
(Teleborsa) – Le imprese dell’Eurozona hanno segnalato un calo dei tassi di interesse sui prestiti bancari, indicando al contempo un ulteriore lieve inasprimento delle altre condizioni di finanziamento. È quanto emerge dall’ultima edizione del Survey on the Access to Finance of Enterprises (SAFE), relativa al primo trimestre del 2025, della Banca centrale europea (BCE).
In particolare, le imprese hanno segnalato una diminuzione netta dei tassi di interesse sui prestiti bancari (-12% netto, rispetto al -4% netto del trimestre precedente), a indicare che l’allentamento della politica monetaria si sta trasmettendo alle imprese. Allo stesso tempo, il 24% netto (22% netto nel trimestre precedente) ha osservato un aumento degli altri costi di finanziamento (ovvero oneri, commissioni e commissioni).
In questa edizione dell’indagine, le imprese hanno indicato una riduzione del fabbisogno di prestiti bancari (-4% netto, invariato rispetto al quarto trimestre del 2024). Allo stesso tempo, le imprese hanno segnalato una disponibilità di prestiti bancari sostanzialmente stabile (-1% netto, in calo rispetto al 2% netto del trimestre precedente). Ciò ha lasciato il gap di finanziamento dei prestiti bancari – un indice che misura la differenza tra la necessità e la disponibilità di prestiti bancari – sostanzialmente invariato (-1% netto, dopo l’1% netto della precedente indagine). L’attuale indicatore composito del gap di finanziamento – che include prestiti bancari, linee di credito e credito commerciale, nonché titoli di debito e azioni – sta raggiungendo livelli storicamente associati a periodi di allentamento della politica monetaria. In prospettiva, le imprese prevedono un modesto miglioramento della disponibilità di finanziamenti esterni nei prossimi tre mesi.
Le imprese hanno continuato a percepire le prospettive economiche generali come il principale fattore che ostacola la disponibilità di finanziamenti esterni, come nella precedente indagine (-21% netto, rispetto a un -22% netto). Il 7% netto delle imprese ha indicato un miglioramento della propensione delle banche a erogare prestiti (in calo rispetto all’8% netto della precedente indagine).
Le aspettative delle aziende sui prezzi di vendita nei prossimi 12 mesi sono rimaste invariate, mentre le aspettative sui costi salariali sono leggermente diminuite, trainate dalle minori pressioni previste nel settore dei servizi. Le aspettative di inflazione delle imprese a breve termine sono leggermente diminuite, pur rimanendo invariate su orizzonti più lunghi. Per l’inflazione a cinque anni, un minor numero di imprese ha segnalato rischi bilanciati, mentre na percentuale maggiore di imprese ritiene che i rischi per l’inflazione a cinque anni siano orientati al rialzo, il che si è riflesso in un calo della percentuale di coloro che percepiscono rischi al ribasso.
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