«Su gli acquisti militari e Gnl»


Sondare il terreno. Studiare una via di fuga, se c’è, dalla mannaia dei dazi americani che Donald Trump vuole abbattere sull’Europa. Apparentemente, senza troppe distinzioni tra amici e rivali. L’Italia si muove. Con un primo abboccamento: ieri mattina è partita alla volta degli Stati Uniti una delegazione di diplomatici e funzionari della Farnesina. Obiettivo: incontrare la controparte del Dipartimento del Commercio, guidato da Howard Lutnick, capire se ci sono i margini per una trattativa. Europea e, se possibile, italiana.

A rivelare la missione è stato lo stesso Antonio Tajani ieri mattina, parlando a margine di un’iniziativa a Ravenna. «Ho inviato a Washington una delegazione per parlare con i responsabili americani della situazione dazi, sta lavorando in sintonia con la Commissione Ue che ha la competenza esclusiva sugli accordi commerciali» ha detto il ministro degli Esteri. Guida la task force Alfredo Conte, diplomatico di lunga esperienza, numero due della Direzione generale per le politiche commerciali. Dazi, dazi, dazi. È un chiodo fisso ai piani alti del governo.

Un rebus che interroga di continuo la premier Giorgia Meloni, sempre più convinta che prevedere le mosse di Trump su questo fronte sia un’impresa biblica. I buoni rapporti, il filo diretto con il Tycoon aiutano, certo. Ma fino a un certo punto. Nei documenti aggiornati sui tavoli che contano a Palazzo Chigi c’è un passaggio ricorrente e politicamente significativo: «L’Italia vuole essere il principale ambasciatore Ue nel rapporto con Washington». Di più: «Fare da pontiere con l’amministrazione Trump». Facile a dirsi. Difficile a farsi, mentre l’erratico presidente americano promette dazi del 25 per cento sui prodotti Ue, una ghigliottina potenzialmente letale per l’export tricolore, che molto fa affidamento (circa per l’11 per cento) sul mercato a stelle e strisce.

Di qui la missione in “esplorazione” dei dirigenti della Farnesina. Accordata, oltreché con la premier, ci tiene a precisare Tajani, con l’Ue che sulla materia, almeno sulla carta, ha l’ultima parola. Tajani avrebbe discusso dell’idea con il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic a margine dell’ultimo Consiglio europeo a Bruxelles. Accortezze utili ad allontanare l’immagine di una “fuga in avanti” italiana con Trump, adombrata da più di un partner del Vecchio continente.

La posta in gioco, si diceva, è altissima. E certo non basta questa prima missione “ufficiale” a diradare le nubi sulla questione dei dazi. Uno dei piatti forti, c’è da scommettere, del primo bilaterale alla Casa Bianca fra Meloni e Trump, previsto entro la prima metà dell’anno. Di fronte al Tycoon, l’Italia non si presenta esattamente con i “conti a posto”. Deve scontare il peccato originale di un surplus da 42 miliardi di euro, tra i più alti in Europa. Sicché in queste settimane al governo si lavora a un piano d’azione per evitare la mannaia dei dazi al 25 per cento minacciata da Trump.

Tre le direttive principali. La prima: rafforzare i rapporti economici bilaterali riequilibrando la bilancia che pende verso Roma. Come? Ad esempio, annotano i tecnici dell’esecutivo, perseguendo una «strategia transattiva» con «accordi sul gas (Gnl) e difesa». Il gas naturale liquido americano, in particolare, è considerato un asset politico in questa fase e i primi sondaggi per un programma di acquisti sono già stati avviati con la controparte. La seconda direttrice del piano italiano puntano a conquistare fette di mercato grazie alla svalutazione del dollaro e all’aumento cautelativo delle scorte delle imprese americane. Ed ecco la terza direttrice. Sotto sotto, a Roma incrociano le dita perché Trump tenga la barra dritta sui dazi a Messico e Cina. E il perché è semplice: più saranno alti, più saranno le chance di «aprire spazi competitivi per il Made in Italy». È un tetris continuo. L’Italia spera di trovare l’incastro giusto e non rimanere incastrata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link