
Andiamo subito al cuore del problema. E’ possibile finanziare gli investimenti e le tecnologie green attraverso un tasso di interesse più basso rispetto a quello praticato sul mercato?
Come ovvio, esistono detrattori e sostenitori della proposta, tra i primi, in ambito accademico, annoveriamo quelli che sostengono che i motivi della proposta di un “dual interest rate” varino da una pubblicazione ad un’altra – come se fosse un male di per sé. Questi autori rincarano la dose critica asserendo che si tratta di paternalismo – nonostante il fatto che a dettare la centralità del tema siano i documenti ufficiali delle più importanti istituzioni internazionali e i governi di quasi tutto il mondo. Sempre i detrattori pensano che sia una eccessiva semplificazione la concessione del credito attraverso una tassonomia che distingue tra attività green e attività sporche.
Ma finanziare ad un tasso privilegiato a condizione che gli investimenti siano sostenibili è una misura che combatte gli interessi alti e assicura la stabilità dei prezzi nel lungo termine. Ed è corretto che la maggior parte degli scienziati adducono motivazioni che conducono al ruolo della politica monetaria. Ebbene, un tasso di interesse più basso di quello di mercato è stato sperimentato, con vari programmi, in Cina, India, Malesia, Singapore, Corea del Sud e in Giappone, coinvolgendo le banche centrali ma anche dalla Banca Centrale Europea nell’ambito della politica monetaria non convenzionale. Al meglio della nostra conoscenza attuale, non si ravvede nessun paternalismo in chi raccomanda di intervenire sui temi ambientali e nessuna contrarietà giuridica nell’intervento delle banche centrali in materia ambientale, meno che mai una distorsione della neutralità di mercato (vero e proprio mito), vieppiù se le questioni del clima e dell’ambiente saranno incluse nello statuto delle banche centrali.
Le proposte di un tasso differenziato si può realizzare in diversi modi: imporre tassi di interesse a seconda dell’intensità di emissione del prestito bancario, concedere linee di credito fornita dalle banche centrali a tasso agevolato alle agenzie governative o alle banche di investimento che distribuiscono prestiti verdi accettati, favorire un credito di rifinanziamento verde a lunga scadenza, far intervenire le banche centrali sul mercato aperto con programma di acquisto di attività verdi, obblighi di riserva verde con tassi di deposito differenziati in base al volume di prestiti verdi della banca. Ma la proposta che vogliamo sollevare è quella per cui le banche centrali debbano concedere linee di credito alle banche commerciali con un tasso di interesse di favore o addirittura negativo, così quest’ ultime possano arrivare a concedere finanziamenti anche a tasso zero. Questa proposta sembra essere più innovativa rispetto allo schema tasse (carbon tax) e sussidi alle imprese anche se non lo esclude del tutto.
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