31 Marzo 2025
come il cambiamento climatico è entrato nella nostra vita


Le parole della sostenibilità” nasce dall’esperienza di un viaggio. Nell’estate del 2023 ho voluto attraversare l’arco alpino in moto, per toccare con mano come quello straordinario patrimonio naturale si sta trasformando a causa dei cambiamenti climatici. L’ho fatto in compagnia di Mario Ciaccia, giornalista e fotografo della più che centenaria rivista Motociclismo, nella quale in tre edizioni è stato pubblicato un ampio reportage. Sono partito da Venezia, la mia città, arrivando fino al monte più alto del nostro continente, il Monte Bianco, attraversando le valli del Trentino, dell’Alto Adige, dell’Austria e della Svizzera.

In questo libro, edito da Marietti1820, racconto le cose che ho visto con i miei occhi e toccato con mano: lo scioglimento dei ghiacciai, la tempesta Vaia, il difficile rapporto tra l’uomo e i grandi carnivori – in particolare l’orso e il lupo – il tragico inquinamento da Pfas, che ha colpito in modo eccezionalmente grave il Veneto, tanto da farlo definire dall’Onu “il più grande inquinamento nella storia dell’Europa”. Nei capitoli successivi alzo lo sguardo, in una visione complessiva, perché la crisi climatica non ha confini e siamo tutti interdipendenti. Affronto dunque il tema del caro bollette per famiglie e imprese (legate al costo dei combustibili fossili, in particolare il gas) e poi il cambiamento climatico, analizzando le cause, i numeri, le soluzioni, intrecciando le politiche locali con quelle dell’Unione europea, degli Stati Uniti, della Cina e delle Nazioni unite. Analizzo poi il futuro dei territori dove viviamo e delle nostre città in particolare, sviscerando dati e soluzioni sul consumo del suolo e sulla necessaria rigenerazione urbana. Spiego dettagliatamente la riforma della Costituzione in chiave ambientale e per le future generazioni, riforma che per la prima volta nella storia repubblicana integra uno dei primi 12 articoli, quelli che costituiscono i “principi fondamentali”. Riforma storica, che determinerà un mutamento di sistema per il nostro paese, alla quale da senatore ho avuto l’onore e l’onere di partecipare quale componente del Comitato ristretto dei nove all’interno della Commissione affari costituzionali del Senato, dove abbiamo scritto il testo e trovato l’accordo politico.

Prestito personale

Delibera veloce

 

L’ultimo capitolo lo dedico al concetto di “ecologia integrale”, caro a papa Francesco. Concetto, a mio avviso, capace di indicare una via d’uscita dalla crisi climatica, sociale e politico/istituzionale in corso. L’unico capace di tenere insieme sostenibilità ambientale, sociale, economica. Un messaggio di speranza, per un mondo giusto, libero dalle paure, un mondo sostenibile.

In un tempo di fake news negazioniste o riduzioniste ho fornito i dati scientifici, presentati in modo semplice. Un mondo, il nostro, nel quale il cambiamento climatico è entrato nei nostri territori, nelle nostre città, nelle nostre case. Un cambiamento per riconoscere il quale basterebbe il buon senso, affidandoci a quello che vediamo con i nostri occhi tra bombe d’acqua, grandinate con chicchi grandi più delle palline da tennis, tempeste che fino a pochi anni fa avremmo definito tropicali.

Il rapporto dell’Onu di giugno 2024 spiega come il 2023 sia stato l’anno più caldo mai registrato. Rispetto all’era preindustriale c’è stato un aumento medio mondiale di 1,45°. Da ciò deriva l’aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore, delle alluvioni, della siccità, degli incendi, delle trombe d’aria. Nel decennio 2013-22 tali fenomeni disastrosi sono aumentati del 69% rispetto al decennio precedente. Lo stesso rapporto delle Nazioni unite racconta che, a 6 anni dal 2030, dei 135 target valutabili a livello globale sui 169 associati ai 17 Obiettivi Onu solo il 17% è in linea con quanto atteso dalla storica decisione assunta nel 2015 all’unanimità dai paesi delle Nazioni unite; il 48% presenta progressi marginali o moderati; il 35% è in stagnazione o regresso. L’Emission gap report del Programma ambiente dell’Onu spiega che proseguendo di questo passo nel 2100 la temperatura media mondiale aumenterà da +2,5° a +2,9°, ben oltre gli obiettivi degli Accordi di Parigi. Secondo il rapporto di valutazione del rischio climatico prodotto nel marzo 2024 a cura dell’Agenzia europea per l’ambiente, l’Europa si sta riscaldando al doppio della velocità media mondiale, con impatto soprattutto nell’area del Mediterraneo. L’Italia potrebbe vedere un aumento della temperatura di +4° già nel 2050.

La lotta al cambiamento climatico, volenti o nolenti, è dunque la sfida che unisce tutti i paesi del mondo. Da senatore ho rappresentato il nostro paese nella Conferenza dei parlamenti dell’Onu sul cambiamento climatico. Lì ho constatato come questo sia il tema che colpisce tutti, dai paesi ricchi a quelli poveri: i ricchi che emettono e hanno emesso i gas climalteranti e i poveri, che subiscono le emissioni già emesse e le disastrose conseguenze. La presenza di questi gas in atmosfera c’è infatti da decenni, gas prodotti in maggioranza dai paesi occidentali. E lì rimarranno ancora per moltissimo tempo, causando le devastazioni a cui assistiamo, con frequenza e intensità crescente.

