
ROVIGO – PADOVA – Cna Padova e Rovigo si prepara ad avviare il percorso congressuale territoriale, in programma dall’1 aprile al 24 maggio 2025. Un appuntamento che coinvolgerà imprenditori, dirigenti associativi e rappresentanti di categoria, chiamati a costruire la nuova governance dell’associazione per i prossimi quattro anni.
Ad aprire il ciclo sarà, lunedì 1 aprile, l’assemblea della categoria degli impiantisti, che esprime anche l’attuale presidente territoriale Luca Montagnin. L’ultima tappa sarà invece quella del Tessile Unitario, in programma per il 22 maggio, mentre l’elezione del nuovo presidente si svolgerà il 5 giugno.
Le assemblee in calendario saranno 24 in totale, 18 dedicate ai mestieri e sei ai territori (Piovese, Alta Padovana, Padova Centrale, Bassa Padovana, Polesine Ovest e Delta). Saranno centinaia le persone coinvolte come candidati nei singoli direttivi, nelle presidenze di mestiere e come portavoce nell’assemblea generale. Proprio quest’ultima eleggerà, a conclusione del percorso, il nuovo presidente di Cna Padova e Rovigo, che resterà in carica fino al 2029.
“Il congresso territoriale di Cna – spiega Luca Montagnin – è una grande occasione di incontro tra imprenditori. Un’opportunità per confrontarsi sui temi di stretta attualità, per affrontare insieme le sfide che la congiuntura ci presenta, ma anche per tirare le somme sul lavoro di rappresentanza che l’associazione svolge quotidianamente a tutela del mondo artigiano. Sarà anche un momento per fare il punto sui servizi, sulle prospettive di crescita e sul ruolo che Cna vuole continuare a giocare in un contesto sempre più complesso“.
Tra le difficoltà che gli imprenditori si trovano a fronteggiare ogni giorno, Montagnin sottolinea in particolare il peso della burocrazia.
“È un vero e proprio fardello – osserva – che potrebbe essere alleggerito se solo si affrontasse il rapporto tra Stato e impresa in modo più costruttivo e funzionale. Anche questo sarà il compito dei nuovi rappresentanti di Cna: continuare con spirito costruttivo, ma senza mai mollare, la nostra battaglia per una burocrazia più efficiente, che accompagni e non ostacoli lo sviluppo delle imprese, al servizio della crescita economica e sociale del territorio”.
Secondo uno studio realizzato da Cna, ogni imprenditore artigiano in Italia spreca mediamente 313 ore all’anno a causa della burocrazia, con un costo complessivo di oltre 9mila euro per le pratiche amministrative. A livello locale, il Centro Studi di Cna Padova e Rovigo stima che il peso della burocrazia ammonti a circa un miliardo di euro l’anno: 850 milioni nella provincia di Padova, 150 milioni in quella di Rovigo.
“Sono state introdotte nel corso degli anni numerose semplificazioni” – aggiunge Montagnin – “ma imprese e cittadini non avvertono un reale cambio di passo. La cattiva burocrazia continua a rappresentare una foresta pietrificata che penalizza l’iniziativa privata e frena il dinamismo delle nostre imprese”.Le proposte contenute nell’Osservatorio Cna Burocrazia, recentemente pubblicato, sono cento in tutto. Non si limitano a segnalare criticità, ma offrono soluzioni operative concrete, senza indebolire le tutele o abbassare il livello dei controlli, mirando invece a un rapporto più efficiente tra imprese e pubblica amministrazione. Molte proposte sono accompagnate anche da un’analisi dell’impatto economico.
Alcune semplificazioni hanno portata generale e interessano l’intero tessuto imprenditoriale, altre si concentrano su 29 settori specifici, dal tessile alle costruzioni, dalla meccatronica all’oreficeria. Complessivamente, l’intervento potenziale riguarda circa 830.000 imprese e 3,6 milioni di lavoratori, ovvero il 18% delle imprese attive e il 20% degli addetti in Italia.
Secondo il Centro Studi Cna, una concreta attuazione delle proposte potrebbe ridurre il tempo dedicato alla burocrazia da 313 a 263 ore l’anno per impresa, generando un risparmio medio annuo di quasi 1.500 euro. Sul piano nazionale si tratterebbe di un taglio pari a 7 miliardi di euro sui 43 che le imprese versano oggi alla burocrazia. Per il territorio di Padova e Rovigo questo si tradurrebbe in un risparmio annuo potenziale che può arrivare a 200 milioni di euro.
“Numeri di fronte ai quali – conclude Montagnin – vale la pena di battersi a tutti i livelli della rappresentanza, dai Comuni fino al Parlamento e al Governo nazionale”.
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