
La storica realtà siderurgica di Odolo lo scorso gennaio ha investito 20 milioni di euro per abbattere le emissioni di anidride carbonica e risparmiare energia
In un momento di conclamata difficoltà per le imprese manifatturiere, strette fra i sovracosti energetici, le discusse regolamentazioni europee in ambito ambientale e l’incertezza generata dalla nuova situazione dei mercati internazionali, c’è ancora chi crede nella forza anticiclica dell’innovazione e, di conseguenza, investe in nuovi macchinari e sistemi produttivi. È, questo, il caso di Ferriera Valsabbia, storica realtà siderurgica di Odolo (è stata fondata settant’anni fa dalla famiglia Brunori che ancora la guida con il figlio del fondatore, Ruggero), la quale lo scorso gennaio ha inaugurato il progetto «LowCO2bars» con l’obiettivo di abbattere le emissioni di anidride carbonica e risparmiare energia.
Un investimento da 20 milioni di euro, di cui 7,5 finanziati a fondo perduto dall’Agenzia esecutiva europea per il clima, le infrastrutture e l’ambiente (Cinea) grazie all’aiuto della Ibs Consulting di Brescia. «Si tratta di un progetto di elettrificazione innovativa con l’applicazione di una tecnologia chiamata Innovative Heating Material System nel nostro laminatoio per la produzione di barre di ferro tondo per cemento armato — spiega Ruggero Brunori —. Utilizzando il cosiddetto effetto Joule per riscaldare i metalli, il sistema fornisce così un’alternativa efficiente al riscaldamento a gas, riducendo le emissioni di CO2 di circa il 55% e risparmiando circa 13.400 tonnellate di CO2 all’anno». Il progetto, che ora è nella fase di progettazione esecutiva, dovrebbe concludersi verso fine 2027.
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