8 Aprile 2025
Il quarto d’ora che ha fatto impazzire le borse di mezzo mondo. Poi Trump alza il tiro: “Per la Cina ulteriori dazi del 50 per cento”


L’altalena dei mercati dopo la dichiarazione (poi smentita) del consigliere di Trump Hassett sulla sospensione delle tariffe per 90 giorni. Tutto sarebbe partito da un tweet di un utente anonimo. La Cina: “Non ci faremo intimidire dal bullismo economico”

Un’indiscrezione, una dichiarazione o un tweet sbagliato? La risposta sembrerebbe essere la terza. Le borse, già in un periodo particolarmente frenetico, hanno vissuto oggi pomeriggio – 7 aprile – uno dei momenti a più alta volatilità della storia recente, dopo che la Casa Bianca sembrava avesse aperto alla possibilità di congelare per 90 giorni l’entrata in vigore dei dazi. Tutto sarebbe partito da un’intercalare confuso per una risposta affermativa. Poi è arrivata la smentita. Le parole che hanno fatto impazzire gli investitori di mezzo mondo erano del direttore del National economic council, Kevin Hassett. Il principale consigliere economico della Casa Bianca, in un’intervista con Fox News (e non con la Cnbc, come sembrava in un primo momento), aveva risposto a una domanda di Brian Kilmeade che gli chiedeva se Donald Trump stesse valutando la possibilità di “mettere in pausa” i dazi per 90 giorni, come richiesto dal miliardario Bill Ackman, tra le voci critiche della nuova politica commerciale statunitense che si stanno alzando da Wall Street. “Yes”, ha risposto Hassett. Ma guardando (e ascoltando) meglio il video, quel “sì” detto dal consigliere di Trump sembrerebbe più un’intercalare che una risposta alla domanda. Anche perché poi ha continuato dicendo: “Penso che il presidente deciderà quello che deciderà”, e ha bollato come “retorica irresponsabile” quella di Ackman. Troppo tardi per non condizionare l’andamento dei mercati globali.

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Galeotto fu il tweet?

Tutto sembrerebbe essere partito da un tweet in cui un’anonimo utente di X, Walter Bloomberg (che non c’entra niente con l’agenzia di stampa), rilanciava quella che secondo lui sembrava essere una concreta apertura alla possibilità di una moratoria. Ma poi, a darle credibilità, è arrivato un flash dell’autorevolissima Reuters: “Hassett: Trump is considering a 90-day pause in tariffs for all countries except China – Cnbc”. E, a cascata, l’hanno seguita tutte le altre agenzie mondiali. Fatto sta che la possibilità di una sospensione dei dazi ha scatenato non solo un tam-tam sui siti d’informazione, ma una vera corsa agli acquisti sui mercati finanziari ancora aperti, quelli europei e quelli americani. Wall Street, che in apertura perdeva circa il 5 per cento, in pochi minuti ha azzerato le perdite, per poi tornare a cedere un punto percentuale (Il Dow Jones l’1,5 per cento, lo S&P 500 l’1,14 mentre il Nasdaq lo 0,9). Dopo quest’altalena di informazioni e di reazioni, la smentita è arrivata direttamente dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che ha bollato tutto come “fake news”. Le borse europee hanno comunque chiuso in rosso (Milano a meno 5,3 per cento) e, in una sola giornata, hanno bruciato 683 miliardi di euro.

Nuove misure contro Pechino

Ci ha pensato lo stesso Trump a ribadire, ancora una volta, la sua volontà di perseguire nella guerra commerciale aperta ufficialmente durante il giorno che lui ha ribattezzato “Liberation day”. La “Cina ha emesso tariffe di ritorsione del 34 per cento, che si aggiungono a quelle già record, alle tariffe non monetarie, alle sovvenzioni illegali alle imprese e alla massiccia manipolazione valutaria a lungo termine, nonostante il mio avvertimento che qualsiasi Paese che si ritorce contro gli Stati Uniti emettendo ulteriori tariffe, oltre a quelle già esistenti a lungo termine sulla nostra nazione, sarà immediatamente accolto con nuove e sostanzialmente più alte tariffe, oltre a quelle inizialmente stabilite – ha scritto il tycoon sul suo social Truth -. Pertanto, se entro domani, 8 aprile 2025, la Cina non ritirerà il suo aumento del 34 per cento rispetto agli abusi commerciali già in atto da lungo tempo, gli Stati Uniti imporranno alla Cina tariffe aggiuntive del 50, a partire dal 9 aprile”. Pechino “non si farà intimidire” dalle minacce di Trump, ha risposto con una nota la rappresentanza cinese alle Nazioni Unite. Gli Usa “sfidano le leggi fondamentali dell’economia e i principi del mercato, ignorando i risultati equilibrati raggiunti attraverso i negoziati commerciali multilaterali. Questo è un tipico fatto di unicameralismo, protezionismo e bullismo economico”. Secondo i calcoli della Casa Bianca, come dichiarato all’Afp, se il presidente statunitense dovesse dar seguito alle proprie minacce, tenendo conto delle tasse cumulative già annunciate dal suo ritorno alla Casa Bianca, i dazi sui prodotti cinesi potrebbero raggiungere un totale del 104 per cento.



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