
L’elemento culturale è cruciale anche nella Pubblica Amministrazione: per Marzano sarebbe molto importante alleggerire la burocrazia.
“Il Codice dell’Amministrazione Digitale ha 20 anni ed è stato cambiato così tante volte che è diventato un testo mostruoso”, dichiara l’esperta di trasformazione digitale. “Servono delle linee guida chiare e snelle. Lo stesso vale per le gare d’appalto, così complesse da richiedere lunghi e farraginosi processi decisionali. Alla fine tra la scelta di una tecnologia e la sua effettiva adozione passa troppo tempo e si rischia che quella tecnologia sia già superata”.
L’IT come business partner: così il CIO non può sbagliare
Per evitare problemi, bisogna comunicare e gestire il cambiamento, sottolinea Pagnini: “È come costruire una nuova corsia in autostrada: c’è un lavoro in corso che crea qualche disagio e richiede tempo e occorre mettere dei cartelli per informare sull’andamento, i tempi previsti e i benefici attesi. Fare comunicazione interna sui progetti e gestire le escalation è essenziale, anche perché la comunicazione chiara sulle finalità delle iniziative è la base per il change management”.
Il change management è riconosciuto da tutti i CIO come una componente chiave della trasformazione digitale, perché deve guidare le persone alla nuova modalità operativa, accompagnandole a superare la naturale resistenza.
Potremmo dire, in effetti, che non fare change management è l’errore più grande di tutti che si porta dietro tutte le altre mancanze. E che il CIO difficilmente sbaglia se è una figura che entra nella C-suite, partecipa alla definizione delle strategie e comprende le esigenze e le priorità del business.
“Ho spesso lavorato in aziende che attraversavamo dei forti cambiamenti ed è fondamentale capirsi con il business e aiutare le persone del business a costruire i requisiti per gli strumenti digitali”, conclude Pitarresi. “In definitiva, l’IT deve essere un business partner, altrimenti, sarebbe sufficiente avere una società di consulenza al posto dell’IT interno e comprare i prodotti tecnologici”.
E sappiamo che non è così, perché non è la tecnologia da sola che fa la trasformazione e genera i ritorni.
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