
Abbiamo già trattato in altro articolo del nostro Focus dell’interpello, l’istituto che consente al contribuente di rivolgersi all’Agenzia delle Entrate per ottenere una risposta relativa a un caso concreto e personale.
In questo approfondimento andremo a delineare le diverse tipologie di interpello secondo quanto disposto dal novellato art. 11 dello Statuto dei diritti del contribuente (a seguito delle modifiche introdotte con il D. Lgs. n. 219/2023). In particolare:
- Interpello interpretativo consente al contribuente istante di ottenere il parere dell’Amministrazione Finanziaria riguardo all’applicazione delle disposizioni tributarie, quando vi siano condizioni di oggettiva incertezza sulla loro corretta interpretazione. La normativa chiarisce che non sussistono condizioni di obiettiva incertezza quando la soluzione è stata già fornita tramite documenti di prassi o risoluzioni dall’Agenzia delle Entrate in risposta a fattispecie analoghe.
- Interpello qualificatorio viene presentato per richiedere la corretta qualificazione di una fattispecie con riferimento alla normativa tributaria applicabile.
- Interpello antiabuso è utilizzato dal contribuente per comprendere se il comportamento che intende adottare integra una fattispecie di abuso del diritto. In particolare, l’abuso del diritto si configura quando vengono poste in essere più operazioni prive di sostanza economica che, pur rispettando formalmente la normativa fiscale, realizzano indebiti vantaggi fiscali (art. 10-bis Statuto dei diritti del contribuente).
- Interpello disapplicativo si presenta per ottenere un parere relativo alla disapplicazione di disposizioni tributarie che – per contrastare comportamenti elusivi – limitano deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta, altre posizioni soggettive del contribuente altrimenti ammesse dalla normativa tributaria. Con tale interpello si intende dimostrare che nella specifica fattispecie non possono verificarsi gli effetti elusivi.
- Interpello probatorio è volto a verificare la sussistenza delle condizioni e valutare l’idoneità degli elementi probatori richiesti dalla legge per adottare specifici regimi fiscali. Tale interpello è riservato ai soggetti che aderiscono al regime dell’adempimento collaborativo (artt. 3 e ss. D. Lgs. n. 128/2015) e ai soggetti che presentano istanza di interpello sui nuovi investimenti (art. 2 D. Lgs. n. 147/2015).
- Interpello per verificare la sussistenza delle condizioni e valutare l’idoneità degli elementi probatori richiesti dalla legge ai fini dell’esercizio dell’opzione per applicare l’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero realizzati da persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia (art. 24-bis D.P.R. n. 917/1986).
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