
C’è chi ha fatto il conto: la fuga dei cervelli costa all’Italia in media 4,5 miliardi di euro l’anno. Molto più dei dazi di Donald Trump. E in questo caso la colpa è solo nostra.
Per questo la Camera di commercio ha messo in moto la “Talent week”, che inizia lunedì 7 aprile: una settimana per parlare alla generazione Z e «riaffermare l’immagine del Nord Est come polo attrattivo per i talenti», spiega il presidente Antonio Santocono.
In città dunque un ricco calendario di appuntamenti tra fiera, centro congressi, Pedrocchi e la sede di piazza Insurrezione. «È sempre più necessario oggi affrontare il tema del talent shortage (la scarsità di talenti, ndr): deve diventare un tema dell’agenda politica che richiede come risposta un’azione di sistema», dice Santocono.
Presidente, in che modo la Camera di commercio vuole fare sistema?
«Abbiamo coinvolto tutte le università del Nord Est, e poi la Regione, Fondazione Cariparo, le categorie, il nostro Competence center e il laboratorio GenNext di Unicredit. Per la prima volta si cercano soluzioni concrete».
«Dall’ascolto della generazione Z. In alcuni degli appuntamenti andranno direttamente loro sul palco per raccontare le loro idee».
Il luogo comune li dipinge come giovani che non hanno più voglia di fare sacrifici. È cosi?
«Gli imprenditori ci raccontano che ai colloqui di lavoro le domande più frequenti sono le ferie, la possibilità di smart working, l’esigenza di non lavorare il weekend. Nasce così questo pregiudizio».
«Dopo la tempesta del Covid, che ha colpito soprattutto i ragazzi, c’è stato un cambiamento di valori: hanno deciso di investire di più sulla qualità della vita, in termini di tempo a disposizione. Noi ci siamo interrogati su questa richiesta e abbiamo capito che le imprese devono cambiare i loro modelli organizzativi e la loro offerta nel mondo del lavoro».
«Andare incontro alle loro aspettative con gli strumenti che già abbiamo: lo smart working, e poi il welfare e il sostegno alle loro iniziative di vita. Non è facile, ma ci sono aziende che stanno già puntando molto sull’essere attrattivi, anche in settori non facili come l’edilizia e l’agricoltura».
Si possono attrarre giovani anche costruendo edifici o coltivando i campi?
«Basta puntare sui loro valori, come sostenibilità e innovazione. Penso a tutto il tema della digitalizzazione dei cantieri. O all’agricoltura di precisione: non si tratta di usare la zappa, ma droni e sensori per ricavare dati e strategie che permettono di ottenere il massimo utilizzando meno risorse. Alla “Talent week” porteremo queste esperienze per far capire ai ragazzi che vogliamo andare incontro alle loro aspettative».
C’è anche un ruolo della politica nel rendere un territorio attrattivo?
«Stiamo già facendo molto. Padova è centrale, perché ha un ateneo che il Censis mette al primo posto in Italia, la città è al sesto posto per qualità della vita e vanta un’offerta culturale molto importante. Noi abbiamo già messo in campo strumenti innovativi come il Competence center. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per essere attrattivi».
«Un grande problema è la crisi abitativa. Il Bo ha fatto 23 mila immatricolazioni quest’anno e vanta 75 mila iscritti: è un punto di forza, ma devono avere una casa dignitosa. È un tema difficile su cui dobbiamo lavorare, ad esempio iniziando a dare maggiori garanzie ai proprietari di immobili. E anche pensandoci come grande area metropolitana. È un ragionamento che la Camera di commercio sta portando avanti, assieme agli altri enti del territorio. “Talent week” è un primo tentativo fatto tutti insieme, con l’idea di ripeterlo nei prossimi anni».
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