come dei bond sovrani della Grecia.

Il riferimento del banchiere è stato sia al piano PEPP -Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP), noto anche come QE pandemico o altro QE, che al vecchio bazooka sfornato dall’ex presidente della BCE Mario Draghi (piano andato in pensione da un po’), ovvero al Quantitative easing.

Secondo Cipollone la fine di questi piani è stata una cattiva notizia non solo per i diretti interessati che finora ne hanno beneficiato – per l’appunto per i BTP, gli OAT francesi e i Bund tedeschi, e in generale per tutti i titoli di Stato dell’area euro – ma anche per le banche dell’Eurozona.

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BCE, non solo tassi. Occhio alla fine di quei due bazooka salva BTP

Motivo in più, magari, secondo le colombe, per rendersi conto che, prima di considerare l’opzione di fare una pausa nel ciclo dei tagli dei tassi che è stato avviato lo scorso 6 giugno 2024, e che è stato portato avanti fino all’ultima riunione della BCE del 6 marzo scorso, bisognerebbe fare altre considerazioni.

Tra queste, l’effetto che la fine dei bazooka lanciati dalla BCE avrà (e sta già avendo) non solo sui BTP e i bond sovrani dell’Eurozona, ma anche sulle banche.

Gli acquisti significativi di asset che abbiamo portato avanti in passato hanno fatto scendere i rendimenti di lungo termine dei bond sovrani fino a -175 punti base. Ora, a causa della riduzione della dimensione del nostro bilancio, questo numero è pari a -75 punti base e sta scendendo”, ha avvertito Cipollone nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano economico spagnolo Expansión, pubblicata oggi sul sito della Banca centrale europea.

Per riduzione della dimensione del bilancio della BCE, Cipollone si è riferito al piano di Quantitative Tightening.

Così come si legge infatti nell’ultimo comunicato relativo all’altrettanto ultima decisione di politica monetaria dell’Eurotower – quella con cui i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono stati ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90% – “ i portafogli del PAA (QE) e del PEPP (pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza”.

Ma questa fase di ridimensionamento del bilancio della BCE, ergo del QT – che, al momento in cui venne solo annunciato, alla fine del 2022, scatenò l’ira del governo Meloni che si era da poco insediato – fino a che punto secondo Cipollone può essere un pericolo?

Va detto che il membro italiano del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, un alert su questa manovra, lo aveva già lanciato, e neanche molto tempo fa.

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BCE taglia i tassi ma procede con QT-Quantitative Tightening (anti BTP). L'attenti

Pericolo QT-Quantitative Tightening, l’attenti di Cipollone su credito banche

Con l’intervista al quotidiano economico spagnolo Expansión, Cipollone è tornato a sottolineare che, con il QT-Quantitative Tightening che sta andando avanti, “c’è un altro fattore importante”, che non riguarda “soltanto la dimensione delle riserve della banca centrale”.

La questione, infatti, è decisamente più complicata: “Le analisi della BCE dimostrano che la composizione di queste riserve è molto importante per l’abilità delle banche di erogare prestiti ”.

Le stesse analisi “stimano che gli asset detenuti nei portafogli dei debiti (acquistati con il piano APP e successivamente con il programma PEPP) scenderanno di circa 500 miliardi di euro nel 2025 ”, un fenomeno che viene “associato a una possibile flessione di offerta del credito pari a 75 miliardi di euro ”.

Si tratta di un valore che, “guardando le cose in prospettiva, è equivalente all’incirca all’ammontare dei prestiti che le banche hanno erogato alle aziende non finanziarie nel corso del 2024 ”.

Insomma, a rischio è il credito. “Di conseguenza”, ha spiegato l’economista italiano, “dovremmo ricordare che, se non accadrà niente altro, la riduzione del bilancio della banca centrale metterà sotto pressione la capacità di prestiti delle banche ”.

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Dunque, l’appello: “Dobbiamo monitorare questo effetto e tenerne conto, nel calibrare il nostro approccio di politica monetaria ”.


