
Non solo rosso corposo e da meditazione. Il Cannonau si presenta al Vinitaly in tutte le sue forme, pronto a scrollarsi di dosso stereotipi e rigidità comunicative. Il 6 aprile, all’interno del Padiglione 8, sono in programma due eventi dedicati al vitigno più celebre dell’Isola, promossi da Sardegna Ricerche e Assoenologi Sardegna, con l’obiettivo dichiarato di ridefinire il profilo di un vino che, sebbene largamente conosciuto, rimane ancora poco esplorato nelle sue declinazioni più versatili.
Alle ore 13:45 si terrà “Cannonau: il futuro è giovane. Riscoprire il territorio, sfatare stereotipi, creare nuove connessioni”, un momento di confronto organizzato in collaborazione con Vinoway Italia, Università IULM, e con il contributo di Stevie Kim, Managing Partner di Vinitaly e fondatrice di Italian Wine Podcast. L’intento è quello di mostrare come il Cannonau possa essere anche giovane, fresco, rosato, passito, frizzante: una varietà di espressioni che lo rendono adatto non solo alla tavola tradizionale, ma anche ai nuovi consumatori e ai contesti più contemporanei.
Alle 17:30 lo stesso vitigno sarà protagonista del prestigioso evento “VIA 10 years: a journey through wine islands”, che celebra il decennale della Vinitaly International Academy, alla presenza degli Ambasciatori del vino internazionale.
Entrambi gli appuntamenti si inseriscono in un progetto più ampio voluto da Sardegna Ricerche, volto a supportare le imprese vitivinicole sarde nella promozione del patrimonio enologico attraverso strategie innovative. «Sardegna Ricerche è impegnata a sostenere le imprese vitivinicole sarde nel valorizzare il proprio patrimonio enologico attraverso l’innovazione e strategie di comunicazione efficaci» – ha dichiarato la Direttrice generale Carmen Atzori – «Il progetto sul Cannonau si inserisce in questa visione, con l’obiettivo di fornire agli operatori del settore strumenti e conoscenze per ampliare il mercato e intercettare nuovi segmenti di pubblico».
Secondo quanto emerso dalla prima fase di studio, il Cannonau è spesso percepito come un vino di pregio, da riservare a momenti solenni, e difficilmente accessibile per i neofiti. La comunicazione delle cantine sarde, d’altronde, si rivolge ancora prevalentemente a un pubblico esperto, con un linguaggio tecnico e focalizzato su tradizione e territorialità. Una narrazione efficace nel passato, ma oggi insufficiente a intercettare il cambiamento dei consumi.
Fino agli anni ’70 il vino era parte integrante dell’alimentazione quotidiana, ma oggi, complice la trasformazione dei modelli sociali, il consumo è più occasionale, spesso legato a momenti di svago nei bar, nei ristoranti o nei pub. Da qui la necessità, evidenziata da Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna, di “un cambio di passo”, che ha portato alla nascita del progetto “Cannonau, il vino giovane”, realizzato con il supporto scientifico del Behavior and Brain Lab – IULM, diretto da Vincenzo Russo, e con la consulenza di Davide Gangi (Vinoway) e Stevie Kim.
Lo studio ha coinvolto 800 giovani adulti non esperti di vino, oltre agli studenti del Master in Food and Wine Communication della IULM, per analizzare i trend di consumo e individuare gli elementi capaci di rendere il Cannonau attraente anche per i palati più giovani.
Il percorso ora entra nella seconda fase: “Dalle cantine ai social”, un’attività di animazione in cui produttori e studenti universitari lavoreranno fianco a fianco per ripensare la comunicazione del Cannonau, proiettandola verso un pubblico nuovo, curioso e sempre più attento al consumo consapevole.
Dal cuore della tradizione a un brindisi pop: il Cannonau si reinventa, pronto a farsi interprete di una Sardegna vitivinicola che guarda al futuro.
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