
Roma, 1 aprile 2025 – Centomila euro per trasferirsi in un piccolo paese della provincia di Trento: questo è il bonus di cui tutti stanno parlando negli ultimi giorni. In realtà è l’ultimo di una lunga serie di incentivi che solitamente vogliono scongiurare lo spopolamento di zone montane, isolate o apparentemente ‘poco attrattive’ su tutto il territorio nazionale.
Iniziative analoghe sono infatti state intraprese anche dalle altre regioni italiane, come Calabria, Friuli Venezia Giulia o Sardegna, nonché da innumerevoli piccoli comuni.
Interessati a far svoltare la vostra vita, avventurandovi in un piccolo e caratteristico borgo con annessi bonus per acquisto o ristrutturazione di un immobile? Ecco la lista che in molti stavano aspettando.
Sommario
La Giunta regionale della provincia di Trento ha deciso di puntare a ripopolare le zone montane, ormai sempre di più ‘abbandonate’ per realtà più attrattive come le città a valle. Quello che si vuole dimostrare è il contrario: che quei borghi estremamente caratteristici possono essere simbolo di una vita più lenta e forse più a misura d’uomo.
Ma come convincere i potenziali nuovi residenti? Verranno stanziati contributi a fondo perduto per sostenere le spese di ristrutturazione degli immobili, pari a una percentuale tra il 35% (se situati fuori dal centro storico) al 40% (se in centro storico) della somma totale, che deve essere di massimo 200mila euro. C’è anche un contributo, più ridotto, per l’acquisto, fino ad un massimo di 20mila euro. In ogni caso, i beneficiari devono impegnarsi a risiedere nel comune per almeno 10 anni.
Quali sono le località interessate? Quelle che negli ultimi dieci anni hanno visto crollare il numero dei propri abitanti: Altavalle, Bleggio Superiore, Bondone, Borgo Chiese, Bresimo, Canal San Bovo, Castel Condino, Castello Tesino, Cinte Tesino, Cis, Dambel, Frassilongo, Grigno, Livo, Luserna, Mezzano, Novella, Ospedaletto, Palù del Fersina, Peio, Pieve di Bono-Prezzo, Pieve Tesino, Rabbi, Rumo, Sagron Mis, Segonzano, Sover, Terragnolo, Tre Ville, Valdaone, Valfloriana, Vallarsa, Vermiglio.
A partire dal 2021, la Calabria ha attivato diversi bonus per la residenza attiva. In quell’anno la Regione aveva offerto incentivi fino a 28mila euro a chi fosse disposto a trasferirsi nei comuni di Aieta, Albidona, Civita, San Donato di Ninea, Bova, Samo, Sant’Agata del Bianco, Caccuri o Santa Severina. Tutti contavano meno di duemila abitanti.
L’anno scorso, invece, la Giunta regionale ha lanciato il progetto ‘Abita borghi montani’, che vorrebbe incrementare la popolazione di diverse zone dell’Appennino calabro, in particolare nei comuni che contano meno di 3000 abitanti.
Da ormai un decennio l’Emilia Romagna offre dei contributi per quei cittadini una volta residenti nella Regione che intendono tornarci dopo un periodo all’estero. Non si tratta di un bando, bensì di una vera e propria legge regionale.
L’incentivo è riservato agli emiliano-romagnoli, per nascita o per residenza, emigrati all’estero, alle loro famiglie e ai loro discendenti, nonché ai cittadini italiani e i loro familiari rimpatriati da non più di due anni, che acquisiscano o riacquisiscano la residenza in un comune della Regione.
Le persone interessate devono essere indigenti. Nello specifico, gli aiuti riguardano le spese di viaggio, di trasporto delle masserizie, la traslazione di eventuali salme, con il fine del definitivo rientro dei cittadini emigrati e dei propri familiari.
Fino al 2030, la Regione Friuli Venezia Giulia si impegna a elargire incentivi a quei giovani under 41 che intendono comprare terreni, immobili, macchinari, animali e piante a scopi residenziali o aziendali in zone economicamente svantaggiate del territorio. In cambio, il beneficiante dovrà mantenere la residenza in tale posto almeno per i successivi cinque anni. Certo, la speranza della giunta con sede a Trieste è quella che le persone restino anche più a lungo, rendendo quei piccoli comuni più attrattivi.
Si tratta di contributi a fondo perduto per un totale di spesa ammessa pari a 300mila euro.
Ma una zona isolata non si ‘salva’ solo coi residenti, ma anche con imprese e altre attività commerciali. Per questo la Giunta regionale della Sardegna ha attivato il bando ‘Incentivi per l’insediamento di nuove attività nei piccoli comuni’.
Si rivolge a quei liberi professionisti o a quelle persone che, tra il 2022 e il 2024 hanno deciso di aprire un’azienda in un comune dell’isola che, al 31 dicembre 2020, contava meno di duemila abitanti. Per i ‘fortunati’ è prevista l’erogazione di un contributo a fondo perduto pari a 15mila euro. La cifra sale a 20mila nel caso in cui la nuova attività commerciale abbia contribuito ad alzare il tasso di occupazione nel territorio.
Ma i bonus non sono gli unici incentivi attivati dalle amministrazioni locali per attirare nuovi residenti. Sempre più comuni negli ultimi anni stanno vendendo a prezzi stracciati – solitamente a un euro – diverse abitazioni situate nel proprio territorio. Si tratta di immobili che solitamente necessitano di ristrutturazioni ingenti, ma il tutto è reso più semplice proprio dal costo simbolico dell’acquisto.
La lista è in costante aggiornamento e non è possibile tenere il passo di tutti i bandi che escono e scadono. Tuttavia, le regioni interessate sono solitamente quelle del Sud, nonché il Lazio e la Sardegna. Anche qui si tratta solitamente di piccoli borghi isolati che cercano disperatamente di non perdere la totalità dei propri residenti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link