Tassi BCE, da inflazione Italia messaggio a Lagarde, mentre dal falco arriva diktat per riunione aprile

Paradosso BCE, su QT prova di coraggio più dalla Fed di Powell

Inevitabile a questo punto pensare alla differenza di approccio al Quantitative Tightening tra la Fed di Jerome Powell (alle prese con un’economia, quella USA, sicuramente più solida di quella zoppicante dell’area euro) e la BCE di Christine Lagarde, visto che la prima, così come annunciato nel secondo Fed Day del 2025, ha già deciso di premere il pedale del freno al QT (pur se la gaffe di Jerome Powell non è passata certo inosservata). La seconda, invece, ovvero la Banca centrale europea, neanche starebbe considerando di allentare il ritmo del QT, mollando anzi ulteriormente al loro destino i BTP & Co., con la fine di quello scudo annunciata a dicembre.

Tutto questo, a fronte di un contesto macroeconomico dell’Eurozona che, secondo Cipollone, avalla l’arrivo di altri tagli dei tassi, dal momento che, “stando ai dati che abbiamo a disposizione, è probabile che raggiungeremo l’obiettivo di inflazione prima di quanto indicato dalle ultime proiezioni”.

Certo, Cipollone non si è discostato dalle dichiarazioni ufficiali di Christine Lagarde, ricordando che “la BCE affronterà ogni meeting con una mentalità aperta, considerando i dati disponibili e prendendo le decisioni di riunione in riunione”.

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Detto questo, se è vero che “ogni aggiustamento dipenderà da come l’economia evolverà e dal modo in cui le incertezze saranno risolte, le condizioni attuali rendono plausibile che la politica monetaria sarà meno restrittiva mentre, in questo momento, l’outlook rimane in linea con le nostre previsioni di marzo”. Tra l’altro, “i prezzi energetici sono scesi in modo significativo”.


Tassi BCE e Fed, fino a dove scenderanno nel 2025

BCE, dilemma tra inflazione e PIL. Da Cipollone sì ad altri tagli tassi

È vero che “la revisione al rialzo delle stime sull’inflazione di questo anno si è basata sull’aumento dei costi energetici, ma la pressione si è indebolita, visto che il trend si sta ribaltando”, ha detto ancora Cipollone: “Seconda cosa, l’euro si è apprezzato e i tassi reali sono aumentati, fattori che contribuiscono a una inflazione più bassa”.

Occhio inoltre all’effetto dei dazi di Donald Trump: “Se gli Stati Uniti imponessero i dazi sulle esportazioni europee, ci sarebbe un impatto negativo sulla domanda, che rafforzerebbe ulteriormente il trend al ribasso dell’inflazione. Allo stesso tempo, le tensioni commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti potrebbero portare la Cina a dirottare i suoi prodotti verso il mercato europeo, intensificando la pressione al ribasso sui prezzi ”.

Secondo l’esponente dell’Eurotower, in sostanza “se il percorso e la nostra narrativa saranno confermati, dal mio punto di vista ci sarà spazio per allentare ulteriormente la nostra politica monetaria ”. Occhio, però: “In qualsiasi caso, è importante impedire alla politica monetaria di mantenere la crescita del PIL dell’area euro al di sotto del suo potenziale se non è necessario farlo per controllare l’inflazione”.

Di seguito, l’altro avvertimento: “Se continueremo a crescere al di sotto del nostro potenziale, finiremo per mettere a repentaglio quel potenziale. Gli investimenti sono essenziali per sostenere e per far crescere l’economia, mentre la riduzione non necessaria degli investimenti può danneggiare la crescita di lungo termine e rendere l’economia più vulnerabile agli shock ”.

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Il nuovo messaggio dovish è dunque arrivato: bisognerà vedere a questo punto se gli attenti di Cipollone basteranno a convincere Lagarde a tagliare di nuovo i tassi di interesse dell’area euro nella prossima riunione di aprile (occhio al calendario delle riunioni della BCE).

Secondo Piero Cipollone, i motivi per tagliare ulteriormente i tassi si sono addirittura rafforzati. Dall’altro lato, tuttavia, oltre al falco Robert Holzmann, c’è anche Isabel Schnaebel, che fa parte anche lei del Comitato esecutivo della Banca centrale europea e che ha causato ultimamente un bel po’ di problemi ai BTP e ai bond dell’Eurozona, dando a Lagarde un consiglio diametralmente opposto a quello di Cipollone.

L’asse dei falchi, dopotutto, non è così debole: tutt’altro, se si considerano le dichiarazioni hawkish che di tanto in tanto tornano a palesarsi.


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