31 Marzo 2025
Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 121


Il Consiglio dei Ministri si è riunito venerdì 28 marzo 2025, alle ore 11.27 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

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CITTADINANZA ITALIANA E SERVIZI A CITTADINI E IMPRESE ITALIANI ALL’ESTERO

1. Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza (decreto-legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di cittadinanza.

L’intervento normativo consente l’immediata entrata in vigore di alcune delle norme previste nel disegno di legge sulla cittadinanza contestualmente approvato dal Consiglio dei Ministri e relative alla limitazione nella trasmissione automatica della cittadinanza iure sanguinis. In particolare, pur mantenendo tale principio di fondo, basato sulla discendenza da cittadini italiani, si rafforza la necessità di un vincolo effettivo con l’Italia da parte dei figli nati all’estero da cittadini italiani. Questo anche al fine di un allineamento con gli ordinamenti di altri Paesi europei e per garantire la libera circolazione nell’Unione Europea solo da parte di chi mantenga un legame effettivo col Paese di origine.

Le nuove norme prevedono che i discendenti di cittadini italiani, nati all’estero, saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni: solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita. I figli di italiani acquisteranno automaticamente la cittadinanza se nascono in Italia oppure se, prima della loro nascita, uno dei loro genitori cittadini ha risieduto almeno due anni continuativi in Italia.

I nuovi limiti valgono solo per chi ha un’altra cittadinanza (in modo da non creare apolidi) e si applicano a prescindere dalla data di nascita (prima o dopo l’entrata in vigore del decreto-legge). Resterà ovviamente cittadino chi in precedenza è già stato riconosciuto tale (da un tribunale, da un comune, da un consolato). Saranno comunque processate secondo le precedenti regole le richieste di riconoscimento della cittadinanza documentate e presentate entro le 23.59 (ora di Roma) del 27 marzo 2025.

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Inoltre, il testo interviene in materia di controversie relative all’accertamento dello stato di apolidia e di cittadinanza italiana, stabilendo che:

  • non sono ammessi il giuramento e la testimonianza quali mezzi di prova;
  • spetta a colui che richiede la cittadinanza italiana dover fornire la prova dell’insussistenza delle cause di mancato acquisto o di perdita della cittadinanza previste dalla legge.

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2. Disposizioni in materia di cittadinanza (disegno di legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha approvato un disegno di legge che introduce disposizioni in materia di cittadinanza.

L’intervento, in accoglimento dei principi sanciti dalla Convenzione europea sulla cittadinanza del 1997 ed in considerazione dei diritti connessi alla cittadinanza anche a livello europeo (cittadino dell’Unione Europea – art. 9 TUE – con conseguente riconoscimento del diritto di circolazione e di stabilimento nell’UE), introduce il principio internazionale del “legame effettivo” tra la persona e lo Stato che permette l’acquisto della cittadinanza solo in presenza di un effettivo vincolo con il Paese che la conferisce. Tale legame viene considerato effettivo in presenza del requisito della “residenza qualificata” in Italia, caratterizzata da un periodo di tempo sufficientemente lungo (pari almeno a due anni continuativi). Solo in presenza di tali vincoli oggettivi e perduranti nel tempo, potrà essere garantito l’accesso al complesso indissolubile di diritti e di doveri propri dei cittadini che formano il popolo, cui l’articolo 1 della Costituzione attribuisce la sovranità.

Il disegno di legge pertanto mette a sistema anche gli interventi di maggiore urgenza già contenuti nel decreto-legge approvato contestualmente dal Consiglio dei Ministri, apportando sostanziali modifiche alle regole di trasmissione della cittadinanza attraverso la conciliazione di una duplice esigenza, espressione di valori costituzionali differenti, il cui bilanciamento appare necessario: il mantenimento dei legami con l’Italia e l’incoraggiamento dell’immigrazione di ritorno dei discendenti degli emigrati italiani e l’affermazione dell’esigenza che l’acquisto e il mantenimento della cittadinanza italiana sia ancorato a vincoli effettivi con la Repubblica e con il suo territorio.

Occorrerà innanzitutto che l’atto di nascita dei discendenti di cittadini italiani nati all’estero sia registrato prima del compimento dei venticinque anni di età, altrimenti non sarà più possibile chiedere la cittadinanza, in base a una presunzione di “assenza di vincoli effettivi con l’Italia” per mancato esercizio dei diritti e adempimento dei doveri.

