1 Aprile 2025
NUOVI CODICI ATECO 2025/ I cambiamenti in arrivo per imprese e partite Iva dal 1° aprile


Dal 1° aprile 2025 nel nostro Paese entrerà in vigore la nuova classificazione delle attività economiche, chiamata ATECO 2025. È un aggiornamento importante, che riguarda tutte le imprese e i professionisti, anche quelli già attivi.

Ho pensato di scriverne perché si tratta di un cambiamento poco conosciuto, ma che ha implicazioni concrete per chi lavora, fattura, o semplicemente ha una partita Iva. Questo non vuole essere un approfondimento tecnico, ma un aiuto per orientarsi. Le informazioni che seguono sono affidabili, ma ovviamente rimane sempre il proprio commercialista la persona giusta da consultare per valutare ogni caso specifico. E verosimilmente arriveranno ulteriori indicazioni operative da parte delle autorità competenti che chiariranno meglio alcuni aspetti.

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Ma cosa sono i codici ATECO? I codici ATECO sono una classificazione ufficiale delle attività economiche. Ogni attività svolta in Italia da un’impresa o da un lavoratore autonomo è associata a un codice numerico, che ne identifica il settore e la natura. Il termine “ATECO” deriva da ATtività ECOnomiche. La classificazione è curata dall’Istat e armonizzata con quella europea (Nace).



Ogni codice è composto da sei cifre, e può essere molto generico o estremamente specifico. Ad esempio: 47.11.10 – Supermercati; 62.01.00 – Produzione di software; 96.02.01 – Barbieri e Parrucchieri. Viene scelto al momento dell’apertura della partita Iva e serve a “dire allo Stato” che tipo di attività si intende svolgere.

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Il codice ATECO non determina in sé quante tasse si pagano, ma ha impatti concreti su come l’attività viene trattata da vari enti pubblici. Di seguito alcuni esempi.

Agenzia delle Entrate – Serve a inquadrare il tipo di attività dal punto di vista fiscale. In alcuni casi è vincolante per l’accesso a regimi fiscali agevolati, come il forfettario. È collegato al coefficiente di redditività nel regime forfettario (e quindi può incidere sull’imponibile) e può influenzare l’accesso a crediti d’imposta, agevolazioni, bonus e bandi.



Inps – Viene utilizzato per assegnare l’attività al corretto fondo previdenziale (artigiani, commercianti, gestione separata). Incide su contributi fissi o percentuali dovuti. Serve a distinguere tra lavoratori autonomi, imprenditori individuali e altri soggetti.

Inail – Viene utilizzato per definire il livello di rischio dell’attività. Da questo dipende il premio assicurativo per infortuni sul lavoro: un’attività d’ufficio paga molto meno di una impresa edile, per intenderci.

Istat – Viene utilizzato per rilevazioni statistiche e per produrre dati sull’economia nazionale e regionale. In alcuni casi, l’Istituto nazionale di statistica invia questionari specifici a soggetti con determinati codici.

Altri ambiti – I codici ATECO sono spesso richiesti anche in bandi pubblici o finanziamenti privati, come criterio di ammissibilità. Alcune banche li utilizzano per valutare le richieste di credito o leasing.

La classificazione ATECO attualmente in vigore è quella del 2007. Da allora, il mondo del lavoro è cambiato radicalmente. ATECO 2025 nasce per recepire questi cambiamenti. In particolare, introduce:

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– Nuove attività legate a settori digitali, ambientali, piattaforme online, tecnologie emergenti.

– Maggiore dettaglio: alcune attività oggi raggruppate sotto lo stesso codice saranno separate.

– Allineamento europeo: la nuova classificazione adotta la versione NACE Rev. 2.1.

L’obiettivo è duplice: da un lato migliorare la rilevazione statistica; dall’altro offrire alle amministrazioni pubbliche uno strumento più preciso per inquadrare le attività economiche.

Chi aprirà una nuova attività dal 1° aprile 2025 dovrà utilizzare direttamente i nuovi codici ATECO. Chi ha già una partita Iva non deve fare nulla immediatamente. Le amministrazioni (Agenzia delle Entrate, Inps, Inail) effettueranno una riclassificazione automatica. In alcuni casi potrebbe essere richiesto un aggiornamento manuale successivo.

Attenzione: la modifica del codice ATECO potrebbe avere effetti pratici, anche se indiretti, su: regimi fiscali adottabili; contributi previdenziali; accesso a misure agevolative.

Questo aggiornamento può diventare un’occasione utile per chi: ha un codice troppo generico o scelto frettolosamente anni fa; ha cambiato attività, ma non ha mai aggiornato il codice; vuole capire se la nuova classificazione può offrire vantaggi o evitare equivoci.

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In sintesi, il codice ATECO non è un dettaglio da ignorare. È un elemento chiave dell’identità fiscale, contributiva e amministrativa di qualsiasi attività economica.
Con l’arrivo di ATECO 2025 vale la pena fermarsi un momento e capire se quello scelto (o che è stato assegnato) rappresenta davvero la propria attività. In caso negativo, si può parlarne con il proprio commercialista.

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