
In questa nuova era, segnata da rapidi progressi tecnologici e rivalità geopolitiche, Stati Uniti e la Cina sono impegnati in una guerra economica e tecnologica con un’altissima posta in gioco. Al centro di questo scontro ci sono i cosiddetti tech bros, titani miliardari dell’industria le cui innovazioni, investimenti e ambizioni stanno plasmando il futuro del potere su scala mondiale.
Trump e Xi Jinping si affidano a questi magnati per portare avanti lo sviluppo dei loro Paesi, mettendo a confronto gli imprenditori americani, noti per il loro spirito libero, con i colossi cinesi sostenuti dallo Stato in una battaglia che potrebbe decidere la supremazia economica e tecnologica del XXI secolo.
L’AVANGUARDIA TECNOLOGICA AMERICANA
Negli Stati Uniti, i giganti della tecnologia agiscono come una forza creativa e disordinata, spesso in rotta di collisione con le regole del governo, ma essenziali per gli interessi del Paese. Personaggi come Elon Musk, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg rappresentano lo spirito americano di indipendenza e innovazione. Tuttavia, la loro rivalità frammentata, come lo scontro tra Musk e Bezos nel campo spaziale, impedisce di fare fronte comune contro la Cina.
Musk, con le sue imprese Tesla, SpaceX e Neuralink, è diventato un simbolo dell’ingegno americano, portando innovazione nei veicoli elettrici, nell’esplorazione spaziale e nell’intelligenza artificiale. Bezos, tramite Amazon e Blue Origin, ha rivoluzionato il commercio, lanciando anche la sua compagnia di viaggi spaziali. Nel frattempo, Meta di Zuckerberg punta forte sul metaverso e sull’espansione della connettività sociale.
Nel suo primo mandato, Trump ha intuito il valore di questi miliardari per stimolare la crescita economica e consolidare il primato tecnologico degli Stati Uniti. La sua amministrazione li ha sostenuti con sgravi fiscali, meno vincoli normativi e un approccio favorevole alle imprese, nonostante qualche scontro pubblico con figure come Bezos, dovuto a divergenze personali o politiche.
Anche quando non era Presidente, Trump ha continuato a lodare questi magnati, definendo Musk un «genio». Nel suo secondo mandato, la visione di Trump resta invariata: liberare il settore privato per superare la Cina, specialmente in ambiti importanti come Ia, 5G e lo spazio. Ha amplificato i loro ruoli, piazzando Musk e altri «geni» tecnologici in posizioni chiave nel Doge.
I TITANI TECNOLOGICI CINESEI SORVEGLIATI DAL PCC
Sull’altra sponda del Pacifico, le big tech cinesi si muovono in un mondo molto diverso. Imprenditori miliardari come Jack Ma (Alibaba), Pony Ma (Tencent) e Robin Li (Baidu) operano entro confini ben più stretti. Sotto il controllo ferreo di Xi, hanno dato vita a giganti dell’e-commerce, del gaming, dell’intelligenza artificiale e del riconoscimento facciale. Aziende come Huawei e ByteDance si espandono rapidamente grazie al supporto dello Stato, ma questa stretta supervisione rischia di frenare le innovazioni più coraggiose.
Il loro successo, è strettamente legato al Partito comunista cinese. Xi considera la tecnologia una colonna portante dell’ascesa della Cina e il suo regime ha investito miliardi in iniziative guidate dallo Stato, come il piano “Made in China 2025”, per dominare settori come semiconduttori, robotica ed energie rinnovabili. A differenza dei colleghi americani, i magnati cinesi operano sotto un regime totalitario.
Nel 2020, Jack Ma ha criticato le autorità finanziarie cinesi, provocando la cancellazione improvvisa dell’Ipo di Ant Group, l’offerta pubblica iniziale con cui la società sarebbe entrata in Borsa per miliardi, e sparendo temporaneamente dalla scena pubblica: un segnale chiaro che il potere resta nelle mani del regime cinese.
Xi ha poi inasprito i controlli con misure antitrust, leggi sulla sicurezza dei dati e politiche di “prosperità comune” che obbligano i miliardari ad allineare le loro ricchezze agli obiettivi statali. Il messaggio è inequivocabile: innovate sì, ma solo al servizio del Partito.
Aziende come Huawei e ByteDance (casa madre di TikTok) sono diventate protagoniste dell’economia mondiale, spesso con sussidi e agevolazioni statali. La capacità del regime di mobilitare risorse, pensiamo agli enormi investimenti nelle infrastrutture 5G o nella sorveglianza tramite Ia, dà alla Cina un vantaggio nello scalare rapidamente le tecnologie. Tuttavia, questa rigidità può ostacolare le scoperte incredibili su cui prosperano i miliardari americani.
USA E CINA
La rivalità tra questi due gruppi di miliardari tecnologici va oltre un semplice scontro di ego: è una guerra per procura per la supremazia economica e tecnologica. Stati Uniti e Cina competono per il controllo delle tecnologie che definiranno il futuro: Ia, calcolo quantistico, energie pulite e biotecnologie. Da questi progressi dipendono la crescita economica, la potenza militare e l’influenza a livello mondiale.
Per gli Stati Uniti, i miliardari tecnologici sono fondamentali per mantenere un vantaggio. I satelliti Starlink di Musk sfidano le ambizioni spaziali cinesi, mentre i servizi cloud di Amazon alimentano gran parte dell’occidentale. L’America, però, si trova a fare i conti con ostacoli come la vulnerabilità delle filiere produttive, la scarsità di esperti Stem e un blocco politico che rischia di frenare i progressi. Dal suo ritorno alla guida del Paese, tuttavia, Trump appare determinato a fare affidamento su questi magnati, Musk in primis, contando sul fatto che i loro interessi personali vadano di pari passo con quelli nazionali
La Cina, invece, sfrutta i suoi miliardari per realizzare la visione di “autonomia” di Xi. La spinta del Pcc a dominare la produzione di semiconduttori ed energie rinnovabili mira a ridurre la dipendenza dall’Occidente. Ma la stretta di Xi scoraggia gli innovatori di cui ha bisogno, mentre la reazione globale contro aziende come Huawei ne frena l’espansione internazionale.
La “battaglia delle big tech” ha ripercussioni che vanno ben oltre Stati Uniti e Cina. Diverse nazioni in Europa, Asia e Africa stanno scegliendo da che parte stare, allineandosi agli ecosistemi tecnologici americani o cinesi in base a incentivi economici o preoccupazioni di sicurezza. L’esito di questo evento modellerà tutto, dalle reti commerciali agli standard di privacy digitale.
In questa sfida, sia Trump che Xi vedono i loro miliardari tecnologici come armi di una guerra che contrappone un’America di libero mercato a una Cina governata dal comunismo.
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