In linea con il principio del vincolo effettivo con il Paese di cui si chiede la cittadinanza, si introduce l’ipotesi di perdita della cittadinanza per “desuetudine” nei confronti del cittadino italiano nato all’estero, non residente in Italia ed in possesso di un’altra cittadinanza che, successivamente alla data di entrata in vigore delle nuove norme, non mantenga vincoli effettivi con la Repubblica italiana per un tempo di almeno 25 anni, dimostrato dal mancato esercizio dei diritti o adempimento dei doveri derivanti dallo stato di cittadino italiano.

Sarà ulteriormente rafforzato il sostegno all’immigrazione di ritorno:

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  • il figlio minore di genitori cittadini (sempre che non nasca già cittadino) acquisterà la cittadinanza se nasce in Italia o se viene a viverci per due anni, con una semplice dichiarazione di volontà dei genitori;
  • si conferma che chi ha perso la cittadinanza potrà riacquistarla, ma solo se risiede in Italia per due anni;
  • si conferma, inoltre, per chi ha anche soltanto un nonno italiano (o che è stato cittadino italiano), la possibilità di diventare cittadino dopo aver risieduto in Italia per tre anni (invece dei cinque o dieci anni chiesti rispettivamente ai cittadini europei e agli altri stranieri non europei);
  • i coniugi di cittadini italiani potranno continuare ad ottenere la naturalizzazione ma solo se risiedono in Italia.

In ogni caso viene consentito al soggetto divenuto maggiorenne la possibilità di rinunciare alla cittadinanza qualora sia in possesso di altra cittadinanza (evitando l’apolidia).

Si riconosce la trasmissione della cittadinanza per via materna ai nati dopo il 1° gennaio 1927, cioè a chi era ancora minore di 21 anni il 1° gennaio 1948, data di entrata in vigore della Costituzione repubblicana, chiarendo una questione oggetto di interpretazioni contrastanti.

Si fissano in 48 mesi i termini procedimentali del riconoscimento della cittadinanza.

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3. Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero (disegno di legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha approvato un disegno di legge per l’introduzione di disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero.

Il testo, a completamento della riforma sul riconoscimento della cittadinanza, ne rivede le procedure. I residenti all’estero non si rivolgeranno più ai consolati, ma ad un ufficio speciale centralizzato alla Farnesina. È previsto un periodo transitorio di circa un anno per l’organizzazione dell’ufficio: in questo periodo i consolati continueranno a trattare le domande di cittadinanza, ma con limitazioni nei numeri delle pratiche ricevute.

L’intento è rendere più efficienti le procedure, con economie di scala. I consolati potranno così concentrarsi sull’erogazione dei servizi a chi è già cittadino.

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Il provvedimento contiene infine altre misure per migliorare e modernizzare l’erogazione dei servizi: legalizzazioni, anagrafe, passaporti, carte d’identità valide per l’espatrio. Inoltre si prevedono misure organizzative per favorire lo sviluppo dei servizi dedicati alle imprese.

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IMMIGRAZIONE IRREGOLARE

1. Disposizioni urgenti per il contrasto dell’immigrazione irregolare (decreto-legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per il contrasto dell’immigrazione irregolare.

Le misure introdotte mirano a sfruttare a pieno le potenzialità delle strutture realizzate in Albania in base al Protocollo Italia-Albania del 6 novembre 2023, rafforzando il sistema dei rimpatri e consentendo il trasferimento non solo degli stranieri ritrovati all’esterno del mare nazionale o a seguito di operazioni di search and rescue (SAR) ma anche di quelli attualmente trattenuti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) italiani e destinatari del provvedimento di espulsione. 

Il testo, tra l’altro, prevede la possibilità di trasferire presso la struttura per il rimpatrio ubicata nella località di Gjadër, anche gli stranieri destinatari di provvedimenti di trattenimento convalidati o prorogati in quanto già destinatari di una decisione di rimpatrio.

Il trasferimento non fa venire meno il titolo del trattenimento già convalidato o prorogato dall’autorità giudiziaria (pericolo di fuga, soccorso allo straniero, accertamenti supplementari sull’identità o nazionalità, acquisire i documenti per il viaggio o la disponibilità di un mezzo di trasporto idoneo) e non produce effetti sulla procedura amministrativa – di espulsione o di respingimento – cui lo straniero è sottoposto.

