
Un’analisi i cui risultati hanno rappresentato lo spunto per un appello o, se vogliamo, un appello che si è voluto rendere più forte con i risultati di un’analisi: comunque le si voglia presentare, le due iniziative recentemente illustrate dal Network 100% Rinnovabili confluiscono su un unico obiettivo, ovvero dare un contributo autorevole alla transizione energetica nel nostro Paese.
Definire autorevole il contributo non è un azzardo, considerato che 100% Rinnovabili Network è una coalizione formata da esponenti di decine di Università e Centri di ricerca, da esponenti del mondo delle imprese, del sindacato e del terzo settore, nonché dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, da Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente e WWF.
Molti docenti e ricercatori
Cominciamo dall’analisi, dal titolo “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile” che è stata elaborata da 21 docenti e ricercatori di diverse università e centri di ricerca. Un report che “espone come sia possibile, ecologico e conveniente, decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili”.
Nel testo, articolato in ben 40 punti con il supporto di una vasta documentazione, si delinea un quadro ampio della transizione energetica nel nostro Paese, un processo complesso che richiede un cambiamento nei vettori energetici con una forte penetrazione dell’energia elettrica e un cambiamento nella struttura degli usi finali.
Sinergia fra solare ed eolico
“Per promuovere una decarbonizzazione veloce e a basso costo – è stato spiegato nel corso della presentazione del report – occorre puntare su un forte sviluppo del solare e dell’eolico, integrati fra loro in modo da utilizzare in sinergia la diversa produzione stagionale. Il potenziale eolico italiano è più che sufficiente per far fronte al forte fabbisogno della decarbonizzazione in modo integrato con una forte crescita del solare a terra”.
È stato altresì sottolineato come lo sviluppo del solare richiede l’utilizzo di piccole percentuali del territorio ed è quindi improprio parlare di consumo di suolo. “Occorre poi tenere ben presente che i paesaggi sono sempre storicamente cambiati e che attualmente non è sostenibile un’estetica del paesaggio che prescinda dalla responsabilità di concorrere alla mitigazione di una crisi climatica dagli esiti devastanti”.
Il nodo dei processi autorizzativi
Collegato all’impatto sul territorio c’è un altro elemento critico, quello dei processi autorizzativi, che nel nostro Paese complica non di poco la realizzazione di impianti energetici basati sulle fonti rinnovabili. “Gli attuali processi autorizzativi dell’eolico e del solare a terra – si legge nel report – sono irragionevoli perché richiedono a queste tecnologie un grado di perfezionismo ambientale irreale e controproducente”.
Da qui la richiesta di processi autorizzativi “rapidi e coerenti con la necessità di accelerare la transizione energetica: la tendenza a estendere aree inidonee per gli impianti eolici e solari va contrastata, fatta eccezione solo per le aree di particolare valore naturalistico, culturale, storico e paesistico”.
Le altre fonti rinnovabili
Ma oltre che il fotovoltaico e l’eolico, ad essere oggetto dell’analisi di 100% Rinnovabili Network sono anche altri elementi con un potenziale importante nella transizione energetica, come l’utilizzo razionale delle biomasse e l’idroelettrico esistente, con quest’ultimo che deve essere oggetto di “un ripensamento in un’epoca di estremizzazione climatica”.
Inoltre, nel documento si presta attenzione al ruolo delle reti di teleriscaldamento per aumentare le opzioni di decarbonizzazione, agli accumuli distribuiti per usi termici e alla geotermia ad alta e bassa entalpia. Infine, vengono esposti indirizzi e proposte per le riqualificazioni energetiche degli edifici, per l’utilizzo razionale dell’idrogeno e degli elettro-bio-combustibili.
I contenuti dell’appello di Network 100% Rinnovabili
Insieme al report, 100% Rinnovabili Network ha diffuso, come detto, un appello perché il nostro Paese intraprenda con decisione e senza equivoci un percorso che lo affranchi completamente dall’energia inquinante e climalterante. “Le fonti energetiche rinnovabili – si legge –, solare, eolica, idrica, biomassa, geotermica, sono amiche del clima, disponibili, sicure e, se ben programmate e pianificate, sono a basso impatto ambientale ed economicamente convenienti”.
Ed ancora, viene evidenziato come “in Italia, analogamente ad altri Paesi, le rinnovabili sono in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno di energia, sia attuale, sia dei prossimi anni, utilizzando in modo integrato le diverse fonti, adeguando e gestendo in modo intelligente le reti, governando la domanda e migliorando l’efficienza e il risparmio energetico, investendo in sistemi di accumulo, inclusi quelli in fase di sviluppo, di breve e di lunga durata”.
No al ritorno del nucleare
Un appello che punta il dito anche contro il ritorno del nucleare nel dibattito energetico: “Invece di accelerare, in modo adeguato, lo sviluppo delle rinnovabili per arrivare alla piena decarbonizzazione della produzione di elettricità, il nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) prevede uno scenario di ritorno al nucleare a fissione”.
Al riguardo si sottolinea come “i nuovi reattori nucleari a fissione, anche se più piccoli dei precedenti, generano comunque grandi quantità di isotopi altamente radioattivi, producono rifiuti radioattivi, pericolosi per molte migliaia di anni, contaminano impianti e siti per lunghissimi periodi, rendono gli impianti a rischio di incidenti che, anche se con una probabilità bassa, possono essere devastanti”. Insomma, “il ritorno al nucleare, avrebbe un costo molto alto”.
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