
Da più di un secolo, i buoni fruttiferi postali rappresentano una scelta sicura e vantaggiosa per i risparmiatori che cercano un investimento a basso rischio. Sono stati introdotti in Italia nel 1925 e da allora hanno sempre garantito stabilità. In un mercato in cui i tassi sono incerti, possono essere una valida opzione di risparmio e investimento per varie ragioni.
La prima è che sono sicuri e affidabili. Sono infatti garantiti dallo Stato Italiano per cui sono praticamente privi di rischi di insolvenza. Inoltre il capitale che si investe è protetto mentre gli interessi sono calcolati in modo molto chiaro. Quali sono dunque i migliori buoni fruttiferi postali di aprile 2025?
Come funzionano i buoni fruttiferi postali
Tra i migliori buoni postali di aprile 2025 ci sono:
- i buoni fruttiferi postali dedicati ai minori;
- i Bfp ordinari;
- i buoni fruttiferi postali 3×4.
Tutti e tre i titoli indicati se cartacei diventano infruttiferi dal giorno dopo la scadenza mentre dopo 10 anni vanno in prescrizione. Quando si verifica quest’ultima condizione i buoni non possono essere più riscossi, significa che non si può chiedere il rimborso del capitale investito e degli interessi maturati.
L’acquisto di Bfp sia in forma cartacea che dematerializzata può avvenire presso gli uffici postali oppure online o sul sito ufficiale di Poste Italiane. In forma dematerializzata anche mediante l’applicazione di Poste.
I buoni fruttiferi postali dedicati ai minori
Tra i migliori buoni fruttiferi postali di aprile 2025 ci sono quelli dedicati ai minori. Tali prodotti possono essere sottoscritti dai nonni, dai parenti o dagli amici del minore e possono essere intestati a quest’ultimo fino ai 16 anni e mezzo di età.
Si possono sottoscrivere in forma cartacea se si è genitori, conoscenti o familiari mentre in forma dematerializzata solo se si è il genitore o il familiare. Se si opta per quest’ultima formula non c’è bisogno di conservare il titolo cartaceo ma vi è l’obbligo di possedere un conto di regolamento che può essere un libretto di risparmio postale o un conto corrente BancoPosta che deve avere la stessa intestazione del buono.
Per sottoscriverli il richiedente deve presentare uno tra questi documenti:
- la carta di identità italiana o di un paese Ue;
- il passaporto italiano o di un paese Ue;
- la patente di guida italiana;
- il passaporto extracomunitario (accompagnato da una traduzione giurata nel caso sia in una lingua diversa dall’inglese).
È obbligatorio per tutti presentare il codice fiscale o la tessera sanitaria su supporto plastificato.
Per il minore si può scegliere uno tra questi documenti, che possono essere presentati anche come fotocopia:
- la carta di identità in corso di validità o il passaporto rilasciati ai minori da 0 a 3 anni;
- la carta di identità o il passaporto rilasciati ai minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni;
- il certificato di nascita.
Si devono poi consegnare obbligatoriamente il codice fiscale o la tessera sanitaria.
Per quanto riguarda i tassi di interesse annui lordi dei buoni fruttiferi postali dedicati ai minori di aprile 2025, essi sono i seguenti:
- 2,50% al termine di 1 anno e 6 mesi, 2, 3, 4 e 5 anni;
- 2,75% dopo 6 e 7 anni;
- 3% dopo 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 e 15 anni;
- 4% dopo 16 anni;
- 5% dopo 17 e 18 anni.
Ecco un esempio di rendimento:
supponiamo che si intesti un buono di 5.000 euro a un minore nato il 1° marzo 2025. Dal calcolatore di Poste Italiane si evince che il valore di rimborso netto sarà al compimento dei suoi diciotto anni di 11.068,68 euro il 1° marzo 2043.
In tale calcolo, però, non è stata applicata l’imposta di bollo che si calcola in base alla normativa vigente.
Rendono fino al 3% annuo lordo i Bfp ordinari
Oltre ai buoni fruttiferi postali dedicati ai minori, tra i migliori di aprile 2025 ci sono gli ordinari che durano 20 anni e i cui interessi sono riconosciuti dopo 3, 6, 9 e 12 anni. Prima di tale periodo, infatti, si può richiedere il rimborso solo del capitale investito.
Per quanto riguarda i rendimenti, con le condizioni in vigore dall’11 febbraio 2025, si percepisce:
- lo 0,75% dopo il 1°, il 2° e il 3° anno;
- lo 0,81% dopo 4 anni;
- l’1,05% dopo 5 anni;
- l’1,25% dopo 6 anni;
- l’1,39% dopo 7 anni;
- l’1,53% dopo 8 anni;
- l’1,66% al termine del 9°anno;
- l’1,80% al termine del 10°anno;
- l’1,91% al termine dell11°anno;
- il 2% al termine del 12°anno;
- il 2,15% dopo 13 anni;
- il 2,28% dopo 14 anni;
- il 2,39% dopo 15 anni;
- il 2,50% dopo 16 anni;
- il 2,62% alla fine del 17°anno;
- il 2,72% alla fine del 18°anno;
- il 2,84% alla fine del 19°anno;
- il 3% alla fine del 20°anno.
Ecco un esempio:
immaginiamo di aver acquistato un buono ordinario il 29 marzo 2025. Questo titolo scadrà il 29 marzo 2045 e andrà in prescrizione il 30 marzo 2055. Al termine dei venti anni il montante netto sarà di 8.525,80 euro.
Tale valore corrisponde, come spiega Poste Italiane, alla somma dell’importo inserito e degli interessi previsti al netto della ritenuta fiscale sugli interessi. Anche in questo caso, nel calcolo, non è considerata l’imposta di bollo.
Le caratteristiche dei buoni fruttiferi postali 3×4
Ci sono anche i buoni fruttiferi postali 3×4 tra i migliori di aprile 2025. Sono anch’essi, come si evince dal nome, un investimento di lungo periodo in quanto durano 12 anni. Si ha diritto al riconoscimento degli interessi maturati dopo 3, 6 e 9 anni mentre se si chiede prima il rimborso, si ottiene solo il capitale investito.
Così come quelli ordinari e per minori non vi è alcun costo da sostenere per la sottoscrizionee per il rimborso, fatta eccezione per gli oneri di natura fiscale.
Con le condizioni in vigore dall’11 febbraio 2025 riguardo i rendimenti di questi titoli, si percepisce:
- l’1% dopo 3 anni;
- l’1,50% dopo 6 anni;
- il 2,25% dopo 9 anni;
- il 3% dopo 12 anni.
Ecco un esempio:
supponiamo sempre di aver acquistato in data 29 marzo 2025 un buono 3×4 di 5.000 euro. Tale titolo scadrà il 29 marzo 2037 mentre andrà in prescrizione il 30 marzo 2047. Il calcolatore di Poste Italiane ci dice poi che il rendimento netto che si percepirà sarà di 6.862,70 euro.
Ricordiamo che nel computo non è considerata l’imposta di bollo.
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