
Il rapporto del Mimit rivela una crescita del 7,4% delle domande di brevetto per invenzione industriale, segnale di un sistema imprenditoriale sempre più orientato alla ricerca e sviluppo.
La corsa all’innovazione prende velocità
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha pubblicato il rapporto annuale sulle attività brevettuali, rivelando dati incoraggianti per l’ecosistema innovativo italiano. Nel 2024, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) ha registrato 10.148 domande di brevetto per invenzione industriale, con un incremento del 7,4% rispetto all’anno precedente. «I numeri dimostrano una rinnovata fiducia delle imprese nella ricerca e sviluppo», commenta Luca Rossi, direttore generale per la Proprietà Industriale del Mimit.
Mentre i brevetti per invenzione segnano il passo, si registra invece una lieve flessione (-1,1%) nelle domande di brevetto per modello di utilità, ferme a 1.830 richieste. Il dato complessivo dei provvedimenti emessi dall’UIBM (34.358) mostra una diminuzione del 7,3%, principalmente attribuibile alla riduzione delle richieste di convalida di brevetto europeo dopo l’introduzione del brevetto europeo con effetto unitario.
I numeri che raccontano l’innovazione italiana
Nel dettaglio, nel 2024 sono stati concessi 9.027 titoli nazionali:
- 7.532 brevetti per invenzione industriale
- 1.273 brevetti per modello di utilità
A questi si aggiungono i brevetti concessi nella fase nazionale di esame delle domande internazionali. Le convalide di brevetti europei sono state 20.821, con un numero variabile di certificati complementari di protezione per medicinali e fitosanitari. «L’Italia conferma la sua attrattività nel panorama internazionale dell’innovazione», osserva Rossi.
Particolarmente significativo l’aumento delle richieste da parte di aziende straniere, soprattutto da Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti, che dimostrano un crescente interesse per il mercato italiano. Questo trend è evidenziato dall’incremento delle richieste di esame di domande internazionali di brevetto, segnale di un riconoscimento globale delle potenzialità del nostro sistema produttivo.
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