2 Aprile 2025
Consulenza Transizione 5.0 per semplificare e ottimizzare il Piano


A poco più di un anno dalla pubblicazione del Decreto-Legge n. 19, che all’articolo 38 definisce il testo definitivo del Piano Transizione 5.0, il futuro della misura appare ancora nebuloso. L’attuale situazione di incertezza è legata al numero ancora esiguo di domande presentate: a fronte di una dotazione di 6,237 miliardi di euro destinati ai crediti d’imposta, i finanziamenti richiesti non superano il 10% delle risorse stanziate.

Se nel prossimo mese non si registrerà un incremento significativo delle prenotazioni, tale da garantire l’effettivo utilizzo delle risorse disponibili, è probabile che una parte dei fondi previsti dal PNRR venga riallocata su altri strumenti per assicurarne una spesa più efficace.

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“Attualmente disponiamo di risorse che rischiano di non essere impiegate”, osserva Piergiorgio Zuffi, Direttore Commerciale di Innova Finance, società bolognese specializzata in finanza agevolata che da oltre 16 anni supporta le imprese nell’accesso alle risorse pubbliche per sostenere investimenti e sviluppo economico. “Poiché l’obiettivo condiviso è garantirne l’utilizzo, se la normativa non dovesse funzionare come previsto, i fondi ritenuti eccedenti verranno reindirizzati. È possibile che, al termine di circa un mese dal convegno Industry 4.0 360 SummIT, si assista a un ridimensionamento delle risorse, potenzialmente fino al dimezzamento“.

L’interesse c’è, ma le imprese sono frenate dalla percezione di una normativa troppo complessa

Quali sono le cause del basso numero di richieste di finanziamento? L’interesse per la misura non manca, ma la complessità percepita della normativa rappresenta un potenziale ostacolo.

Il Piano Transizione 5.0 prevede un credito d’imposta per le imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive localizzate sul territorio nazionale. L’obiettivo è favorire la transizione verso un modello produttivo più efficiente e sostenibile dal punto di vista energetico.

La misura coniuga digitalizzazione ed efficienza energetica e richiede una serie di adempimenti, tra cui la dimostrazione dell’effettivo efficientamento dei beni acquistati rispetto al processo o alla struttura produttiva. Questo aspetto può risultare particolarmente complesso per molte aziende.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

“Le aziende comprendono l’importanza della misura, ma trovano difficile individuare le attività necessarie per effettuare i calcoli richiesti. Questi ultimi riguardano principalmente misurazioni e analisi specifiche del processo produttivo. Notiamo ancora oggi un forte bisogno di informazione: le imprese mostrano grande interesse, ma percepiscono lo strumento come difficile da applicare”, chiarisce Zuffi.

Nonostante negli ultimi mesi siano state introdotte semplificazioni normative che hanno accelerato l’accesso all’incentivo, l’effetto sperato non si è ancora concretizzato.

“Il passaggio dal Piano 4.0 al 5.0 è stato senza dubbio significativo. Il nostro obiettivo quotidiano è rendere questa normativa il più chiara e accessibile possibile, affinché possa essere compresa e applicata efficacemente dalle aziende. Grazie alle semplificazioni introdotte e al lavoro degli operatori del settore, ci si augura che la misura possa prendere piede”, aggiunge Zuffi.

Piergiorgio Zuffi

Il valore di un supporto esperto

Di fronte a una normativa che, sin dalla sua pubblicazione, è stata percepita come complessa e soggetta a diverse interpretazioni, il supporto delle società di consulenza specializzate risulta essenziale per facilitare l’accesso delle imprese agli incentivi.

“Le società di consulenza devono affiancare le aziende, spiegando le normative in modo chiaro e concreto, affinché possano essere comprese e applicate correttamente. Solo così le imprese potranno presentare le domande di contributo entro tempi ragionevoli, evitando complicazioni dovute alla complessità delle norme. È quindi fondamentale ridurre al minimo le ambiguità, garantendo un’applicazione chiara e uniforme fin dall’inizio”, afferma Zuffi.

Per le aziende interessate ad accedere agli incentivi, la priorità deve essere agire con tempestività.

“Ritengo sia fondamentale che le aziende presentino la domanda il prima possibile, garantendo così la continuità delle risorse disponibili. L’obiettivo attuale è far sì che le imprese ancora indecise, ma con progetti validi, presentino la domanda prima che sia troppo tardi. Allo stesso tempo, è essenziale che i consulenti accelerino le pratiche, semplifichino le procedure e dimostrino al Ministero l’efficacia e l’utilità di queste risorse”, sottolinea Zuffi.

Prospettive e prossimi passi

Anche se negli ultimi mesi si è registrato un incremento nel numero di progetti di investimento presentati, resta da capire se questa crescita sarà sufficiente a garantire la piena attuazione della misura senza ulteriori modifiche. Il nuovo decreto attuativo e l’aggiornamento della circolare operativa possono rappresentare un punto di svolta, introducendo semplificazioni, ampliando la cumulabilità con altre agevolazioni e innalzando i massimali per gli investimenti in fonti di energia rinnovabile.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

L’andamento delle richieste nel prossimo mese sarà determinante per il futuro del Piano Transizione 5.0. Se il numero di domande non dovesse aumentare significativamente, una parte delle risorse potrebbe essere riallocata verso altre misure e potrebbe prefigurare scenari di non continuità della norma nei prossimi anni.

In questo scenario diventa essenziale monitorare l’evoluzione della misura e comprendere le modalità più efficaci per sfruttarne le opportunità. La chiarezza normativa e un adeguato supporto nell’interpretazione delle regole potranno fare la differenza nell’effettiva applicazione del Piano e nella sua capacità di incidere sul tessuto produttivo.




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