a rischio la restituzione di 40 milioni


La Regione Liguria potrebbe essere costretta a restituire oltre 40 milioni di euro all’Unione Europea a causa del mancato utilizzo dei fondi del Piano di sviluppo rurale (Psr). Lo denuncia il consigliere regionale del Partito Democratico, Enrico Ioculano, criticando la gestione della giunta guidata dal centrodestra.

Secondo i dati forniti dall’assessore Alessandro Piana, al 31 dicembre 2023 la Liguria risultava ultima in Italia per utilizzo delle risorse Psr, avendo impiegato solo il 68% dei fondi disponibili. Dei 400 milioni stanziati inizialmente nel 2014, ne restano oltre 80 da spendere in progetti concreti entro la fine del 2024, con il concreto rischio che una parte significativa venga restituita a Bruxelles.

“Le aziende agricole costrette a usare acqua potabile”

Ioculano, in una nota stampa, evidenzia come questa inefficienza amministrativa abbia ricadute dirette sulle aziende agricole del Ponente ligure. “Oltre 600 imprese – spiega – si trovano nella condizione di dover utilizzare acqua potabile per l’irrigazione, con bollette altissime fornite da Rivieracqua. Questo perché non sono stati realizzati investimenti nei collettamenti per il riutilizzo delle acque depurate, né sugli invasi o sui consorzi. Con una gestione più efficace dei fondi Psr, questa situazione si sarebbe potuta evitare”.

Il consigliere dem attribuisce la responsabilità diretta all’attuale governo regionale: “Negli ultimi dieci anni il centrodestra ha perso tempo e con esso risorse preziose che non torneranno. Tra un anno ci troveremo a restituire soldi che sarebbero stati fondamentali per il nostro territorio”.

L’amministrazione regionale non ha ancora risposto alle accuse, ma il tema dei fondi europei non spesi potrebbe diventare un punto critico del dibattito politico nei prossimi mesi.

La replica della Regione Liguria

Il vicepresidente della Regione Liguria, Alessandro Piana, in una nota stampa ha risposto alle accuse, precisando che “tutte le risorse del Psr 2014-2022 sono state interamente allocate e messe a disposizione del tessuto economico e degli enti pubblici liguri, con investimenti che hanno superato i 248 milioni di euro. I bandi regionali, oltre 200, e quelli gestiti dai Gruppi di azione locale (Gal) hanno garantito il massimo impiego delle risorse disponibili”.

Piana ha inoltre attaccato direttamente il consigliere del Pd: “Ioculano è un disco rotto. Già nei tavoli verdi ho spiegato come intendiamo procedere per raggiungere i nostri obiettivi di spesa. Quando si parla dell’approvvigionamento idrico, le affermazioni di Ioculano risultano infondate: da una parte si scrive una cosa, mentre in aula se ne espongono altre. Tale incoerenza tradisce non solo l’istituto delle interrogazioni, ma anche il ruolo di chi dovrebbe contribuire al miglioramento della nostra amministrazione”.

L’assessore ha sottolineato come nel 2024 siano stati aperti nuovi bandi per 60 milioni di euro e che, grazie alla collaborazione con la commissione europea, “abbiamo evitato il disimpegno automatico delle risorse non liquidate, salvaguardando un ammontare complessivo pari a 2,2 milioni di euro”.

Secondo i dati forniti dalla Regione, le risorse erogate nel 2024 ammontano a 44,1 milioni di euro, che potrebbero salire a 49,1 milioni una volta completata la liquidazione da parte di Agea, rappresentando “il miglior risultato degli ultimi cinque anni”.

Investimenti nell’approvvigionamento idrico

Per quanto riguarda le criticità segnalate sulle risorse idriche, Piana ha spiegato che “nel Psr 2014-2022 la Sottomisura 4.3 ha previsto il finanziamento di infrastrutture strategiche per il comparto agricolo e forestale. La graduatoria delle domande ammesse ha sostenuto, con quasi 5 milioni di euro, gli investimenti necessari per il miglioramento dell’accessibilità ai territori rurali e per la gestione sostenibile delle risorse idriche”.

Il vicepresidente ha infine accusato l’opposizione di strumentalizzare la questione: “Chi, dalla minoranza, spera che la Regione Liguria non raggiunga i risultati di spesa continuerà a farlo, affidandosi a falsi allarmismi e polemiche strumentali, senza proporre soluzioni concrete”.



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