2 Aprile 2025
Investimenti con utilizzo dei fondi del PNRR – A che punto siamo?


Lo stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del correlato Piano Nazionale Complementare (PNC) rappresenta uno degli elementi cardine per misurare la capacità del nostro Paese di realizzare riforme strutturali e investimenti strategici, in linea con gli obiettivi europei di crescita sostenibile e coesione sociale. 

La Corte dei Conti, con la recente Deliberazione n. 41/2025/G, ha fornito un quadro dettagliato sul livello di attuazione delle risorse al 31 dicembre 2024. 

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Dall’analisi emergono luci e ombre: avanzamenti significativi in alcune aree, ma anche rilevanti criticità che mettono a rischio il conseguimento di milestone e target europei.

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Alla data del 31 dicembre 2024, l’ammontare complessivo delle risorse PNRR e PNC ammontava a 223,92 miliardi di euro. 

Di queste, la Corte dei Conti ha posto sotto osservazione misure per un valore complessivo di 77,67 miliardi di euro, pari al 34,68% delle risorse totali.

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Tuttavia, la spesa effettivamente sostenuta al termine del 2024 si attesta a 33,61 miliardi, equivalenti al 43,25% dell’area osservata e appena al 15% dell’intera dotazione finanziaria.
Il rapporto individua diverse aree di criticità:

  • Ritardi nelle fasi procedurali di aggiudicazione degli appalti;
  • Scarsa capacità di spesa da parte di alcune amministrazioni titolari;
  • Presenza di residui passivi e difficoltà nella rendicontazione;
  • Complessità e lunghezza degli iter autorizzativi;
  • Difficoltà di coordinamento tra i diversi livelli di governance.

Le soluzioni proposte dalla Corte dei Conti per superare tali criticità sono riconducibili a tre direttrici:

  •  1) Rafforzamento delle strutture amministrative e maggiore formazione dei funzionari preposti;
  •  2) Semplificazione delle procedure di attuazione e rendicontazione;
  •  3) Adozione di strumenti digitali e banche dati interoperabili.

Nel prosieguo dell’articolo saranno analizzate nel dettaglio, Missione per Missione, le percentuali di avanzamento, i principali ostacoli e le proposte operative, con il supporto di ulteriori dati e grafici estratti dal rapporto ufficiale.

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1) PNRR: % di avanzamento per Missione

Missione 1 – Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo: le risorse complessivamente assegnate a questa Missione ammontano a 50,11 miliardi di euro. La Corte dei Conti ha osservato interventi per un valore di 3,81 miliardi (7,61% del totale missione). La spesa sostenuta, tuttavia, risulta inferiore alle attese, attestandosi intorno al 35% dell’importo osservato. Criticità rilevate: carenze organizzative nelle amministrazioni titolari, ritardi nell’aggiudicazione degli appalti per servizi digitali e scarsa interoperabilità dei sistemi informativi.
Missione 2 – Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica: con un budget complessivo di 64,06 miliardi di euro, è la missione più rilevante in termini finanziari. L’area osservata nel 2024 ha interessato misure per 20,02 miliardi di euro (31,25% della Missione). La spesa sostenuta è risultata pari al 41% di quanto osservato. Le principali criticità attengono alla complessità delle procedure autorizzative, agli iter di concessione dei contributi per l’efficientamento energetico e alle difficoltà nell’avvio di alcuni progetti infrastrutturali.
Missione 3 – Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile: le risorse complessive ammontano a 30,10 miliardi di euro. L’area osservata è pari al 5,41% delle risorse totali. Le criticità principali riguardano il rallentamento dei cantieri ferroviari e portuali, nonché la lentezza nell’assegnazione dei fondi per l’elettrificazione e la logistica.
Missione 4 – Istruzione e Ricerca: budget totale di 35,12 miliardi di euro. La Corte ha osservato misure per 4,33 miliardi (12,33%). Il tasso di attuazione finanziaria si attesta al 38%. I rallentamenti sono dovuti a ritardi nella pubblicazione dei bandi per nuove scuole, ricerca e formazione, oltre alla difficoltà nella definizione dei partenariati tra università e imprese.
Missione 5 – Inclusione e Coesione: dotazione di 19,85 miliardi di euro. Sono stati osservati interventi pari a 3,19 miliardi (16,07%). La spesa effettiva non supera il 36%. Le criticità riguardano l’attuazione dei piani urbani integrati, le misure di sostegno all’occupazione e il recupero di immobili confiscati alla criminalità organizzata.
Missione 6 – Salute: risorse complessive pari a 15,63 miliardi di euro. L’area osservata ammonta a circa 3,43 miliardi (21,95%). Il tasso di utilizzo è tra i più bassi, inferiore al 30%. Le criticità più rilevanti riguardano la difficoltà di adeguamento tecnologico delle strutture sanitarie, la carenza di personale e le lungaggini nei processi di approvvigionamento.
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2) Deliberazione n. 41/2025/G: conclusioni della Corte dei Conti

In conclusione, la Corte dei Conti evidenzia che, senza un’accelerazione concreta, il rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi europei risulta elevato. 

Le proposte operative si concentrano sul rafforzamento della capacità amministrativa, sulla semplificazione normativa e sul monitoraggio continuo degli avanzamenti.

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3) Osservazioni conclusive dell’autore

L’analisi condotta dalla Corte dei Conti fotografa con precisione un quadro di attuazione che, a distanza di tre anni dall’avvio operativo del PNRR, presenta elementi strutturali di forte criticità. 

I dati evidenziano una capacità di spesa ancora troppo limitata rispetto alle risorse complessive disponibili. 

È evidente che il problema non risiede nella quantità di risorse stanziate, ma nella qualità del sistema amministrativo che dovrebbe attuarle.
Occorre sottolineare che i principali ostacoli non sono contingenti, bensì sistemici: la complessità normativa, la frammentazione delle competenze tra enti centrali e locali, la carenza di personale tecnico adeguatamente formato, la rigidità delle procedure di controllo e rendicontazione.
Dal punto di vista economico-manageriale, il ritardo nell’attuazione del PNRR comporta costi indiretti elevatissimi. 

Ogni miliardo non speso tempestivamente genera effetti negativi sul moltiplicatore degli investimenti, riducendo l’impatto sull’occupazione, sull’innovazione tecnologica e sulla competitività del Paese.
Come economista e docente, l’autore ritiene che le soluzioni possano e debbano articolarsi su tre livelli:

  • 1) **Governo centrale**: necessaria una struttura di coordinamento con competenze rafforzate, dotata di poteri sostitutivi laddove le amministrazioni periferiche non siano in grado di rispettare i cronoprogrammi.
  • 2) **Enti attuatori**: indispensabile l’introduzione di procedure semplificate, con riduzione drastica degli adempimenti formali che non siano funzionali al controllo sostanziale della spesa.
  • 3) **Sistema di controllo**: occorre passare da un modello esclusivamente burocratico-formale a un modello orientato alla performance e agli output reali, come suggerito anche dalla stessa Corte dei Conti.

È altresì prioritario investire nella formazione continua del personale pubblico, prevedendo percorsi obbligatori di aggiornamento su project management, rendicontazione europea e strumenti digitali di monitoraggio.

Infine, il successo del PNRR dipenderà dalla capacità di superare la logica emergenziale che ha caratterizzato i primi anni di programmazione, per approdare a un modello stabile, partecipato e trasparente di gestione della spesa pubblica.

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Solo in tal modo sarà possibile non solo spendere tutte le risorse disponibili, ma farlo in maniera efficace, sostenibile e con ricadute positive strutturali per il sistema economico e sociale italiano.

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