
Indagine Confcommercio Toscana e Format Research: un’impresa su tre pronta a puntare sul digitale. Intelligenza artificiale ancora poco diffusa, ma si fa strada. Ecommerce usato dal 22%, vale già un terzo del fatturato
Firenze: Il tessuto imprenditoriale del terziario in Toscana (composto da oltre 183mila imprese di commercio, turismo e servizi) si sta lentamente aprendo alla trasformazione digitale, ma i numeri dell’ultima indagine[1] realizzata da Confcommercio Toscana in collaborazione con Format Research evidenziano un cammino ancora a ostacoli. Solo il 17,1% delle imprese si colloca su un livello di digitalizzazione avanzato, mentre la stragrande maggioranza (82,9%) opera ancora in modalità solo parzialmente digitali. A guidare la classifica della digitalizzazione è il settore dei servizi, più avanti rispetto a commercio e turismo.
Tra gli strumenti digitali più diffusi, spiccano i sistemi di pagamento elettronico (utilizzati dall’85,7% delle imprese), seguiti da quelli per la presenza online (49,6%) e le piattaforme per comunicazione, marketing e customer care (41,2%). I social media rappresentano il canale preferito per il marketing digitale: il 78,8% delle imprese li utilizza, con una preferenza equamente distribuita tra Instagram e Facebook (52,1%). Inoltre, il 51,9% delle aziende promuove i propri prodotti o servizi attraverso pubblicità e promozioni online.
Crescono gli investimenti, anche in formazione
Nel 2024, circa un’impresa su tre (30,8%) ha effettuato investimenti in digitalizzazione, concentrandosi soprattutto sull’aggiornamento dei software gestionali (47,2%) e sull’acquisto di apparecchiature tecnologiche (43,9%). L’interesse per il digitale si riflette anche nella formazione: il 21,4% delle aziende ha organizzato o partecipato a corsi per accrescere le proprie competenze. Le priorità formative riguardano la comunicazione e il marketing online (39,8%), la personalizzazione delle piattaforme digitali (37%) e la protezione dei dati sensibili (35,1%).
Intelligenza artificiale: tra timide sperimentazioni e attese future
L’intelligenza artificiale è ancora poco adottata: solo il 13,7% delle imprese la utilizza concretamente, prevalentemente per campagne di marketing (46,2%) e per ottimizzare i processi (38,7%). Tra chi non la impiega (86,3%), il 41,8% non la considera necessaria per la propria attività.
Tuttavia, lo scenario futuro suggerisce maggiore apertura: il 19,1% delle imprese ritiene che l’IA avrà un forte impatto sul proprio settore, mentre il 31,1% prevede un impatto moderato. Permane una quota significativa di scetticismo: il 24,8% non si aspetta alcun cambiamento e il 25% prevede un impatto minimo.
E-commerce: crescono le vendite online, soprattutto nel turismo
Il 21,9% delle imprese toscane del terziario utilizza l’e-commerce come canale di vendita, con un’incidenza media sul fatturato pari al 31%. Il settore turistico è quello che registra i migliori risultati in termini di ricavi da vendite online, seguito da servizi (29%) e commercio (25%).
Le funzionalità più sfruttate riguardano la gestione degli ordini (74,4%) e i pagamenti digitali (51,8%). Inoltre, il 45,8% delle aziende utilizza l’e-commerce anche per interazioni con i clienti e azioni di marketing digitale.
Tra le modalità di pagamento online, spiccano i digital wallet (72,7%) e le app peer-to-peer (P2P) (51,8%). Seguono i pagamenti via wearable devices, ovvero dispositivi indossabili come gli smartwatch, (36,4%) e i sistemi Buy Now, Pay Later (22,7%).
Sguardo al futuro: priorità su marketing e user experience
Guardando avanti, il 54,8% delle imprese dichiara che le proprie priorità di investimento riguardano il miglioramento delle strategie di marketing digitale, il 49,4% punta all’ottimizzazione delle piattaforme di e-commerce, mentre il 29,2% intende innovare i metodi di pagamento.
Il commento del direttore di Confcommercio Toscana Marinoni
“I dati di questa indagine”, commenta il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “fotografano una Toscana imprenditoriale che, pur consapevole dell’importanza della trasformazione digitale, ha ancora bisogno di strumenti concreti per compiere il salto di qualità. Serve prima di tutto un grande lavoro culturale: non possiamo parlare di investimenti in intelligenza artificiale se, prima ancora, non aiutiamo le imprese a comprendere davvero come e quanto l’innovazione può semplificare il lavoro quotidiano. La conoscenza, più ancora della tecnologia, è il primo motore del cambiamento. Ecco perché serve più formazione accessibile, mirata e continua, capace di colmare il divario non solo tecnico ma anche strategico”.
“Ringraziamo la Regione Toscana, le Camere di Commercio e gli enti che sostengono chi investe in digitale”, aggiunge Marinoni, “il loro ruolo è fondamentale, ma va rafforzato con nuove sinergie, come quelle con la scuola e i centri di ricerca universitari, e percorsi stabili, che non lascino sole le imprese nel loro percorso di innovazione. Il pensiero va soprattutto alle imprese più piccole, meno capitalizzate e strutturate, per le quali aprirsi alla multicanalità ed essere presenti anche online è difficilissimo, per mancanza di tempo, risorse e competenze. Per questo è essenziale snellire al massimo le procedure di accesso ai bandi, con particolare attenzione alle microimprese, così da facilitare il loro ingresso nei percorsi di trasformazione digitale. Se vogliamo che il terziario cresca, e continui a dare servizi, accoglienza e vitalità ai nostri borghi, dobbiamo metterlo nelle condizioni di essere non solo presente online, ma protagonista nella nuova economia dei dati e dell’intelligenza artificiale. Questo potrebbe senz’altro favorire la presenza dei giovani”
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