Contabilità

Buste paga

 

Abbiamo dunque una precisa responsabilità: abbattere le emissioni. Le quali non seguono i confini nazionali, ma accomunano tutta l’umanità nella stessa sfida, quella di preservare la casa comune, per noi e per i nostri figli.

È per questo che ogni anno si organizzano le Conferenze delle parti, le Cop sul clima e il cambiamento climatico, in cui tutti i paesi delle Nazioni unite si riuniscono alla ricerca di obiettivi comuni. Ho avuto il privilegio di rappresentare il Parlamento italiano nella Cop26 di Glasgow. Ho toccato con mano tanto l’urgenza quanto la difficoltà di individuare insieme gli obiettivi e lavorare per essi, verificandone i risultati. Ho sentito sulla mia pelle che la transizione ecologica non è una semplice e gaudente passeggiata in un giardino fiorito, ma una difficile quanto necessaria trasformazione di interi sistemi industriali, sociali ed economici. Per realizzarla sono da evitare tanto le sciocche posizioni negazioniste, quanto gli ingenui irenismi. E servono statisti, capaci di guardare al bene delle persone, non ai quattro voti in più nelle prossime elezioni di turno.

Nella mia esperienza professionale vedo quotidianamente che molte aziende sono più avanti della politica sulla transizione ecologica. Soprattutto della politica che ricorre solamente al consenso di breve periodo, la politica del giorno per giorno, senza visione, che alimenta le paure per raccogliere qualche voto in più piuttosto che cercando le soluzioni. Serve una politica che guardi avanti, che capisca che la transizione ecologica, fatta di sostenibilità ambientale, sostenibilità economica e sostenibilità sociale, è l’unica via per creare ricchezza, prosperità, sicurezza, lavoro e benessere. Accanto all’annuale bilancio ordinario di carattere economico e finanziario, alle aziende è richiesto il bilancio di sostenibilità: definizione della propria impronta ecologica, matrice di materialità, impegni misurabili per diminuire le emissioni in tutta la cosiddetta “catena del valore”, cioè dal fornitore al cliente finale. Oggi se un’azienda non è sostenibile e non persegue politiche Esg si mette fuori dal mercato. Anche quello dei capitali, nelle borse come nel private equity, e nel sistema creditizio.

Tanto a livello nazionale che europeo, deve crescere la consapevolezza che le “transizioni gemelle” (ecologica e digitale) sono un fatto e che ci sono solo due modi per affrontarle: o si subiscono e si porta il paese alla decadenza o si governano, creando benessere e lavoro.

Anche i cittadini possono fare tantissimo. Pensiamo alle nostre case. Non è un bene che l’acqua potabile – l’1% dell’acqua disponibile nel mondo – sia usata per gli sciacquoni dei wc e non sia invece raccolta a tale scopo l’acqua piovana, oppure non agiamo come in alcune città del Giappone, dove l’acqua per lavarsi le mani nel lavandino viene recuperata per lo sciacquone. Per migliorare il mondo e garantire un futuro sostenibile, servono anche piccoli passi.

In questo quadro allarmante, la domanda che molti si pongono è se l’agonia del pianeta sia inesorabile. Io sono convinto di no e sostengo che non si debba essere né catastrofisti né negazionisti. Dinanzi a quanto sta avvenendo la soluzione più sciocca, irresponsabile e pericolosa sarebbe quella di voltarsi dall’altra parte o nascondere la testa sotto la sabbia. Possiamo e dobbiamo invece partire dal dato di realtà: il cambiamento climatico in corso ha una causa precisa ed è l’aumento della presenza di gas climalteranti in atmosfera di origine antropica, dovute all’utilizzo dei combustibili fossili. Vanno dunque via via eliminati. Se interveniamo sulla causa possiamo mitigare gli effetti. Cosa vuol dire mitigazione? Vuol dire ridurre progressivamente le emissioni fino al loro azzeramento. Tanto le Nazioni unite quanto l’Unione europea hanno stabilito che tale azzeramento netto deve avvenire entro il 2050. Alcuni paesi sono più ambiziosi: la Finlandia vuole raggiungere zero emissioni nette entro il 2035, la Germania entro il 2045.

Contemporaneamente alle politiche di “mitigazione”, servono quelle per l’”adattamento”, partendo dal fatto che il cambiamento climatico è strutturale, non è di passaggio. Dobbiamo dunque adattare il territorio al cambiamento avvenuto, attraverso riforestazioni, bacini di laminazione, spazi verdi nelle città, raccolta delle acque, rigenerazione urbana. Dobbiamo farlo velocemente, anche alla luce del fatto che il cambiamento climatico porta anche a eventi meteorologici estremi. Assistiamo con sconcerto al veloce alternarsi di mesi di grande siccità a precipitazioni eccezionali, che producono devastanti esondazioni. L’alternarsi di fenomeni di questo tipo, che appaiono paradossali, sarà strutturale: assisteremo a una diminuzione delle precipitazioni medie che determineranno una siccità crescente e, contemporaneamente, precipitazioni rare ma violentissime, che in poche ore faranno precipitare una quantità d’acqua piovana che fino a qualche anno fa non cadeva nemmeno in settimane o addirittura in mesi. Lo assistiamo con sempre maggior frequenza. Lo assistiamo in particolare in Italia, il paese dell’Unione europea di gran lunga più esposto ai disastri idrogeologici. È da noi dunque che dobbiamo partire, per ristabilire il giusto equilibrio con la natura. Rimettendo al centro il bene del creato e dunque della persona. Costruendo un mondo sostenibile.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.