
Sono 11 milioni gli ettari di boschi in Italia, con sistema Paese Italia che dipende ancora per circa l’80% del legname importato dall’estero. Proprio in considerazione di creare sinergie industriali internazionali e in considerazione degli aumenti dei costi energetici e di approvvigionamento, è ormai palese la necessità di adottare un rinnovato approccio strategico per rafforzare una filiera che – nonostante una piccola flessione del 5% nel 2024 – si mantiene un asset strategico dell’economia italiana ed europea.
A tracciare un quadro del settore è la Federazione Filiera Legno, che riunisce le principali aziende del settore dell’edilizia in legno e dell’imballaggio in Italia.
La Federazione Filiera Legno da sempre sottolinea l’urgenza di valorizzare i soprassuoli boschivi italiani attraverso interventi mirati come la sburocratizzazione, la pianificazione, la certificazione forestale, la formazione, nonché di procedere ad implementare gli investimenti in ricerca e sviluppo per poter diversificare gli approvvigionamenti, anche attraverso la caratterizzazione di nuove specie legnose, cercando così da mitigare la pressione commerciale sui tipi di legno maggiormente impiegati all’interno del tessuto industriale nazionale.
Un primo passo in questa direzione è stato compiuto nel corso dell’HolzBauForum di Lazise (VR), con un bilaterale dedicato al settore del legno tra Italia-Austria. In questa occasione, una delegazione della Fachverband der Holzindustrie Österreichs, l’Associazione Austriaca dell’Industria del Legno, si è interfacciata con un’analoga delegazione di imprenditori della Federazione Filiera Legno italiana, che oggi rappresenta oltre 400 imprese con circa 21.770 addetti, generando un fatturato di circa 6 miliardi di euro.
L’incontro ha posto le basi per un dialogo strutturato e continuativo tra le industrie del legno dei due Paesi con l’obiettivo di rafforzare la competitività del comparto, condividere dati statistici di mercato, iniziare un processo che porti a una programmazione industriale sinergica, nonché investire in processi di ricerca e sviluppo, partendo da una visione di mercato di medio termine che tenga di fatto conto anche dei cambiamenti climatici in atto. Entrambi i Paesi riconoscono inoltre l’importanza di garantire materie prime a prezzi accessibili, elemento fondamentale per la competitività dell’industria, e puntano a un posizionamento congiunto che coinvolga i proprietari forestali, le imprese boschive, nonché
tutti gli stakeholders interessati alla filiera.
“Nel futuro delle imprese italiane ed europee ci sono grandi potenzialità grazie a un settore che non smette di offrire nuovi sviluppi”, ha dichiarato Angelo Luigi Marchetti, Presidente di Federazione Filiera Legno. “È fondamentale investire nella formazione, per far crescere l’intero settore ed elevarne sempre più il livello qualitativo e valorizzare le nostre maestranze specializzate all’interno di un quadro internazionale. È necessario quindi intraprendere un cammino congiunto a livello Europeo valorizzando il ruolo ambientale, sociale ed economico delle imprese dove il nostro tessuto imprenditoriale è di fatto uno dei primi elementi di tutela del paesaggio forestale”.
Il ruolo di Italia e Austria nel mercato del legno
Negli ultimi anni, le relazioni commerciali per la filiera del legno tra Italia e Austria hanno raggiunto una cifra significativa, con scambi di segati e legno lamellare pari a 3.117.002 m3. Questo consolida la posizione di entrambi i Paesi sul mercato europeo, in particolar modo nei settori del legno e dell’imballaggio, in cui gli scambi commerciali verso l’Italia rappresentano oggi circa 40% della produzione austriaca.
In particolare l’Austria nel 2024 ha esportato verso l’Italia circa 2.488 milioni di metri cubi di segati di conifera e 668.260 metri cubi di legno lamellare, rendendo l’Italia il principale partner economico a livello europeo.
Congiuntamente il mercato del legno italiano e austriaco è in evoluzione. Entrambi i Paesi si stanno focalizzando e capitalizzando sulle potenzialità del settore della bioedilizia e sull’imballaggio in legno.
Per l’Italia, la Federazione Filiera Legno prevede, dall’ascolto del sentiment degli imprenditori Associati, che per il 2025 e nonostante un quadro di mercato complesso, gli ordinativi nel settore degli imballaggi e pallet dovrebbero dimostrare una certa resilienza, rimanendo pressoché in linea con quelli del 2024.
Allo stesso modo, per quanto concerne il settore della bioedilizia, la contrazione che si registra attualmente all’interno del mercato del residenziale, con il processo legislativo di rimodulazione degli incentivi fiscali per la rigenerazione urbana, può essere bilanciato dagli impulsi positivi dovuti ai fondi erogati con il PNRR, dove si prevede che oltre il 60% di scuole sia realizzato attraverso l’impiego di strutture in legno.
Da sottolineare, per entrambi i settori, che l’indice Istat dei prezzi alla produzione, che misura l’evoluzione dei prezzi di vendita dell’industria nel primo stadio di commercializzazione (tra imprese della filiera), evidenzia prezzi in risalita per il legno tra la fine del 2024 (inizio 2025). Questa tendenza – sottolinea Filiera Legno – se non mitigata con politiche industriali sinergiche e di respiro internazionale – può porre le imprese in difficoltà nel soddisfacimento della domanda, soprattutto alla luce di un quadro geo politico in evoluzione.
Le sfide per il 2025: la partnership tra Italia e Austria per promuovere la filiera
Nel bilaterale i temi trattati dalle due realtà Associative sono andati oltre il mercato. Per affrontare il futuro in modo efficace, sottolinea Federazione Filiera Legno, è fondamentale prepararsi alle normative europee imminenti con un lavoro “di squadra”, premiando le best practice e accompagnando le imprese nell’applicazione delle prossime disposizioni comunitarie, in primis in riferimento al Regolamento EUDR che andrà “a regime” dal prossimo dicembre 2025.
La partnership tra la filiera italiana e quella austriaca può contribuire significativamente a promuovere la tenuta sociale, ambientale ed economica del continente europeo. Il legno, quindi, diviene una risorsa strategica, che deve giocare un ruolo cruciale, non più in senso ambientale e in un contesto di decarbonizzazione, ma che promuove politiche di sviluppo sostenibile a livello internazionale.
“Nonostante le difficoltà geopolitiche in corso, le nostre previsioni per l’anno 2025 sono di sostanziale tenuta dal mercato – conclude il presidente Marchetti – Ma soprattutto le nostre imprese possono contare su un materiale che è sintesi di innovazione e sostenibilità. Legare il processo di marketing aziendale ad un racconto del territorio forestale e all’importanza del nostro sistema prodotto all’interno dei territori montani può divenire elemento di differenziazione e valorizzazione della nostra industria. A tal proposito giova sottolineare come la cura dei soprassuoli boschivi Europei attraverso una selvicoltura consapevole e sostenibile è una fonte importante di reddito lungo le rispettive filiere e che un calo dell’1% della raccolta del legname equivale ad una diminuzione di 10.3 miliardi di Euro a livello Europeo”.
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