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Inoltre, si attribuisce alla Direzione Centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’interno il potere di assegnazione dello straniero al CPR più vicino e la possibilità di trasferire lo straniero trattenuto in altra struttura analoga, comprese quelle albanesi. La convalida del trattenimento non preclude la possibilità di disporre il trasferimento, in ogni momento, in altro centro. In tale evenienza, ciò non pregiudica il titolo del trattenimento già adottato e non richiede un ulteriore provvedimento di convalida da parte dell’autorità giudiziaria.

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2. Relazione annuale sui Paesi di origine sicuri

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha approvato la “Relazione annuale” prevista dall’articolo 2-bis del decreto legislativo n. 25 del 2008 sui Paesi di origine sicuri. In linea con tale disposizione, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha predisposto le “schede Paese” contenenti elementi informativi che aggiornano e fanno stato della situazione dei Paesi inclusi nella lista. Tali schede sono predisposte in applicazione dei criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea (art. 37 e allegato I della Direttiva n. 2013/32/UE) e sulla base delle informazioni fornite dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo, nonché attingendo ad altre qualificate fonti di informazione, in particolare quelle fornite da altri Stati Membri dell’Unione Europea, dall’Agenzia dell’Unione Europea per l’Asilo (EUAA), dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), dal Consiglio d’Europa e da altre organizzazioni internazionali competenti.

Sulla base di tali informazioni la Relazione conferma, per il 2025, quali Paesi di origine sicuri, quelli già indicati dall’articolo 1 del decreto-legge 23 ottobre 2024, n. 158 recante “Disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale”. Nello specifico si tratta di: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.

La relazione sarà trasmessa alle competenti Commissioni parlamentari.

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PNRR

Ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026 (decreto-legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti e del Ministro del turismo Daniela Santanché, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026.

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Il decreto introduce, tra l’altro, norme volte a completare la riforma degli istituti tecnici, per accelerare il conseguimento del target PNRR previsto per l’attuazione della riforma 1.1 della Missione 4 “Istruzione e ricerca”. Sono previste, inoltre, misure volte a ridurre il ricorso ai contratti a tempo determinato.

Si consente poi un nuovo bando per la selezione delle progettualità relative agli asili nido necessarie al conseguimento del target PNRR “Piano asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia” e lo scorrimento delle graduatorie ancora disponibili all’esito della procedura già avviata nel 2023.

Si incrementa lo stanziamento di fondi, a decorrere dall’anno 2025 e a valere sullo specifico Fondo relativo al Ministero del turismo, per fronteggiare le spese relative all’esame di abilitazione all’esercizio della professione di guida turistica.

In materia di parità scolastica, si prevede che non possa essere autorizzata l’attivazione di più di una classe terminale collaterale per ciascun indirizzo di studi già funzionante in una scuola paritaria; si consente agli alunni/studenti, di sostenere nello stesso anno scolastico, gli esami di idoneità per non più di due anni di corso successivi a quello per il quale abbiano conseguito l’ammissione. Sono previste disposizioni relative all’utilizzo, da parte delle scuole, della pagella elettronica, del registro on line e del protocollo informatico.

In materia di welfare studentesco, si incrementa la dotazione dello stanziamento disponibile per la fornitura, gratuita o semigratuita, dei libri di testo a favore degli alunni più disagiati.

Si proroga per gli anni scolastici 2025/2026 e 2026/2027 la possibilità di conferire da parte dei Comuni incarichi temporanei nelle scuole dell’infanzia paritarie, attingendo anche alle graduatorie degli educatori in possesso di titolo idoneo qualora sia impossibile reperire, per gli incarichi in sostituzione, docenti con il prescritto titolo di abilitazione.

Infine, si dispone che le risorse pari a 1 milione di euro iscritte sul Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga istituito presso la Presidenza del Consiglio siano riassegnate allo stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito, al fine della definizione di percorsi di formazione e informazione destinati ai docenti di scuole secondarie di primo e secondo grado statali, per la prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti, delle dipendenze comportamentali giovanili e del disagio giovanile.

