
Decarbonizzazione e competitività del Polo Industriale aretuseo. Di questo si è discusso stamane presso la sede di Confindustria Siracusa, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, della deputazione nazionale e regionale e dei principali attori industriali del petrolchimico di Siracusa.
Al centro del convegno il programma ministeriale al fine di definire soluzioni strategiche per le imprese siracusane e per lo sviluppo dell’intero comparto industriale.
Nella gremita sala “U. Gianformaggio” si è affrontata un’analisi approfondita dello scenario attuale e delle prospettive future del più grande agglomerato industriale del Mezzogiorno, evidenziando le criticità strutturali scaturite dai costi elevati dell’energia e della tassa CO2 (i cosiddetti costi dell’ETS) e per finire con le tariffe esose del gas che compromettono la sopravvivenza. In merito si è cercato di delineare una roadmap strategica per garantirne la sostenibilità e la competitività del settore.
Urso: “Polo industriale siracusano modello per l’UE”
“L’incontro di oggi è stato fattivo, costruttivo e positivo per delineare un percorso che insieme dobbiamo realizzare a livello locale, regionale e nazionale, di concerto con imprese e sindacati, per cambiare l’Europa”. Queste le prime affermazioni di Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, a margine del convegno tenutosi presso la sede di Confindustria a Siracusa.
“Stiamo mettendo in campo tutte le azioni possibili affinché le imprese siano più competitive e capaci di tutelare il lavoro nel nostro continente e per realizzare, a livello nazionale, tutto quello che serve ad incrementare gli investimenti, tanto più nella logica della transizione ambientale che stiamo sostenendo, come dimostra il piano di Versalis che ha ottenuto il consenso dei sindacati e delle regioni interessate – sottolinea Urso.
In merito alla concezione del petrolchimico aretuseo come modello per l’UE: “Io penso – afferma il ministro Urso – che il Polo industriale di Siracusa possa diventare un modello della transizione ambientale in Europa. Un modello per quanto riguarda la trasformazione verso settori sostenibili, competitivi e più remunerativi. Ma anche un esempio di capacità di saper governare insieme questo processo con il consenso dei sindacati e del territorio.
Una delle chiavi di volta per rendere sostenibile il processo, sotto l’aspetto della salvaguardia dell’occupazione, oltre ai lavoratori diretti, è l’attuazione di tutte quelle misure volte a tutelare le aziende dell’indotto che esprimono un ruolo fondamentale per il territorio: “Certo – afferma il ministro Urso – e per quanto riguarda Versalis e quindi la chimica, ho convocato una riunione apposita sull’indotto per capire se si possa fare di più e meglio, anche alla luce di un protocollo che già prevede il monitoraggio del nostro Ministero su tutto quello che riguarda anche l’indotto”.
Urso: “Garantisco nessun impatto negativo per Isab”
Prima le limitazioni al grezzo russo poi il delicato tema della trasformazione energetica, in questo contesto dall’ISAB, azienda che detiene il complesso di raffinerie tra le più grandi d’Europa, arrivano campanelli d’allarme e il ministro Urso ha affermato: ”Voi sapete quanto tengo a questo territorio e alla politica industriale del nostro paese. Il primo decreto che ho realizzato, poche settimane dopo aver giurato, è stato quello che ha messo in salvaguardia le raffinerie ISAB di Priolo quando tutti ritenevano, anche in questo territorio, che ormai era condannata, in conseguenza delle sanzioni alla Russia che sarebbero scattate dal 5 di dicembre del 2022.
In poche settimane – conclude Urso – assumendomi tutta la responsabilità, ho messo in salvaguardia lo stabilimento e poi ho prescritto con la Golden Power, ovvero delle misure precise che ci consentono di determinare lo sviluppo industriale e la tutela occupazionale. Seguo questo dossier con grande attenzione e garantisco che non ci saranno impatti negativi”.
Il futuro del Polo tra decarbonizzazione e competizione globale
Nello Studio Ambrosetti. affrontato durante il dibattito nella sede degli industriali aretusei, emerge che il petrolchimico di Siracusa produce oltre 11 miliardi di euro di valore aggiunto generato annualmente (pari al 13,7% del PIL siciliano) e più di 10.000 occupati – tra impiego diretto, indiretto e indotto – che conteggiando i nuclei familiare raggiungono oltre 40.000 persone. Da questi dati scaturisce l’essenzialità della sopravvivenza del Polo Industriale di Siracusa che rappresenta un asset industriale di rilievo nazionale ed europeo, con un impatto significativo sulle filiere chimiche, della raffinazione e del cemento.
Lo Studio Ambrosetti ha evidenziato come le aziende del Polo si trovino oggi in una condizione di pressione crescente, dovendo conciliare gli obiettivi europei di decarbonizzazione con la necessità di competere in mercati globalizzati, caratterizzati da regole meno stringenti e costi di produzione, soprattutto energetici, significativamente inferiori. Il contesto competitivo in cui si opera risulta sempre più sfidante ed occorrono misure urgenti e necessarie per garantire la tenuta occupazionale e produttiva dell’intero Paese.
29 Marzo 2025 | 14:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link