2 Aprile 2025
Poste-Tim l’Italia riscopre le Tlc base della digitalizzazione


La crescita di Poste Italiane come primo azionista di Tim è positiva “soprattutto perché il sistema Paese Italia ha riscoperto l’importanza dell’azienda di telecomunicazioni che è alla base dello sviluppo della digitalizzazione e della modernizzazione del nostro Paese”. Lo ha affermato al Tg1 Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, dopo che Poste è salita al limite del 25% del capitale del gruppo Tlc.

“Sono contento come italiano”, ha detto Labriola, ricordando che Tim torna ad avere un partner industriale di lungo periodo – o, con le parole dell’Ad: “La cosa più importante è che torniamo ad avere un faro, un punto di riferimento in logica industriale di lungo termine perché Poste ha dichiarato che la partecipazione è una partecipazione strategica“.

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Poste-Tim, Labriola: “Benefici per tutti i clienti

Labriola ha anche affermato che “L’ingresso di Poste nell’azionariato di Tim porterà benefici ai clienti delle due aziende, che potranno usufruire di nuovi servizi”.

“Per i clienti – ha aggiunto l’Ad – svilupperemo un portafoglio di servizi molto più ampio, non più solo telecomunicazioni, ma anche servizi finanziari, luce, gas e servizi similari“, ha detto Labriola. Per le aziende, invece, ci sarà “un’accelerazione nello sviluppo di quella parola, a volte complessa, che è il cloud“, fondamentale per “la digitalizzazione, anche della pubblica amministrazione e delle grandi e piccole imprese italiane”.

Primo Cda di Tim del “nuovo corso”, Vivendi depone le armi

È in calendario intanto il primo Consiglio di amministrazione di Tim dopo la crescita di Poste a ridosso del 25% del capitale. Nessun problema sull’operazione da parte della Commissione europea e nemmeno dalla Borsa, che aveva già anticipato la mossa sul gruppo delle tlc. In più, Vivendi sembra ormai disposta a deporre le armi sul dossier, con la probabile scelta di ritirare l’unica causa legale in corso contro Tim, quella relativa alla vendita della rete a Kkr, al momento del closing dell’operazione con Poste.

I francesi da due anni hanno svalutato la partecipazioni in Tim, quindi l’attuale vendita crea addirittura un ‘surplus’, ma non hanno ottenuto i loro obiettivi strategici. Mantengono ancora una partecipazione diretta e indiretta di oltre il 20% in Mfe-Mediaset ma, dopo aver perso la partita contro i Berlusconi, ora sono semplici soci silenti.

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Gli analisti: governance più solida, spazio al consolidamento Tlc

La presenza di Poste come primo azionista garantisce una governance più solida, facilitando il processo di ottimizzazione della struttura di capitale e remunerazione degli azionisti, aprendo ulteriore spazio per sinergie industriali e potenzialmente per sostenere opzioni di consolidamento nel settore Tlc“, affermano gli analisti di Equita.

Di operazione “positiva” parla anche Akros, secondo la quale “Vivendi era ostile a Tim e non creava né sinergie né valore per il gruppo“.

Secondo Intermonte “le sinergie potrebbero essere molto significative, con risparmi di 200-300 milioni dall’utilizzo della rete di 12.400 uffici postali di Poste Italiane, oltre a un incremento del margine operativo lordo di circa 200 milioni dalla migrazione del contratto operatore virtuale di PostePay dalla rete Vodafone a quella di Tim“.

Il gruppo guidato da Pietro Labriola “dovrebbe essere protagonista del consolidamento” del settore, afferma il sottosegretario alI’Economia Federico Freni.

Il cda non parlerà, ovviamente, di questo: all’ordine del giorno ci sono le delibere sulla prossima assemblea, che potrebbe anche essere anticipata rispetto alla data di giugno, ma non potrà mancare una comunicazione sull’operazione che ha portato alla configurazione del nuovo primo azionista.



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