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POLIZZE CATASTROFALI

Misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali (decreto-legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha approvato un decreto-legge che differisce, per le micro, piccole e medie imprese, l’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale. Rimane fermo al 1° aprile il termine per le grandi imprese.

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AMMINISTRAZIONI STRAORDINARIE ED ENTI COOPERATIVI E MUTUALISTICI

Delega al Governo per la riforma delle amministrazioni straordinarie e per la riforma della vigilanza sugli enti cooperativi e mutualistici (disegno di legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha approvato un disegno di legge, collegato alla legge di bilancio 2025, che delega il Governo alla riforma delle amministrazioni straordinarie e alla riforma della vigilanza sugli enti cooperativi e mutualistici.

a. Amministrazione straordinaria

Gli elementi caratterizzanti riguardano la riforma organica della disciplina relativa all’amministrazione straordinaria delle imprese grandi o strategiche che versino in stato di insolvenza, attraverso:

  • il superamento dell’attuale stato di frammentazione normativa, mediante l’abrogazione del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, “Disciplina dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza” e del decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, “Misure urgenti in materia di ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza”;
  • l’ulteriore estensione del campo soggettivo di applicazione della procedura, con specifico riguardo alle imprese di carattere strategico (in continuità con quanto previsto dall’art. 4-bis del decreto-legge 18 gennaio 2024, n. 4, “Disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico”);
  • l’immediata adozione, da parte del MIMIT, del provvedimento di apertura della procedura, previa istanza dell’impresa.

b. Vigilanza sugli enti cooperativi e mutualistici

Il Governo viene delegato ad intervenire, in via principale, sulla disciplina del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, e sulle disposizioni del codice civile.

Gli elementi caratterizzanti la riforma di cui alla delega riguardano, in particolare:

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  • l’inclusione nell’attività revisionale di un costante monitoraggio sulla gestione, nonché sulla rendicontazione di sostenibilità;
  • la riforma dell’Albo delle società cooperative, volta ad assicurare che tutti gli enti cooperativi siano iscritti in un unico pubblico registro nazionale accessibile gratuitamente e digitalmente;
  • l’introduzione di una disciplina del procedimento sanzionatorio a carico del revisore cooperativo;
  • l’integrazione della disciplina della Commissione centrale per le cooperative (organo consultivo del MIMIT).

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MODALITÀ DI ACCESSO A CORSI DI LAUREA

Disciplina delle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettere a), b), c), d), e), i) e l) della legge 14 marzo 2025, n. 26 (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo relativo alla disciplina delle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettere a), b), c), d), e), i) e l) della legge 14 marzo 2025, n. 26.

Il decreto legislativo mira a garantire un equilibrio tra il diritto allo studio, la qualità della formazione e le esigenze di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

In particolare, si prevede l’eliminazione del tradizionale test d’ingresso e l’introduzione del cosiddetto “semestre filtro”, primo semestre immediatamente successivo all’iscrizione ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico, al quale gli studenti possono accedere liberamente. Al termine del suddetto semestre, con specifiche procedure, sono selezionati gli studenti ammessi al secondo semestre e a continuare stabilmente i loro studi nel percorso avviato.

Si stabilisce, inoltre, l’obbligo per gli studenti che intendano iscriversi al primo semestre di uno dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina, veterinaria o odontoiatria, di immatricolarsi ad un corso di laurea o laurea magistrale di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria, anche in sovrannumero, anche presso università diverse. Si stabilisce che quest’ultima immatricolazione è gratuita e si prevedono la graduatoria nazionale di merito e le procedure di ammissione.

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PROVVEDIMENTI APPROVATI IN ESAME DEFINITIVO

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini, ha approvato, in esame definitivo, i seguenti provvedimenti:

  1. Regolamento di organizzazione del Ministero dell’università e della ricerca (decreto del Presidente della Repubblica)
  2. Modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 30 settembre 2020, n. 165 recante l’organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro dell’università e della ricerca e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance (decreto del Presidente della Repubblica)

I testi tengono conto dei pareri espressi dalla Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato e dalle competenti Commissioni parlamentari.

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INCARICHI DI GOVERNO

Il Consiglio dei Ministri è stato sentito dal Presidente Giorgia Meloni, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, in relazione all’intenzione di proporre al Presidente della Repubblica il conferimento dell’incarico di Sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al senatore Antonio Iannone.

