
L’intervista
Il Ceo del gruppo bancario ribadisce il legame forte a pmi e famiglie veronesi: «Nei primi 3 mesi 2025, +30% di mutui e prestiti»
Andrea Orcel, il Ceo del gruppo bancario Unicredit
Credito, territori e risiko bancario. Gli istituti bancari alla prova dell’economia reale, ora anche della guerra commerciale. Abbiamo intervistato amministratore delegato del gruppo Unicredit Andrea Orcel che oggi sarà a Verona per un evento in collaborazione con l’università.
Unicredit affonda le sue radici qui nel Veronese, quanto è rimasto questo legame con famiglie e aziende in termini di impieghi e servizi?
Il rapporto con il territorio veronese non è mai venuto meno, anzi, negli ultimi anni si è rafforzato. Penso ai 260mila clienti, privati e imprese, che serviamo a Verona e provincia, agli oltre 1.500 colleghi che con il loro impegno si adoperano per fornire alle comunità gli strumenti per progredire e ai numerosi stakeholder territoriali, Fondazione Cariverona in primis, con cui collaboriamo fattivamente. L’ulteriore accelerazione del nostro supporto al tessuto produttivo e alle famiglie è nei numeri: in quest’area nei primi due mesi del 2025 registriamo una crescita di mutui casa e prestiti personali di oltre il 30% rispetto all’anno precedente, mentre nel segmento imprese le nuove erogazioni a Nord Est crescono addirittura del 77%. Il tutto in un quadro di rilevanti investimenti per potenziare la nostra rete commerciale e la banca nel suo complesso: 800 milioni di euro già allocati per ristrutturare e ammodernare l’85% della rete di sportelli, da completare quest’anno, ulteriori 2 miliardi e mezzo in investimenti IT previsti nei prossimi 3 anni digitalizzare le nostre filiali e integrarle con i canali alternativi, i 9 mila giovani che prevediamo di assumere nel Gruppo e lo sviluppo della nostra università aziendale con percorsi formativi per le nostre 80 mila persone.
E in termini di crescita del territorio scaligero ma anche veneto? Iniziative e attività, dal rapporto con l’università?
Quello veneto è un ecosistema unico per dinamismo e potenzialità, fatto di centri accademici di eccellenza, una fitta rete di incubatori e imprese estremamente proattive sul tema innovazione. Non è un caso che UniCredit Start Lab, la nostra piattaforma di business rivolta alle migliori start-up e Pmi innovative italiane, trovi qui un terreno particolarmente fertile. E non è neppure casuale la nostra scelta di creare qui due anni fa, insieme a CDP e Fondazione Cariverona, l’acceleratore FoodSeed che, con una dotazione di oltre 15 milioni di euro supporta gli investimenti delle società che operano nell’Agrifood Tech.
Dieci giorni fa avete annunciato il rinnovo della partnership con Fondazione Arena, quali gli obiettivi dell’accordo?
Abbiamo deciso di confermare il nostro ruolo di main partner dell’Arena di Verona Opera Festival per le stagioni 2025 e 2026, proseguendo così una collaborazione trentennale, non solo per il rilevante impatto di questo evento culturale per il territorio, con un indotto stimato in oltre 400 milioni di euro, ma anche la sua valenza evocativa come simbolo del Made in Italy nel mondo. Mi piace ricordare il nuovo taglio che abbiamo dato alla partnership con un focus sulle giovani generazioni, con il supporto al progetto di formazione e crescita professionale «U Are Invited» realizzato da Fondazione Arena di Verona in collaborazione con «Teach For Italy».
In questi giorni al Vinitaly presentate il vostro osservatorio sul vino insieme a Nomisma. In un momento di forti tensioni sui mercati internazionali, come cambiano le strategie delle imprese del settore?
