
Durante la recente riunione della Federazione italiana settore moda di Confesercenti Ferrara, è stato nominato nuovo presidente Andrea Rondina, titolare del Rondina Store.
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Andrea Rondina, figura di spicco nel panorama commerciale e imprenditoriale ferrarese, guiderà la Federazione con l’obiettivo di promuovere e sostenere lo sviluppo del settore moda nella nostra provincia. Con una lunga esperienza nel settore e una forte passione per l’innovazione e la valorizzazione delle imprese locali, Rondina si impegnerà a rafforzare il dialogo tra i professionisti del settore, le istituzioni e le altre realtà economiche.
Grande distribuzione organizzata e piattaforme online
Nel corso dell’incontro, sono state affrontate le gravi difficoltà che sta vivendo il settore della moda. La Federazione italiana settore moda di Confesercenti, rappresenta 45mila piccole e medie imprese, un settore che da sempre è stato un fiore all’occhiello del Made in Italy. Tuttavia, la distribuzione commerciale del settore moda versa da anni in una situazione economica, giuridica e sociale disastrosa.
Le imprese chiudono e non riaprono più, contribuendo alla desertificazione di intere aree del Paese e impoverendo città, paesi e borghi. Tra le cause principali di questa crisi ci sono la concorrenza sleale, prima proveniente dalla Grande distribuzione organizzata e ora dalle grandi piattaforme online, che operano avvantaggiate da privilegi fiscali e politiche commerciali aggressive e sleali nei confronti della distribuzione fisica tradizionale.
Regole e mercato
“Un mercato è veramente libero solo se garantito da regole che preservino la correttezza negli scambi a tutela delle aziende che operano sul territorio, e di conseguenza dei lavoratori e dei consumatori finali. Questo, duole dirlo, non sta accadendo!”, ha dichiarato Andrea Rondina. “Il Tavolo della moda, purtroppo, – ha aggiunto Rondina – ha prestato maggiore attenzione al settore produttivo e meno a quello distributivo. Pur riconoscendo l’impegno del Governo nella lotta alla contraffazione e nel rafforzamento del Made in Italy, è indispensabile che vengano affrontate con urgenza altre problematiche, per tentare di fermare il dramma delle imprese del piccolo commercio che chiudono definitivamente”.
Rondina ha ricordato che “nel 2024, ben 61.634 imprese hanno abbassato definitivamente la saracinesca, un dato che mette in luce la gravità della situazione. Ci chiediamo quale sia il progetto del Ministero per risolvere questo problema che riguarda uno dei settori economici più importanti del nostro Paese e che dà lavoro a migliaia di persone”.
Commissioni bancarie e decontribuzione
Fismo Ferrara ha sollecitato un intervento deciso e immediato per affrontare alcune delle principali criticità che colpiscono il settore: il rispetto delle regole già esistenti in tema di vendite promozionali, come il Black Friday (ora diventato una sorta di ‘Black Month’), e la necessità di riportare i saldi alla loro originaria funzione di svendite di fine stagione.
Spazio, inoltre al miglioramento delle commissioni bancarie sulle transazioni digitali, che ormai prevalgono su quelle in contante; a una reale decontribuzione per i giovani che decidono di intraprendere una nuova attività commerciale; al controllo rigoroso sui prodotti tessili che utilizzano sostanze tossiche e che sfruttano il lavoro, in totale disprezzo dei diritti umani, che da sempre sono una delle peculiarità del nostro Made in Italy. L’elenco delle richieste prevede anche di applicare una detassazione sulle rimanenze di magazzino.
“La situazione è davvero drammatica e non possiamo più restare a guardare. Le piccole e medie imprese sono il cuore pulsante del nostro settore, e dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerle e garantire un mercato più equo e giusto”, ha concluso Andrea Rondina, sottolineando l’impegno “volto a sostenere le nostre imprese, promuovendo iniziative che favoriscano la crescita, l’innovazione e la competitività delle aziende locali, con un occhio di riguardo alla sostenibilità e alle nuove sfide che il mercato ci pone”.
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