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INDIZIONE REFERENDUM ABROGATIVI PER L’8 E IL 9 GIUGNO 2025

Il Consiglio dei Ministri, su iniziativa del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e proposta del Presidente Giorgia Meloni, ha approvato cinque schemi di decreto da sottoporre al Presidente della Repubblica per la indizione, nei giorni di domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025, di altrettanti referendum popolari abrogativi, aventi le seguenti denominazioni:

  • “Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione”;
  • “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale”;
  • “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”;
  • “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione”;
  • “Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.

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PIANO INFRASTRUTTURE COMMISSARIO EMERGENZE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, viste le intese espresse dai comuni coinvolti e dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud, ha approvato il Piano straordinario per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale, di cui all’articolo 1 del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208 (Misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza), predisposto dal Commissario straordinario, prefetto Fabio Ciciliano.

Gli interventi interessano i comuni di Rozzano (MI); Roma, quartiere Quarticciolo-Alessandrino; Napoli, quartiere Scampia e quartiere Secondigliano; Orta Nova (FG); Rosarno (RC); San Ferdinando (RC); Catania, quartiere San Cristoforo; Palermo, quartiere Borgo Nuovo.

Per la realizzazione del piano è stata autorizzata, nel triennio 2025-2027, la spesa complessiva di 180 milioni di euro, di cui 100 milioni di euro per l’anno 2025, 50 milioni di euro per l’anno 2026 e 30 milioni di euro per l’anno 2027, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027. Per la realizzazione degli interventi possono essere utilizzate ulteriori risorse messe a disposizione dalle regioni, dai comuni, da altri enti o istituzioni locali e nazionali, nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti delle risorse disponibili nei propri bilanci.

Pur essendo accomunati dal medesimo concetto di vulnerabilità sociale, peraltro complesso e multidimensionale, i diversi contesti ambientali e amministrativi dei comuni e delle aree metropolitane presi in considerazione sono realtà urbane tra loro differenti che, pur potendo presentare condizioni di disagio simili, devono essere necessariamente trattate in modo diverso. Per tale ragione, ai fini dell’analisi delle proposte di intervento e valutazione dei relativi benefici, ha giocato un ruolo fondamentale il rapporto con gli Enti locali, con i quali sono stati condivisi scelte e programmi di azione, tenendo nella giusta considerazione la dimensione fisica degli interventi, le caratteristiche demografiche ed economiche del posto e la percezione che le persone hanno del luogo dove vivono. Tale modalità organizzativa ha permesso un approccio integrato attraverso un’attività interdisciplinare, che ha consentito di definire i principali interventi e progetti di riqualificazione sociali e ambientali richiesti dagli amministratori locali e dalle diverse rappresentanze della cittadinanza nella convinzione di contribuire a costruire una comunità più coesa e resiliente. 

L’intera attività del Piano si basa su tre pilastri dello sviluppo sostenibile: la sostenibilità sociale, economica e ambientale.

È prevista la realizzazione di interventi urgenti, da attuarsi senza ulteriore consumo di suolo, riguardanti la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento del decoro urbano, risanamento di strutture edilizie e di spazi pubblici, ma anche attraverso azioni volte sia all’accrescimento della sicurezza territoriale sia al potenziamento della mobilità sostenibile e alla salvaguardia dell’ambiente. Nel Piano sono stati inseriti progetti che combinano la riqualificazione degli spazi urbani con iniziative culturali e sociali, per favorire l’inclusione e la coesione sociale, quali programmi di istruzione e formazione, misure di supporto alle famiglie, realizzazione di spazi di comunità e promozione alla partecipazione civica.

Gli ambiti di intervento sono numerosi e interconnessi tra loro in modo da rendere possibile uno sviluppo integrato delle comunità dei comuni coinvolti e del territorio delle aree metropolitane individuate. Si prevede, non solo, la realizzazione di interventi infrastrutturali, di risanamento degli edifici, nonché di riqualificazione urbana e del verde pubblico, ma anche l’attuazione di progetti di riqualificazione sociale, quali i programmi di istruzione e formazione, le misure di supporto alle famiglie. Ciò al fine di incentivare il tessuto sociale a prendere consapevolezza e responsabilità nei confronti del territorio in cui vive.

