
Arriva il Documento di Finanza Pubblica: la necessità di rafforzare gli strumenti per la natalità si scontra con la stasi del bonus nascita e di altre agevolazioni. Nel frattempo si allungano i tempi della riforma fiscale e si guarda ai prossimi obiettivi
La settimana si chiude con l’arrivo del Documento di Finanza Pubblica, messo a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze l’11 aprile: accanto ai dati macroeconomici, si fa il punto sulle politiche adottate dal Governo, dal Fisco alla natalità, e si guarda ai prossimi passi per raggiungere gli obiettivi del Piano Strutturale di Bilancio.
Tra le prospettive future c’è l’intenzione del Governo di potenziare il pacchetto di strumenti per favorire la genitorialità, ma dal bonus nascita alle agevolazioni per favorire l’occupazione femminile, in realtà molte delle novità ancora devono essere attuate.
Nel frattempo per la conclusione dei lavori della riforma fiscale, si guadagna tempo: nel Consiglio dei Ministri del 9 aprile, il Governo ha chiesto una proroga fino al 31 dicembre 2025.
Si scaldano i motori per il concordato 2025-2026 e arrivano nuove lettere di compliance dall’Agenzia delle Entrate con gli invii che diventeranno sempre più frequenti: una panoramica delle principali notizie della settimana dal 7 al 13 aprile 2025.
Arriva il Documento di Finanza Pubblica in quadro economico e normativo complesso
Non si può dire che per il Governo gli ultimi sette giorni siano stati semplici. Mentre i dazi di Trump, su cui è arrivata una tregua di 90 giorni, sconvolgevano l’economia mondiale, il Consiglio dei Ministri si trovava a dover approvare un Documento di Economia e Finanza 2025 sui generis e non solo per le difficoltà geopolitiche.
In base a quanto previsto dalla normativa, il testo deve tracciare il quadro macroeconomico e porre le basi per le politiche future, ma il suo schema risulta stravolto dalle novità che derivano dalla nuova governance economica europea e che non sono state ancora inserite nel quadro di regole italiano.
Da questo groviglio di difficoltà, puramente economiche ma anche formali, è nato il Documento di Finanza Pubblica pubblicato dal Ministero dell’Economia che, tra i vari punti, traccia anche un quadro dei progressi fatti e degli obiettivi da raggiungere in linea con il Piano Strutturale di Bilancio.
Dal bonus nascita all’occupazione femminile: novità da potenziare ancora in stand by
Invertire il trend demografico è una delle sfide più complesse che l’Italia è chiamata ad affrontare: secondo gli ultimi dati ISTAT, lo scorso anno sono nati 370.000 bambini e bambine, con un calo inarrestabile che supera il record minimo del 1995.
E nel DFP c’è spazio per fare il punto sul pacchetto di misure messe in campo e per guardare al futuro. Le intenzioni sono chiare:
“Il Governo confermerà e amplierà una pluralità di strumenti di policy che intervengano sui fattori che incidono sulla scelta della genitorialità e sulla domanda di servizi per la prima infanzia, al fine di supportare la natalità e le famiglie, nonché promuovere una maggiore partecipazione dei giovani e delle donne al mercato del lavoro”.
Ma le prospettive cozzano con la realtà, tra le varie novità individuate come strategiche ci sono una serie di misure che, approvate sulla carta, devono ancora prendere vita.
È il caso del bonus nascita, il contributo di 1.000 euro da riconoscere alle famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro. Ma anche del nuovo esonero per le lavoratrici madri, sempre previsto dalla Legge di Bilancio 2025. E il più antico bonus per le assunzioni delle donne previsto dal Decreto Coesione a maggio 2024 e ancora inaccessibile.
Per rendere concretamente applicabili alcune delle misure citate, infatti, servono dei decreti attuativi che tardano ad arrivare.
Ministeri ed enti coinvolti devono approvare in totale 555 testi, nonostante l’Esecutivo Meloni nel primo trimestre del 2025 abbia raggiunto il suo record positivo sul tasso di adozione dei provvedimenti, secondo i dati pubblicati il 7 aprile dal Dipartimento per il programma di Governo.
Lettere dall’Agenzia delle Entrate per innovare il catasto e favorire la compliance
Le intenzioni e le prospettive future contenute nel Documento di Finanza Pubblica, poi, riguardano anche il Fisco che dovrà raggiungere una serie di obiettivi entro il 2029: dall’incremento delle entrate che derivano da attività di prevenzione e tax compliance all’innovazione del catasto.
Un ruolo di primo piano su questi due fronti sarà riservato alla comunicazione tra contribuenti e Amministrazione finanziaria: nei prossimi anni, infatti, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà sempre di più le lettere di compliance per invitare i cittadini e le cittadine a rivedere e regolarizzare le loro posizioni.
E il tema, in questa settimana, è attuale e caldissimo: mentre sono in corso gli invii (in alcuni casi doppi) relativi alle variazioni catastali per chi ha beneficiato del Superbonus, l’Agenzia delle Entrate annuncia la trasmissione di comunicazioni che derivano dall’incrocio dati tra fatture elettroniche e dichiarazione IVA dell’anno 2022.
Proroga per la riforma fiscale: scadenza al 31 dicembre 2025
In ogni caso, il raggiungimento degli obiettivi fiscali fissati per i prossimi anni passerà anche dalla conclusione dei lavori di riforma ancora in atto e su cui il Governo nel Consiglio dei Ministri del 9 aprile ha chiesto una proroga.
Il cantiere non si chiuderà il 29 agosto, dopo 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega n. 111 del 2023, ma il 31 dicembre 2025, data ultima prevista anche per la stesura dei Testi Unici.
Per la riforma fiscale, infatti, si tratta della seconda riscrittura del calendario che nasce anche per allineare i due termini. Si prende tempo. Dai primi capitoli aperti, come l’IRPEF, a quelli ancora da aprire, come i tributi locali o l’IVA, c’è ancora tanto da fare.
E ci sono novità ancora in cerca di un equilibrio, come il concordato preventivo biennale.
In questa settimana è stato trasmesso al Parlamento anche il testo del decreto legislativo che contiene una serie di correzioni sull’impianto normativo del patto con il Fisco.
E mentre le Commissioni Parlamentari sono chiamate a dare il loro parere sul testo approvato in via preliminare il 13 marzo scorso, l’Agenzia delle Entrate prepara già il terreno per le prossime adesioni relative al 2025-2026.
Non è solo il contesto internazionale ad essere caratterizzato da un “elevato grado di incertezza”, come ha sottolineato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti in relazione al Documento di Finanza Pubblica, ma anche quello nazionale e, più specificamente, fiscale.
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