8 Aprile 2025
Dazi, cantieri e territori: il Sannio come caso nazionale per una strategia industriale di sistema


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“In momenti come
quello che stiamo vivendo, non serve rincorrere titoli. Serve offrire una
visione. Perché l’economia reale non si muove sulle dichiarazioni, ma sulla
capacità di tenere insieme competitività, coerenza e capacità esecutiva. L’introduzione
dei dazi americani su una serie di prodotti europei – e la conseguente risposta
attesa da parte dell’Unione – ha riportato in primo piano la connessione
diretta tra scenari geopolitici e filiere produttive. Per chi guida imprese,
per chi lavora nei territori, per chi ha la responsabilità di trasformare
investimenti pubblici in infrastrutture e sviluppo, il tema non è solo
macroeconomico. È operativo”. Queste le prime riflessioni di Flavian Basile,
presidente Ance Benevento.

“Parliamo di
materiali da costruzione, componenti tecnologici, approvvigionamenti
fondamentali. Parliamo di prezzi che cambiano, forniture che rallentano,
contratti che rischiano di non reggere. E, quindi, di cantieri che si fermano.
Di opere che rischiano di non essere completate.

Non è un’ipotesi
astratta. È una possibilità concreta. E proprio per questo va affrontata con la
sobrietà e la responsabilità che spettano a chi, come noi, rappresenta il
settore delle costruzioni. La questione non è se arriveranno conseguenze. È
come le gestiremo

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Nel Sannio,
territorio che oggi ho l’onore di rappresentare attraverso la Presidenza di
ANCE Benevento, è in corso un ciclo di investimenti straordinario: grandi opere
ferroviarie, ammodernamento della viabilità strategica, interventi del PNRR in
ambito scolastico, sanitario, urbano.

Parliamo di lavori
già avviati o in fase di esecuzione. Parliamo di imprese impegnate, lavoratori
in campo, aspettative delle comunità. Non possiamo permetterci rallentamenti
non governati. Non possiamo permetterci di trasformare una grande opportunità in
un nuovo fronte di tensione.

Il vero rischio
che si profila all’orizzonte non è la mancanza di fondi. È la perdita della
capacità di realizzare. È il disallineamento tra ciò che si finanzia e ciò che
si completa. Tra ciò che si promette e ciò che si inaugura. La filiera delle
costruzioni è uno snodo strategico per il Paese. Non è semplicemente un
comparto economico. È un’infrastruttura industriale diffusa, che unisce
ingegneria, progettazione, logistica, sostenibilità, lavoro. È lo strumento
attraverso cui il PNRR diventa realtà. È la leva con cui il Paese si connette,
si protegge, si rigenera. Eppure, troppo spesso, viene considerata solo in
termini di spesa. Quando invece è un moltiplicatore di stabilità, produttività,
fiducia. In questo momento serve tutelare il settore non con interventi
straordinari, ma con strumenti ordinari, certi, automatici. Perché non si può
chiedere alle imprese di farsi carico, da sole, di ogni variabile globale.”

ANCE Benevento
come sistema imprenditoriale che lavora sul campo, ha una proposta semplice,
concreta, immediata
:

1) Clausole di
revisione prezzi applicate in automatico, su tutto il territorio nazionale.

Le norme ci sono.
Vanno attuate in modo uniforme, trasparente, senza interpretazioni divergenti.
Perché l’Italia non può essere a due velocità.

2) Un fondo
nazionale permanente per la continuità dei cantieri.

Non si può ogni
volta invocare un decreto d’urgenza. Serve una linea stabile, alimentata con
risorse dedicate, per garantire la sostenibilità economica dei contratti in
corso e futuri.

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3) Un coordinamento
operativo interistituzionale locale.

Serve una cabina
di regia stabile tra amministrazioni, imprese, stazioni appaltanti,
rappresentanze economiche e sociali. Non un nuovo tavolo, ma uno strumento di
lavoro congiunto, da attivare immediatamente per presidiare i programmi in
essere.

“Noi crediamo che
il Sannio sia oggi un banco di prova nazionale – prosegue Flavian Basile -. Qui
si misurano, con estrema concretezza, le politiche industriali, i meccanismi di
attuazione del PNRR, la tenuta del rapporto tra territorio, imprese e
istituzioni. Se qui si riesce a portare a compimento ciò che è stato previsto,
si dimostra che l’Italia può farcela. Se qui ci si ferma, il messaggio che
passa è ben più ampio del singolo cantiere. Noi siamo pronti. A lavorare, a
collaborare, a guidare, se serve. Come imprenditori, abbiamo sempre fatto la
nostra parte. Ora chiediamo che anche le istituzioni facciano la loro, non con
parole, ma con strumenti e decisioni. Non c’è tempo da perdere. I mercati non
aspettano. I territori non possono restare fermi. O si costruisce insieme, o si
rischia di perdere una stagione storica per la modernizzazione del Paese”.



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