In relazione alle diverse linee di intervento, il Piano straordinario identifica tre macroaree:

  • interventi infrastrutturali;
  • progetti di riqualificazione sociale e ambientale;
  • eventuali ulteriori interventi o progetti.

Il Piano considera una vasta gamma di ambiti, integrando le esigenze di governance dei diversi attori coinvolti nella pianificazione, programmazione, realizzazione e monitoraggio degli interventi.

Al fine di consentirne la piena operatività, oltreché per tenere conto di eventuali sopravvenienze, è stato adottato un modello flessibile. In particolare, con riferimento alle risorse FSC 2021-2027, per ciascuna scheda di intervento sono stati indicati gli importi valutati dalle amministrazioni comunali secondo quantificazioni economiche, ovvero, in taluni casi, con valori stimati, in base alla considerazione che l’attuale documentazione relativa ad alcune progettazioni non consente l’inserimento di dati puntuali. Analogamente in punto di definizione dei cronoprogrammi, laddove gli enti locali non hanno ancora definito una precisa pianificazione temporale delle opere da realizzare.

Gli interventi previsti dovranno comunque essere avviati e ultimati entro il termine di vigenza della norma e potranno essere realizzati solo qualora i quadri economici delle opere risulteranno congrui e compatibili con gli importi stimati.

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PORDENONE CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA NEL 2027

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della cultura Alessandro Giuli, ha deliberato il conferimento al Comune di Pordenone del titolo di “Capitale italiana della cultura” per l’anno 2027.

La delibera fa seguito alla procedura di selezione definita con decreto del Ministro della cultura, previa intesa sancita in sede di Conferenza unificata. La Giuria ha individuato nel Comune di Pordenone, con il progetto “Pordenone 2027. Città che sorprende”, la candidatura più idonea a essere insignita del titolo, in quanto viene proposta come un modello di valorizzazione culturale innovativo e inclusivo, in grado di coniugare tradizione e contemporaneità, che mira a rafforzare l’identità del territorio attraverso progetti che intrecciano patrimonio storico, arti visive, cinema e partecipazione attiva della comunità. Il progetto, secondo la motivazione espressa dalla giuria al fine di raccomandare la candidatura della città di Pordenone, si distingue per la volontà di rendere la cultura un motore di sviluppo sostenibile, con un programma articolato lungo l’intero anno, capace di attrarre un pubblico ampio e diversificato. Apprezzabile l’integrazione tra le istituzioni culturali, il sistema museale, il mondo universitario e le realtà associative, che garantisce una rete solida e partecipativa. Particolarmente apprezzabile l’attenzione rivolta ai giovani, non solo quali fruitori ma protagonisti del processo creativo del progetto.

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INTERVENTI IN GIUDIZIO

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, ha deliberato la determinazione di intervento nei giudizi di legittimità costituzionale promossi dalla Regione Puglia avverso l’intera legge 30 dicembre 2024, n. 207, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”, e della Regione Campania avverso taluni commi dell’articolo 1 della suddetta legge.

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CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE TRA POTERI DELLO STATO

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha deliberato di resistere nel giudizio per conflitto di attribuzione proposto, ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione, dalla regione Sardegna contro lo Stato e, per esso, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari e il Ministero della giustizia per l’annullamento dell’ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, depositata in data 3 gennaio 2025, di decadenza di Alessandra Todde dalla carica di Presidente della regione Sardegna.

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STATI DI EMERGENZA

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha deliberato:

  • la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nei giorni 19 e 20 ottobre 2024 nel territorio dell’isola di Stromboli del Comune di Lipari in provincia di Messina. Per far fronte alle esigenze più immediate è stata stanziata la somma di euro 1.200.000, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali;
  • l’ulteriore stanziamento di euro 1.205.500 per la realizzazione degli interventi relativi allo stato d’emergenza già deliberato in conseguenza degli eventi sismici che si sono verificati il giorno 9 marzo 2023 nel territorio delle frazioni di Pierantonio e di Pian d’Assino del Comune di Umbertide, in provincia di Perugia, e della frazione di Sant’Orfeto del Comune di Perugia;
  • la proroga, per 12 mesi, dello stato di emergenza già deliberato in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Basilicata servito dallo schema del Basento-Camastra relativamente ai comuni di Potenza, Acerenza, Albano di Lucania, Anzi, Avigliano, Banzi, Baragiano, Brindisi Montagna, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Forenza, Genzano di Lucania, Laurenzana, Maschito, Oppido Lucano, Picerno, Pietragalla, Pietrapertosa, Pignola, Ruoti, San Chirico Nuovo, Satriano di Lucania, Tito, Tolve, Trivigno e Vaglio Basilicata, in provincia di Potenza e ai comuni di Irsina e Tricarico, in provincia di Matera.