Il 2024 è stato un anno positivo per il vino italiano, con esportazioni che hanno superato la barriera degli 8 miliardi di euro e UniCredit ha sostenuto le aziende del settore con finanziamenti in aumento dell’11% e nuove erogazioni per oltre 220 milioni. L’attuale incertezza regolamentare globale cambia lo scenario ma le strategie di diversificazione dei mercati di sbocco che numerose aziende hanno avviato in questi anni aiuteranno a mitigare gli impatti. In questo quadro il nostro network internazionale rappresenterà un valore aggiunto per le cantine italiane e su questo UniCredit è posizionata in modo unico essendo in 12 Paesi europei.
Quali sono le maggiori problematiche che le Pmi si trovano ad affrontare nella Regione? Come le supporta UniCredit?
Le criticità per le Pmi venete oggi possono essere strutturali o legate alla particolare contingenza. Nella prima categoria rientrano i temi del passaggio generazionale e della crescita dimensionale: su questo fronte abbiamo sviluppato un nuovo servizio, che utilizza anche l’IA, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta, dedicato alle Pmi interessate a cogliere opportunità di M&A. Per quel che riguarda temi legati allo specifico momento storico penso invece ai costi legati all’energia e alle materie prime: su questo versante abbiamo elaborato nuove soluzioni di copertura volte a rendere prevedibili i costi per le imprese. Siamo inoltre intervenuti sul fronte dell’accesso al credito con la nuova emissione obbligazionaria da 800 milioni di euro sottoscritta da CDP, le cui risorse saranno impiegate dalla banca per sostenere gli investimenti delle Pmi italiane; abbiamo implementato il nuovo modello di servizio per le piccole imprese, con importanti investimenti in IT per velocizzare ulteriormente i tempi di risposta, già oggi a livelli di eccellenza nel settore, e l’inserimento di gestori dedicati anche per aziende con fatturato inferiore al milione di euro.
Unicredit ha ricevuto i via libera per l’Ops su Banco Bpm. Perché un azionista di Banco Bpm dovrebbe aderire alla vostra offerta? Non c’è il rischio di sovrapposizioni di filiali con conseguenze su organici e servizi? C’è chi dice che questa operazione su Banco Bpm ridurrebbe il legame con i territori, con le famiglie e le pmi?
Siamo riconoscenti ai nostri soci per il supporto dimostrato in sede di assemblea per l’offerta per Banco Bpm, approvata dal 99,88% degli azionisti, e ci impegniamo a eseguirla solo se in linea con i parametri finanziari già comunicati. Alla luce dei recenti sviluppi e del risultato dell’offerta su Anima valuteremo comunque con la dovuta attenzione e – dopo aver compreso l’entità dell’impatto negativo sul capitale e sulla capacità di distribuzione di Banco Bpm pre e post eventuali misure di mitigazione e ogni altra circostanza rilevante – decideremo se proseguire o meno nell’operazione, in linea con i termini della nostra offerta. Detto ciò, la nostra visione industriale è chiara: Banco Bpm è una banca complementare, non c’è praticamente sovrapposizione nella rete, che potrà invece essere potenziata con investimenti analoghi a quelli realizzati sul network UniCredit, mentre i clienti potranno accedere a una gamma di servizi di eccellenza delle nostre fabbriche prodotto globali e beneficiare della nostra rete paneuropea. Grazie a questa acquisizione saremo in grado di dare ancora più supporto alle Pmi e alla clientela retail. Per il resto parla la nostra storia recente: nel 2024 abbiamo raggiunto risultati ben al di sopra delle previsioni del piano UniCredit Unlocked per quanto riguarda la redditività, nonostante 1,2 miliardi (3,6 miliardi nel triennio) allocati per investimenti e linee di difesa e distribuito agli azionisti nel periodo 26 miliardi contro i 16 previsti. Sosteniamo il tessuto produttivo e le comunità locali e continueremo a farlo con sempre maggiore forza: nei primi due mesi del 2025 abbiamo erogato alle Pmi italiane 2,8 miliardi, pari a +47% sul 2024, anno in cui avevamo comunque garantito un erogato totale di 12 miliardi.
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