Il 7 maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando Resto al Sud 2.0, programma di incentivi a fondo perduto previsto dal D. L. Coesione è destinato ai giovani imprenditori che vogliono fare impresa nel Mezzogiorno. L’obiettivo di questo bando è proprio quello di incentivare i giovani a restare al Sud, come suggerisce il nome, e dare nuova linfa vitale all’imprenditoria meridionale. Il bando offre per l’appunto contributi a fondo perduto e voucher per lanciare nuove attività e PMI, così da contenere la fuga di cervelli all’estero e contrastare il problema della disoccupazione giovanile al Sud.
L’occasione per i giovani imprenditori è ghiotta, poiché con il termine fondo perduto si fa riferimento ad un finanziamento che non deve essere rimborsato. Mentre i prestiti devono essere restituiti interamente, anche con gli interessi, i contributi a fondo perduto sono invece sovvenzioni che vengono concesse direttamente da entità governative o da altre organizzazioni che intendono promuovere la nascita di nuove attività che portano benefici e vantaggi a tutta la collettività. Gli imprenditori sono quindi più invogliati a fare impresa, poiché possono accedere facilmente ai capitali senza il rischio di indebitamento e senza l’assillo di dover restituire il denaro entro un certo limite di tempo.
Il programma copre fino al 75% delle spese ammissibili per investimenti fino a 120.000 euro, e fino al 70% per gli investimenti compresi tra 120.000 e 200.000 euro. Per l’acquisto di beni e servizi innovativi è anche possibile ottenere un voucher da 50.000 euro. Per chi fosse interessato a conoscere l’iter burocratico da seguire per presentare la domanda, quali sono le spese finanziabili e tutte le altre informazioni pertinenti al bando, rimandiamo all’articolo di approfondimento interamente dedicato al programma Resto al Sud 2.0.
Per il bando è stato stanziato 1 miliardo e 250 milioni di euro a fondo perduto e ne possono beneficiare gli imprenditori e i liberi professionisti under 35 residenti al Sud Italia o in quelle regioni del cratere sismico del Centro Italia. I fondi stanziati sono destinati a finanziare: le attività produttive operanti nel settore dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura; della fornitura di servizi alle imprese e alle persone; del turismo; del commercio; delle attività libero professionali. Sono invece escluse le attività agricole.
Le persone che beneficiano del bando possono utilizzare i finanziamenti per la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria di beni immobili, con un 30% massimo del programma di spesa. In alternativa i fondi a disposizione possono essere usati per acquistare macchinari, impianti e attrezzature nuove o per dotarsi di programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione. Tra le spese rientrano anche quelle di gestione, che comprendono materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing e garanzie assicurative, fino ad un 20% massimo del programma di spese. Le risorse a disposizione non possono invece essere utilizzate per spese promozionali, di progettazione, per le consulenze o per il personale dipendente.
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