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NOMINE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha deliberato la conferma del collocamento fuori ruolo dell’Ambasciatore Andrea Ferrari presso il Ministero della giustizia, per ricoprire l’incarico di Consigliere diplomatico a decorrere dal 2 aprile 2025 e per tutta la durata dell’incarico, con contestuale cessazione dal collocamento fuori ruolo in qualità di Consigliere diplomatico aggiunto presso lo stesso Ministero.

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LEGGI REGIONALI

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato quindici leggi delle regioni e delle province autonome e ha quindi deliberato di impugnare la legge della Regione Sardegna n. 2 del 31/01/2025, recante “Modifiche all’articolo 1 della legge regionale n. 5 del 2023 in materia di assistenza primaria”, in quanto talune disposizioni in materia di ordinamento civile, eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale, violano l’articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione.

Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di non impugnare:

  1. la legge della Regione Calabria n. 8 del 28/01/2025, recante “Integrazione della legge regionale 7 agosto 2023, n. 37”;
  2. la legge della Regione Basilicata n. 13 del 03/02/2025, recante “Istituzione del Difensore civico, del Garante delle vittime di reato e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, per il diritto alla salute e degli anziani, del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, del Garante delle persone con disabilità e del Garante della natura”;
  3. la legge della Regione Siciliana n. 3 del 30/01/2025, recante “Disposizioni finanziarie varie”;
  4. la legge della Regione Liguria n. 1 del 03/02/2025, recante “Interventi di adeguamento dell’ordinamento regionale”;
  5. la legge della Regione Basilicata n. 14 del 06/02/2025, recante “Modificazione alla legge regionale 15 gennaio 2025 n. 11 – Interventi in favore dei lucani nel mondo e disciplina della Commissione regionale dei lucani nel mondo e del forum dei giovani”;
  6. la legge della Regione Valle d’Aosta n. 1 del 30/01/2025, recante “Disposizioni in materia di beni e attività culturali. Modificazioni di leggi regionali”;
  7. la legge della Regione Abruzzo n. 1 del 06/02/2025, recante “Disposizioni finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2025-2027 della Regione Abruzzo (Legge di stabilità regionale 2025)”;
  8. la legge della Regione Abruzzo n. 2 del 06/02/2025, recante “Bilancio di Previsione Finanziario 2025–2027”;
  9. la legge della Regione Abruzzo n. 3 del 06/02/2025, recante “Modifiche a leggi regionali, proroga di termini previsti da disposizioni legislative e ulteriori disposizioni”;
  10. la legge della Regione Toscana n. 9 del 31/01/2025, recante “Iniziative del Consiglio regionale per la salvaguardia e la valorizzazione della identità e delle tradizioni del territorio regionale. Modifiche alla l.r. 46/2015”;
  11. la legge della Regione Lazio n. 1 del 11/02/2025, recante “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e successive modifiche. Procedura speciale per debiti fuori bilancio derivanti da sentenze delle commissioni tributarie, da sentenze della corte di giustizia tributaria e da cartelle esattoriali”;
  12. la legge della Regione Lazio n. 2 del 11/02/2025, recante “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e successive modifiche. Disposizioni varie”;
  13. la legge della Regione Siciliana n. 4 del 10/02/2025, recante “Modifiche alla legge regionale 7 marzo 1997, n. 6 in materia di tributo per il deposito in discarica di rifiuti solidi. Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 2025, n. 2”;
  14. la legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 1 del 17/02/2025, recante “Norme urgenti in materia di autonomie locali. Modifiche all’articolo 9 della legge regionale 30 dicembre 2024, n. 12 (Legge collegata alla manovra di bilancio 2025 – 2027)”.

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Il Consiglio dei Ministri è terminato alle ore 13.25.
 



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