Sono oltre 76mila le imprese veronesi iscritte al Registro della Camera di Commercio che, entro il 31 marzo 2025, dovranno stipulare polizze assicurative per proteggere i propri beni strumentali, terreni compresi, da catastrofi naturali, come terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Il decreto, che attua quanto previsto dalla legge di Bilancio 2024 e introduce questo obbligo, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il primo aprile. Sono esentate le imprese agricole, già coperte dal Fondo mutualistico nazionale per eventi meteoclimatici estremi (alluvioni, gelate e siccità), e quelle con beni immobili irregolari. L’assenza di un’assicurazione non comporta sanzioni, ma può far perdere agevolazioni pubbliche e garanzie statali. Le compagnie assicurative hanno l’obbligo a contrarre, entro i limiti delle loro capacità assuntive. «C’è grande fermento tra le imprese locali per queste nuove polizze. Molte stanno cercando di capire quali siano le novità e cosa preveda esattamente il decreto, che su alcuni punti ad oggi si presta a interpretazioni – spiega Mauro Galbusera, presidente di Assimp Verona, l’associazione degli imprenditori e professionisti, nonché presidente di Galbusera Assicurazioni –. Diverse realtà sono già assicurate contro i rischi catastrofali, anche se alcune non dispongono di una copertura completa. In questi casi, è necessario verificare il massimale di indennizzo e le garanzie, per capire se la polizza vada rinnovata, sostituita alla scadenza o integrata con i rischi mancanti. Situazione diversa per le imprese individuali, molte delle quali non dispongono ancora di un’assicurazione CAT NAT, come si chiama nel settore». La ragione del decreto riguarda l’alto rischio sismico e di dissesto idrogeologico dell’Italia con quasi il 94% dei comuni a rischio frane, alluvioni o erosione costiera. Verona e provincia non sono da meno. Infatti, i costi dell’assicurazione, secondo Galbusera «dipendono dalla posizione dell’impresa, poiché nella provincia di Verona alcune zone sono più a rischio di altre, e dal valore della somma da assicurare». Devono essere assicurate tutte le immobilizzazioni utilizzate per l’esercizio dell’attività d’impresa: terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, con l’esclusione delle merci. Il decreto stabilisce che i massimali di indennizzo variano in base alla somma assicurata: fino a 1 milione di euro la copertura è totale; tra 1 e 30 milioni di euro, il limite di indennizzo non può essere inferiore al 70% della somma assicurata; oltre i 30 milioni di euro, per le grandi imprese, la definizione dei massimali o dei limiti di indennizzo è lasciata alla libera negoziazione tra le parti. Per quanto riguarda gli indennizzi, Galbusera precisa: «Le Compagnie Assicurative devono corrispondere gli indennizzi agli aventi diritto nei limiti del valore di ricostruzione per i fabbricati, del costo di rimpiazzo per impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, e dei costi di ripristino per i terreni». La mancata assicurazione per le imprese comporta sanzioni indirette, ossia la perdita di agevolazioni pubbliche o garanzie statali. Il decreto stabilisce, inoltre, che le compagnie assicurative devono pubblicare online le condizioni e le tariffe applicate per garantire la massima trasparenza. IVASS, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, vigilerà sul rispetto delle norme e sulla sostenibilità del sistema assicurativo.
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